venerdì 9 febbraio 2024

Kranjska Gora, dolce Slovenia alpina

Kranjska Gora, il lago Jasna © Luca Ferrari

Il cuore alpino della Slovenia più autentica è a Kranjska Gora. Neve, natura e tanta dolcezza. E pensare che tutto iniziò con un rocambolesco incontro con la polizia slovena...

di Luca Ferrari

Kranjska Gora, una meta che immaginavo come la classica cittadina di montagna votata al turismo di massa. Kranjska Gora, un nome sentito più e più volte e per certi versi ritenuto, a torto, quasi irraggiungibile. Tutto l'esatto contrario! Da qualche anno i miei spostamenti invernali gravitano attorno a Kranjska Gora (Alta Carniola), in Slovenia, tappa fissa della Coppa del Mondo di sci alpino maschile e femminile. Un piccolo centro abitato a ridosso di incredibili piste adatte a tutte le età e livelli. Poco distante, il placido insediamento di Podkoren e la vicina Mojstrana, dove se le temperature lo consentono, si può visitare l'incredibile "Regno di Ghiaccio", e dotata anch'essa di comprensorio sciistico. Quando penso al natale e alla neve, i miei pensieri e ricordi più dolci scivolano subito verso la Slovenia, a Kranjska Gora (806 m s.l.m.), nell'alta valle della Sava, alla quasi estremità nord-occidentale della Repubblica slava, a ridosso del Parco Nazionale del Tricorno (Triglav).

L'autostrada (finalmente) abbandonata al Tarvisio. I pochi tornanti superati. Il rettilineo "aperto" prima del confine italo-sloveno ed eccoci, manca davvero poco. Giusto il tempo di superare Rateče, passare davanti al trampolino di Planica, nell'omonima vallata, salutare il placido caseggiato di Podkoren (dove si possono trovare sistemazioni davvero incantevoli) ed eccoci a Kranjska Gora, rinomata meta sciistica che ha conservato tutta la sua naturale dolcezza, senza snaturarsi per il turismo, anzi obbligando il turismo ad adattarsi ai propri ritmi. Una meta che ho scoperto di recente, per curiosità. Assiduo frequentatore delle terme di Bled e i suoi placidi dintorni, su tutti il lago montano di Bohinj e il Dino Park per bambini a Lesce, un inverno decisi di abbandonare la classica via del ritorno per Lubiana (imperdibili i suoi mercatini natalizi, ndr) e farmi un giretto nella celebre Kranjska Gora, poco distante e raggiungibile sia in autostrada, sia sulla statale. Indimenticabile la prima volta che la visitai, quando ebbi un epico contatto con la polizia slovena lungo il cammino.

Solitamente poco avvezzo a guidare in autostrada, per un malaugurato intoppo fui io ad entrarci all'altezza di Lesce. Complice il battistrada un po' ghiacciato e l'ora non così calda (10 del mattino circa), tenevo la macchina attorno ai 70-80 km/h. Affiancato da una pattuglia per intimarmi di accelerare, questa è poi dovuta ricorrere "a un piccolo inseguimento" visto che oltre a non aver fatto ciò che mi dicevano, ho dedotto che i lampeggianti non fossero per il sottoscritto. Fermato e fatto registrare un valore di tasso alcolemico pari a 0.00 (alla faccia dei luoghi comuni sui veneti, ndr), ho spiegato con la massima e ingenua trasparenza il perché di quell'andatura, con l'ufficiale sempre molto gentile e paziente. Infine, dopo il suggerimento di lasciar guidare mia moglie in autostrada come io stesso avevo detto che solitamente facciamo, una volta rientrato verso la macchina, per la tensione mi sono tirato lo sportello sul naso e giù sangue, con le forze dell'ordine a sincerarsi che stessi bene. Le comiche! 

Quale che sia il periodo, a Kranjska Gora la domenica e nei festivi i supermercati sono chiusi, incluso il buonissimo panificio nella via principale. Riposarsi è un diritto di tutti. Turisti e locali dunque, devono organizzarsi come si faceva una volta anche in Italia. A disposizione, un supermercato della catena Mercator centrale e un altro poco distante. A pochi minuti di macchina, ma raggiungibile anche a piedi, c'è l'imponente lago Jasna (Jezero Jasna), formato da due laghi artificiali collegati tra loro alla confluenza dei torrenti Velika e Mala Pišnica. Se in estate è una rinomata meta pescosa, d'inverno richiama placide passeggiate, sorseggiando una cioccolata calda proprio davanti alle sponde lacustri e godendosi l'antico percolare di un piccolo mulino. Le montagne (Alpi Giulie) sono un'autentica meraviglia, riflettendosi sulle acque. Uno stambecco in bronzo guarda fiero il panorama. Opera dello scultore Stojan Batič, fu realizzato tra il 1986 e il 1988, collocato su di una roccia naturale.

Dalla parte opposta rispetto al lago Jasna, tra Podkoren e Ratece, non può mancare una visita alla Riserva Naturale di Zelenci, diventata area protetta dal 1992. Situata sul bordo settentrionale del Parco nazionale del Triglav, è circondata dai boschi del monte Vitranc e da quelli della catena montuosa delle Caravanche. Si può raggiungere il lago dopo una breve passeggiata a piedi, anche d'inverno. Occhio però, che non vi salti in mente di andarci in scarpe da ginnastica o simili. Il sentiero nasconde ghiaccio e la neve può essere molto soffice. Come potete notare direttamente nella gallery, a dispetto del panorama tutt'intorno, le acque del lago non sono gelate, e questo grazie a una temperatura costante attorno ai 6° (per dire, il lago Jasna nel medesimo periodo è tutto ghiacciato). Le acque del lago sono di colore verde, in sloveno: zelena. Da qui il nome Zelenci.

Per gli amanti del relax termale poi, a Kranjska Gora è possibile beneficiare di piscine nelle strutture di alcuni hotel, anche senza esserne clienti. Anche la cucina vuole la sua parte. Sul sito di promozione turistica di Kranjska gora c'è un'ampia sezione dedicata alla Gastronomia, a sua volta suddivisa per tipologia. Prediligendo la cucina tradizionale, vi consiglio di provare il ristorante Pri Martinu, al centro del paese. Non fatevi ingannare dall'esterno. I coperti sono tantissimi (ma veramente tanti). La cucina è ottima e i prezzi più che onesti. Proprio alla luce dell'ampia disponibilità, non è necessaria la prenotazione e ve lo dice uno che ci ha pranzato il giorno di natale! Qui, dopo le specialità locali, ho potuto chiudere tuffandomi nella sconfinata bontà del dolce tipico della Slovenia, la kremna rezina. A Mojstrana invece, merita una visita il Gostilna Psnak, più appartato. 

Al di là dell'indubbia bellezza naturale, urbana e culinaria, la gente viene a Kranjska Gora soprattutto per sciare. Un sistema di 18 piste, di cui 6 seggiovie e 13 ski-lift. Per i bambini alle prime armi, ampie possibilità anche di noleggiare slittini e utilizzare porzioni di piste (non esposte agli sciatori). Personalmente ho trovato ideale dedicarmi a questa pratica poco lontano da Podkoren. A fianco della pista da sci-slittino c'è un ampio parcheggio da cui si può comodamente raggiungere il centro abitato principale, camminando. Kranjska Gora è uno di quei luoghi che ho scoperto quasi per caso. Durante un natale un po' particolare, ha accolto mia moglie, nostro figlio e il sottoscritto, regalandoci dolcezza e relax. Oggi, quando vediamo i nomi di Kranjska Gora e Podkoren su di un cartello stradale, ci sentiamo a casa. Sereni, in discesa sparata verso i ricordi più dolci e pronti per un nuovo domani nel cammino più "familiarmente" nostro.

L'ingresso in Slovenia vicino a Ratece, a poca distanza da Kranjska Gora © Luca Ferrari
Kranjska Gora by night © Luca Ferrari
Kranjska Gora by night © Luca Ferrari
Kranjska Gora by night - i mercatini di Natale © Luca Ferrari
Kranjska Gora by night - i mercatini di Natale © Luca Ferrari
Kranjska Gora, pista da sci/slittino © Luca Ferrari
Kranjska Gora, comprensorio sciistico © Luca Ferrari
Kranjska Gora, comprensorio sciistico © Luca Ferrari
Kranjska Gora, comprensorio sciistico © Luca Ferrari
Kranjska Gora, una deliziosa porzione di kremna rezina © Luca Ferrari
Kranjska Gora, riserva naturale di Zelenci © Luca Ferrari
Kranjska Gora, i colori lacustri nella riserva naturale di Zelenci © Luca Ferrari
Kranjska Gora, l'ingresso a ridosso del lago Jasna © Luca Ferrari
Kranjska Gora, lago Jasna © Luca Ferrari
Kranjska Gora, lago Jasna © Luca Ferrari
Kranjska Gora, lago Jasna © Luca Ferrari
Kranjska Gora, lago Jasna © Luca Ferrari
Le luci serali a Podkoren© Luca Ferrari

venerdì 12 gennaio 2024

Tarvisio, sciare... nel bianco sempre più bianco

Tarvisio © Luca Ferrari

Tra Slovenia e Austria, le piste da sci del Tarvisio (Ud) sono una meta rinomata per appassionati da tutta Italia e adatte a ogni livello. Andiamo a sciare allora!

di Luca Ferrari

Nel... bianco, e sempre più bianco... Felice di sciare quaggiù (e lassù)... In terra friulana, lassù, all'incrocio tra Austria, Italia e Slovenia, c'è il Tarvisio, rinomata meta sciistica, crocevia tra Kranjska Gora e Villach. Non fatevi ingannare dalla non considerevole altitudine (754 m s.l.m.), ci sono piste per tutti i gusti e livelli. Un'impeccabile batteria di cannoni sparaneve garantiscono sciate per tutta la stagione. Per dettagli più precisi, posizionare il gps verso la Val Canale, tra le Alpi Giulie, le Alpi Carniche e la catena delle Caravanche Occidentali. Qui giunti, non resta che calzare sci, snowboard o prendere lo slittino, immergendosi in una rilassante e candida dimensione di adrenalina e divertimento.

Ampi i parcheggi a ridosso delle piste, di cui uno proprio davanti all'ufficio della Scuola di Sci Tarvisio (via Priesnig, n. 58) dove si possono prenotare le lezioni di sci. Un consiglio dettato dall'esperienza: telefonate e/o inviate una email, se avete necessità di maestro/a, pensare di trovare qualcosa appena arrivati è, spesso mera utopia causa forte richiesta. Davanti al suddetto, un evocativo aereo delle Frecce Tricolori, sotto il quale, un primo comprensorio sciistico con seggiovia e l'ufficio dove acquistare gli skipass. Sbrigata la pratica e una volta percorso un largo vialetto, ecco l'accesso per tutte le piste. E lì, per chi non avesse attrezzatura, si può noleggiare di tutto: scarponi, sci/snowboard, casco, scarponi e racchette. Spaccio fornitissimo per tutte le taglie. Non solo. Per i più previdenti, c'è anche la possibilità di prenotare tutta l'attrezzatura nel vicinissimo Hotel Valleverde

23 km di piste in totale. Le opzioni di pista sono variegate: seggiovie, la sciovia (skilift) campo scuola e il tappeto campo Scuola, queste ultime ideali per chi fosse ancora agli inizi. Al di là dei gusti, trovo sempre molto amabile la possibilità di scendere con gli sci in mezzo alla natura. Provato in tempi passati nella più lontana Val Passiria, a ridosso del Monte Tavolino, riesco a godermi un'incursione dentro Madre Natura anche in terra friulana, qui, sul Tarvisio. Sciatori sempre molto disciplinati, e anche quando i weekend sono molto battuti, le code sono accettabili e ci si può godere il tempo sciando senza sbuffare. Presente l'immancabile punto di ristoro, Pit Stop. Un suggerimento. Nell'immediato ridosso delle piste è l'unico. 

Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Tarvisio, scuola di sci © Luca Ferrari
Tarvisio, un aereo delle Frecce Tricolori © Luca Ferrari

sabato 23 dicembre 2023

La cicca della vecchia

Autostrada Bologna-Firenze © Luca Ferrari

In ogni viaggio che si rispetti, c'è sempre un momento di tensione, a tratti anche esilarante. Per il sottoscritto, quello è il momento della "cicca della vecchia".

di Luca Ferrari

Ma quanto è bello viaggiare, in particolar modo quando lo facciamo per svago e in compagnia delle persone che amiamo. Quale che sia la destinazione e il mezzo prescelto, arriva sempre il momento dello "sclero", quando cioè succede qualcosa che ti fa drizzare i capelli. Qualcosa che per un brevissimo lasso di tempo, ti fa imprecare contro tutto e tutti. Un momento, dunque, vissuto il quale, desidererai ardentemente fermarti e rilassarti, magari sorseggiando una calda tisana, degustando una dolce brioche o più, "selvaggiamente", fumarti una sigaretta. Un episodio però, quasi sempre anche un po' comico, che si apprezzerà a tal punto da rendere quell'esperienza ancora più speciale. Per il sottoscritto, in procinto di nuovo viaggio in terra slovena, è arrivato il momento di raccontarvi la storia quasi "Ginzburghiana" (cit. Lessico familiare), della "cicca della vecchia".

C'era una volta un tempo molto lontano, dicasi anni '80, quando ci si stringeva in auto in più persone senza troppi problemi né leggi cui attenersi. Di ritorno dall'ennesima incursione montana in Alto Adige, in un atipico rettilineo, una macchina stava procedendo ad alta velocità nel senso opposto. Nulla di particolare, se non fosse che la suddetta urtò lo specchietto retrovisore del nostro mezzo, scatenando paura e soprattutto l'ira di mio padre che inchiodò, scese e inveì contro il malcapitato che manco si degnò di verificare se ci avesse procurato danni. Nei sedili posteriori c'era anche mia nonna. In apparenza rimase impassibile. Una volta arrivati a casa però, l'adrenalina per lo sfiorato incidente prese il sopravvento e così passò le ore successive ore fuori dalla porta, ancora tremante, a bere camomilla e fumando una "cicca" dopo l'altra per calmarsi. Tutto questo, un giorno, mi tornò in mente all'improvviso e nacque il mito della cicca della vecchia.

Un ricordo così non sapevo di possederlo ancora. Perché venisse fuori, ho dovuto rivivere qualcosa di simile all'originale. Accadde sull'autostrada Bologna-Firenze, non esattamente "un'arteria" poco frequentata, puntando a raggiungere il placido Chianti,  Dopo l'ennesimo impeccabile sorpasso della mia dolce metà, seguito però da irresponsabili guidatori che si buttarono in scia a velocità ben oltre il limite, per di più, abbagliando per avere strada, mi venne una tale ansia di vedermi "spalmato sul guardrail" per colpa di questi pericoli pubblici, che provai un fortissimo desiderio di fermarmi nella più vicina area di servizio (la mitica Roncobilaccio, ndr) per respirare un po' di "sano tabacco". Così, ecco riemergere il ricordo sopradescritto. Da allora, ogni situazione di potenziale pericolo in viaggio, ha sempre scaturito la frase: "cicca della vecchia!".

Premesso che col volo ho un rapporto molto particolare (...), in fase di atterraggio a l'Avana (Cuba), ad esempio, provai l'ebbrezza di più interminabili minuti di vuoti d'aria, facendomi desiderare addirittura "il pacchetto della vecchia". Sebbene il Canada sia stata un'esperienza su gomma più che rilassante, l'inizio non fu dei più promettenti: per chi non è abituato a guidare nelle metropoli infatti, uscire dalla città di Montreal, non è proprio uno scherzo viste le quattro corsie (e dico quattro!) per senso di marcia. Inevitabile che un gigantesco tir ci sparasse una potente clacsonata da far rabbrividire. In tempi recenti, spersi in un incrocio croato,letteralmente ci buttammo per uscire dall'impasse, con due macchine che quasi ci rifilarono. E anche lì, che cosa mai avrei potuto dire? Cicca della vecchia!

Ma questi non sono che pochi esempi delle innumerevoli e tragicomiche esperienze vissute. D'ora in avanti in questo articolo, aggiungerò un paragrafo ogni "cicca della vecchia" provata, passata e presente, tra cui n indimenticabile e recente face to face con la polizia slovena. Prima di ciò però, partiamo subito con l'immediato. Avete mai guidato di sera nel centro di Vienna? Nemmeno io, per fortuna! Il mio ruolo da navigator però, non è stato meno scevro di adrenalina. Il 30 dicembre scorso, ho provato l'ebbrezza di ritrovarmi su quattro corsie (e dico quattro) per senso di marcia, con Google Maps a dettarci ogni singola immissione. Siamo stati miracolosamente bravi, a parte una pericolosa sosta all'inizio di un guardrail/sparto traffico non sapendo più dove andare. Poi appena arrivati a destinazione, cicca della vecchia.

... continua

Traffico a Vienna (Austria) © Luca Ferrari

lunedì 13 novembre 2023

Benvenuti alla Scuola Elementare Diedo

Bimbo percorre il cortile della Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari

Sono passati due mesi esatti da quando mio figlio ha cominciato la Scuola Elementare Diedo (Venezia). Il viaggio è appena all'inizio e ne siamo già tutti felicemente entusiasti.

di Luca Ferrari

Storia di scelte, emozioni e nuove esperienze nella vita dei più piccoli. Sono passati due mesi esatti da quando mio figlio ha varcato le porte della Scuola Elementare Diedo di Venezia. Due mesi da quel primo fatidico giorno, e già oggi la novità è diventata splendida quotidianità. Ma che cosa potrò mai sapere dopo soli due mesi di un lungo quinquennio? Molto, e citando le parole di una collega genitore: "so di aver fatto la scelta migliore per mio figlio". In soli due mesi le amicizie si sono già consolidate e ampliate. Dopo solo due mesi di scuola elementare, alla Diedo di Venezia, i piccoli saltano disinvolti da una materia all'altra, fanno i compiti due-tre volte la settimana senza mai dimenticare di stare bene e giocare. Buongiorno a tutti, sono un papà e questa è una sincera storia di vita, in diretta dalla scuola Elementare Diedo di Venezia.

"Quanto è stato difficile per me decidere la scuola primaria. Stomaco attorcigliato, pensieri nel cuore della notte, liste stilate di pro e di contro, puntualmente stracciate..." inizia così il ricordo di Elisa, mamma di un neo-alunno alla Diedo. Un racconto che molti di noi genitori potranno sicuramente condividere. Nell'ultimo anno di scuola materna infatti, anche io mi sono scervellato di continuo per capire cosa si sposasse meglio con l'anima di mio figlio. Sì, l'istruzione è fondamentale ma non bisogna mai dimenticare che ogni bambino/a ha la sua personalità, e per quanto una scuola si possa presentare al meglio, bisogna poi vedere se questa si potrà adattare o meno al suo essere. La scuola elementare Diedo è stata una delle nostre candidate fin da principio, nonostante non fosse la più vicina a casa, elemento questo che complicava la scelta. È una scuola cosiddetta a "MODULO", ossia con due rientri per pranzo a casa. Un elemento questo di ampio gradimento per il sottoscritto e mia moglie. E ma... Ma se non riuscissimo a conciliare scuola e lavoro? ... Molti suoi amici però sono nell'altra... Quanti dubbi, quanti pomeriggi passati a confrontarsi.

Il modulo, già. Due pomeriggi a casa con fine lezioni alle 12.30. Sebbene il mio lavoro sia principalmente da remoto ormai da più di 12 anni, qualche dubbio, com'è inevitabile, ce lo avevo anche io. Qualcosa però non lo avevo ancora messo a fuoco, a cominciare dal tempo in più che avrei trascorso insieme a mio figlio. Due pomeriggi liberi significa avere più tempo per stare insieme a lui, sebbene poi diviso tra amici e attività sportive. Sono otto ore in più comunque insieme, molto gradite a entrambi. Sono otto ore in meno sui banchi, cosa che in una fase di crescita e passaggio dalla scuola materna, ha la sua importanza. Più di una maestra di altre scuole e con esperienza in entrambe le modalità, mi ha detto: "col modulo avrete la possibilità di organizzarvi per far fare i compiti tra i bambini insieme, con grandissimo beneficio per la loro autonomia scolastica". Sono passati solo due mesi dall'inizio dell'avventura elementare ma l'impronta è già palpabile, e ormai ogni martedì-modulo si sprecano i vari: "tu da chi vai, tu a che ora vieni, etc.", il tutto in un mix di entusiasmo e condivisione sempre più crescente.

"Ricordo il momento preciso in cui sono entrata per la prima volta alla Diedo" racconta disponibile Elisa. "Il giardino enorme. L'altalena e lo scivolo. Gli alberi di melograno. Una volta all'interno dell'edificio poi, ho visto i colori, i libri, i disegni, le lavagne (classica e digitale, ndr). Il tutto mi sapeva di apprendimento, gioco e libertà. Ho visto più di una semplice scuola. Mai una parola pomposa del corpo docente. Solo la schietta verità su ciò che avrebbero potuto offrire ai nostri figli. Ho avuto la sensazione immediata di una classe vissuta dai bambini e VIVA. Ho sentito di essere nel posto giusto, come se quello fosse il naturale proseguimento dell'esperienza avuta nei tre anni precedenti, che chiamarli meravigliosi è dire poco. Ricorderò sempre ogni dettaglio della scuola materna, perché oltre ad aver accudito e visto sbocciare mio figlio, quella scuola ha fatto crescere anche me come mamma. Qualcosa che sono certa avverrà e proseguirà anche alla Diedo".

1° giorno alla Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari

Dalle parole ai fatti del recente presente. Mercoledì 13 settembre 2023, primo giorno di scuola. Il tempo di entrare ed ecco i nuovi arrivati chiamati uno per uno dalla maestra con gli alunni di 5° elementare a prenderli per mano, accompagnandoli fino in classe, "quasi a voler passare il testimone e ad accoglierli in quella che sarà la loro casa per i prossimi cinque anni", aggiunge la sopracitata mamma. In classe poi, uno striscione di benvenuto. Tutti molto sereni i piccini. Nel mondo adulto, qualcuno inevitabilmente più provato emotivamente. Dopo tre anni di fantastica scuola materna, adesso d'improvviso lo vedo lì, seduto su di un banco "da grande". Ve lo garantisco, fa impressione. Forse non ero ancora pronto, ma ci vorrà poco per superarlo. Lo sguardo della nuova 1° elementare e il clima accogliente del corpo docente è quanto di più speciale e autentico avrei mai potuto desiderare per l'inizio di questa nuova porzione della vita di mio figlio. Una scuola che lo ha visto entrare bambino e lo vedrà uscire ragazzino, pronto per spiccare il volo verso l'adolescenza.

Venezia, lunedì 13 novembre. Sono le 7.50 del mattino. Nel momento stesso in cui l'articolo è stato pubblicato online, mio figlio è appena uscito di casa insieme alla sua mamma. Come sempre li saluto dalla finestra. Camminano spensierati verso la scuola elementare Diedo. Mi sembra di vederli, e in parte è un po' così. Una decina di minuti di camminata e non appena avranno raggiunto la fondamenta Moro (in realtà già da ponte San Marziale), partiranno le corse per raggiungere gli amici e amiche fuori dal portone. Qualche ciaccoea (chiacchiera), qualche gioco esagitato, specie dei maschietti, e la porta si apre. A noi genitori dei più piccoli è concesso il privilegio di accompagnarli fino a ridosso del complesso scolastico, attraversando tutto l'ampio e verde giardino, in attesa che la maestra della prima ora se li porti via.

“Il passaggio dalla scuola dell'infanzia alla primaria è importante. È un grande salto” conclude Elisa, “Cambia il modo di vivere la scuola. Cambiano certe regole, certe dinamiche. Si lavora parecchio e si gioca un po' meno, ma quando affronti questo passo in una scuola come la Diedo, sai che lo affronterai in un ambiente sereno e felice, ed è fondamentale, almeno per me. Sono pur sempre ancora bambini. So di aver affidato la mia creatura a delle persone speciali per i prossimi cinque anni". Ricordo la prima volta che ho compreso che mio figlio avrebbe cominciato ad avere libri e quaderni, anticamera di una realtà che anche solo un anno fa mi sembrava inimmaginabile e lontanissima. Lo ammetto, mi ha fatto impressione e se non mi fossi controllato all'ultimo, qualche lacrima mi avrebbe solcato il viso (lo ha fatto comunque, ndr). Adesso invece è tutto reale ma non potrei che essere più felice nel vedere lui, e tutta la sua classe, così scatenata ed entusiasta ogni nuovo giorno di scuola.

La scuola elementare è ormai cominciata. Per finirla mancano "solamente" poco più di 55 mesi. Lo vedete lo spazio bianco alla fine di quest'ultimo paragrafo e prima della gallery fotografica? No, non è uno sbaglio né un errore di format. Tutto voluto. Ogni anno aggiungerò uno-due paragrafi per classe, l'ultimo dei quali sarà pubblicato venerdì 2 giugno 2028, quando l'esperienza alla scuola elementare Diedo sarà in dirittura di arrivo. Lo riempirò con tutte le emozioni e i pensieri che starò provando. Se vorrà, anche mio mio figlio potrà dire la sua. Lo riempirò, ne sono certo, confermando tutto quello che ho sentito e scritto dopo questi primi due mesi. Adesso mi rivolgo a voi, colleghi genitori con cui condivideremo cinque anni o comunque chi sia passato per la Diedo. Se vorrete commentare o ancora meglio, lasciare nel corso degli anni i vostri ricordi nello spazio "posta un commento", renderete un semplice articolo qualcosa di molto più profondo. Un diario pulsante di vita. Un libro aperto di storia umana che accomuna tutti noi e chiunque ha frequentato e verrà a frequentare la scuola Elementare Diedo di Venezia

Un anno dopo...

Scuola Elementare Diedo, II elementare © Luca Ferrari

Venezia, 13 novembre 2024. Da poco più di due mesi è cominciata una nuova avventura alla Scuola Elementare Diedo di Venezia, in II elementare. Il gruppo è sempre più affiatato, cosa rimarcata anche dalle stesse docenti in occasione della prima riunione coi genitori. Il primo anno è stato davvero speciale, conclusosi nel migliore dei modi con una sontuosa e coinvolgente festa finale (Diediadi) nel bellissimo giardino della scuola e una pizza di classe, "non perché fossimo tenuti a farla ma perché ci tenevamo a ritrovarci, bambini e genitori". Nel corso della prima esperienza "Diedista", gli appuntamenti nelle nostre case il martedì e il venerdì, grazie al cosiddetto modulo, hanno scandito il passare dei mesi, facendo diventare gli scolaretti molto più di semplici compagni di classe, imparando a fare i compiti insieme allegramente e rappresentando allo stesso tempo una forma di aiuto continuo per quei genitori in difficoltà nella gestione figli. Con l'inizio del nuovo anno, il trend è subito ripartito nell'entusiasmo generale. 

“Sono sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta per mio figlio iscrivendolo alla Diedo" racconta emozionata Carla Velli. "Fin dal nuovo primo giorno, l’ho visto tornare con gioia e serenità in un ambiente ormai a lui familiare. Sono fermamente convinta che l’esperienza in questa scuola rappresenti un miglioramento della qualità della sua vita. Alla scuola Diedo di Venezia si vive e respira quella - venezianità positiva - fatta di accoglienza, supporto reciproco, rapporti umani e risate. E quest'aria è palpabile anche nel post scuola, ispirando i bambini a essere sempre più curiosi nei giochi di campo, inventandosene di nuovi. In un'epoca di scorciatoie tecnologiche, fa davvero piacere vederli così felici di stare all’aria aperta e mai desiderosi di tornare a casa a vedere la tv. Alla fatidica ora di andare via, al contrario, è sempre una continua richiesta di stare ancora insieme in campo". 

Incastonata nel cuore di Cannaregio, la scuola Diedo è quasi un piccolo mondo a parte. Una realtà competente e aggiornata sui nuovi strumenti digitali, che continua a formare le nuove generazioni non solo con la didattica ma anche stimolando/alimentando gl'interessi e la curiosità dei bambini. Un lavoro educativo e collettivo che porta costantemente i bambini di I e II a giocare e interfacciarsi con quelli di IV e V. Uno spazio di condivisione dal quale si sono fatti assorbire anche i genitori nel modo più spontaneo, entusiastico e propositivo possibile, scendendo in campo (letteralmente, ndr) per realizzare un mercatino del riuso i cui proventi sono stati utilizzati per l’acquisto di materiale nuovo per la scuola: tappetini per la palestra, canestri da basket sia da muro che amovibili, libri per la biblioteca e giochi nuovi per ogni classe.

Venezia, il mercatino pro Diedo © Luca Ferrari
Da due mesi ormai è iniziato il nuovo anno, subito partito con una novità. "Nonostante siano solo in seconda elementare, le maestre hanno deciso di responsabilizzare i bambini, facendo loro usare il diario per scrivere i compiti per casa" racconta soddisfatta Carla. "L'iniziativa è stata accolta con particolare euforia dai bambini che hanno così imparato a essere completamente autonomi nel sapere cosa devono fare, e per quando. La scuola Diedo riesce ad avere ancora quel ruolo fondamentale d'infondere sicurezza nelle menti dei giovanissimi, stimolando al contempo rapporti umani tra genitori, passati nel giro di pochi mesi da essere semplici conoscenti ad amici. Direi che questa è la grande magia della Diedo. Una magia che mi ha portato a iscrivere, senza alcun dubbio, anche il mio secondogenito in prima, il prossimo anno".

... continua


ingresso alla Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari
1° giorno alla Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari
Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari
Il futuro della Diedo è qui, adesso  © Luca Ferrari
Gli spazi verdi della Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari
Gli spazi verdi della Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari
La Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari
Primi compiti alla Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari
Disegni alla Scuola Elementare Diedo (Venezia) © Luca Ferrari
Un martedì del modulo © Luca Ferrari
Scuola Elementare Diedo, festa di fine anno (Diediadi) © Luca Ferrari
La porta dell'aula della II elementare alla Diedo © Luca Ferrari

mercoledì 25 ottobre 2023

Halloween, la festa delle zucche (e dei bambini)

zucca di Halloween a Venezia © Luca Ferrari

Tremate, tremate... le zucche son tornate, più colorate e "mostruosamente" mascherate come non mai. Halloween, la festa delle zucche e dei bambini con licenza di sedurre chiunque.

di Luca Ferrari

L'autunno è finalmente arrivato e con esso le prime piogge, purtroppo senza particolari abbassamenti di temperatura, anzi. Ecco la natura prendere il sopravvento e cromatismi che più romantici non si può. Sempre più ormai anche in Italia, ottobre è diventato il mese per eccellenza di Halloween, una delle feste "importate" tanto amate quanto chiacchierate e spesso ostracizzate, Venezia inclusa per la concomitanza della "locale" San Martino. Seriamente, vorreste farmi credere che se foste ancora bambini/e non vi piacerebbe vestirvi da mostri, fare incetta di dolciumi, andare in giro con amici a divertirvi, avendo pure la fortuna di stare a casa da scuola l'indomani per Ognissanti? Nulla esclude nulla. Il mondo è un grande universo culturale da valorizzare insieme.

Un richiamo quello di Halloween sempre più irresistibile. Nelle "lande lagunari" ad esempio, sabato 28 e domenica 29 ottobre infatti, a Forte Marghera, sbarca “Fortenebra 2”, organizzata da Venezia Comix: evento gratuito per bambini e adulti, dedicato agli amanti dell’horror e del thriller. Nel corso della due giorni veneziana, verranno dedicate 12 ore ai corsi di fumetti con gli insegnanti della Mangaschool Venezia e altrettante ai corsi di manualità, dove sarà possibile confezionare il proprio costume di Halloween. Ci sarà la novità dei Campfire tales e la “tenda del mistero” ad attendere i bambini più coraggiosi per una serie di letture da brivido.

Ci sarà spazio anche per sessioni di giochi di ruolo condotte dal “maestro” Matteo “Barabba” Barbieri e dalla master Elena Pantaleoni, giochi di società a tema horror con esperti del settore. Novità di quest’anno, il gioco di ruolo di Ghostbusters per un tuffo negli anni ‘80. Verrà inoltre dedicato uno spazio al cinema, con due proiezioni cinematografiche in programma: il cult anni '90 Hocus Pocus con una giovane Sarah Jessica Parker e una giovanissima Thora Birch, per bambini e ragazzi e il truculento Suspiria (1977) di Dario Argento per gli adulti. Immancabile infine la fiera mercato, con una quindicina di operatori del settore gioco e fumetto selezionati tra i migliori del Veneto. Ingresso e partecipazione completamente gratuita.

Eventi a parte, la bellezza di Halloween è la naturale coreografia che inizia a tingere le città, dalle metropoli ai comuni più piccini, con quel tocco così magico e dal sapore vagamente natalizio. Su moltissimi balconi della città di Venezia ad esempio, ecco spuntare zucche addobbate e intagliate, senza contare poi i costumi dei più piccoli che affollano calli, campielli e fondamenta. Ma questo è "solo" lo step finale. C'è tutto un lavoro precedente che riscuote sempre più successo, ossia la preparazione delle zucche di Halloween. Laboratori veri e propri per creare ulteriori momenti di aggregazione, così come nelle cucine delle case private dove una volta acquistata la materia prima, ci si sbizzarrisce con mamma, papà e/o amiche e amici.

La prima operazione è la più difficile, la zucca. Se nei supermercati la scelta è sempre abbastanza limitata e neanche tanto economica, si può rimediare su strutture fuori porta, anche se spesso troppo di moda e super affollate, l'antitesi del godersi un po' di relax senza essere travolto da orde "mocciosesche-genitoriali". Molto più interessante e liberatorio per l'anima, andare alla scoperta di angolini meno commerciali, come la campagna slovena tutt'attorno la pittoresca realtà medievale di Skofia Loka. Un giretto nell'area rurale e si possono incontrare produttori di zucche senza tanti fronzoli. Solo contadini e i prodotti di Madre Natura. Una varietà da far impallidire anche le storie più fiabesche.

Tornati a casa cin la preziosa preda, prima di tutto occorre mano ferma per il disegno preparatorio sulla zucca, quasi come fossimo antichi artisti dell'affresco Poi, una volta tolta la polpa, si può iniziare la fase d'intaglio. A quel punto, un bel lumino all'interno e non resta che aspettare il calar delle tenebre. Nell'attesa, qualche pellicola può accompagnare a vivere l'atmosfera nel migliore e nel più spaventoso dei modi, e sotto questo aspetto, l'animazione di Nightmare Before Christmas (1993) di Tim Burton non conosce rivali. Se non vi fidate troppo della vostre mani chirurgiche e foste più inclini a spennellare, non c'è problema. Il solo limite a ciò che potrete realizzare è la fantasia stessa.

Arrivato il tanto atteso 31 ottobre, non resta che mettersi in maschera e andare di porta in porta per una ghiotta sessione di "dolcetto o scherzetto" per poi tornare nelle calde mura domestiche e imbastire un laboratorio di "delizie mostruose", chissà, magari condito da una cioccolata calda. Ecco, ho provato a raccontarvi un po' la festa di Halloween ma sicuramente avrò trascurato ciò che si fa in tanti altri lochi. Halloween, la festa delle zucche è un miscuglio di magia, natura e voglia di sano divertimento. Per le nuove generazioni è una conquista accertata, per noi vecchi un mondo nuovo che abbiamo il dovere e il piacere di regalare a chi ci strappa il cuore con due semplici parole: mamma, papà.

zucche a Skofja Loka (Slovenia) © Luca Ferrari
intaglio di zucca "halloweenesca" © Luca Ferrari
intaglio di zucca "halloweenesca" © Luca Ferrari
zucca halloweenesca a Venezia
zucca "halloweenesca" © Luca Ferrari
un film d'atmosfera
Colorazione di zucche ad Halloween © Luca Ferrari
Colorazione di zucche ad Halloween © Luca Ferrari
dolcetti di Halloween © Luca Ferrari
dolcetti al forno di Halloween © Luca Ferrari