venerdì 8 gennaio 2021

Chester, la (mia) conquista d'Inghilterra

Il centro storico di Chester (Inghilterra - UK) © Luca Ferrari

Viaggio in Inghilterra per migliorare l'inglese nella multietnica e accogliente Chester. Un'esperienza fondamentale che segnò l'inizio della mia svolta lavorativa, e anche umana. 

di Luca Ferrari

Un percorso professionale arenato. Le inevitabili difficoltà nel cercare una nuova direzione in un mercato saturo e molto compromesso da internet. Poi, la decisione. Un mese all'estero in Inghilterra a migliorare l'inglese. Un'incursione totale Oltremanica quando ancora il Regno Unito faceva parte della Unione Europea. La scoperta di una realtà accogliente e incantevole, Chester, capoluogo della contea del Cheshire. Un periodo incredibile. E al ritorno? Tante lacrime, ma anche la ferma volontà di cambiare vita. Di lì a qualche mese sarebbe accaduto e da allora non ho praticamente più smesso di lavorare da remoto, l'odierno smart working. Quel viaggio a Chester fece la differenza nella mia vita e stava iniziando proprio dieci anni fa. Era l'8 gennaio 2011.

Facevo il giornalista da anni ormai. A dispetto di un numero spropositato di esperienze, inclusi reportage internazionali e umanitari (Bosnia, India), alla fine dei conti il saldo economico era a dir poco sconfortante. Ero stufo ma allo stesso tempo bloccato dalla mia passione per la scrittura e la voglia di non buttare via tutto quel che avevo fatto nel campo dei media. Forse ci voleva una pausa. Un qualcosa per ricalibrare le idee, rifiatare e imparare anche qualcosa. Da sempre amante della lingua inglese, pensai fosse arrivato il momento per migliorarlo in situ. Iniziai a fare un po' di ricerche e m'imbattei in una scuola davvero particolare, la English in Chester. I corsi duravano per il tempo desiderato, iniziando quando si desiderasse. Un'opportunità che non mi feci sfuggire.

Fu così che l'8 gennaio 2011 salii a bordo dell'ultimo volo giornaliero della Easyjet da Venezia a Londra, dove sostai una notte, per poi proseguire l'indomani col treno dalla stazione di Central Euston fino a Chester. Nella City c'ero stato altre volte in gioventù e lo ammetto, non mi aveva mai conquistato. Alloggiato nei pressi di Walworth, quartiere dove nacque Charlie Chaplin, l'indomani fui felice di rimettermi in viaggio, attraversare una bella fetta d'Inghilterra rurale e arrivare finalmente a destinazione. L'impatto non fu alla luce del sole, per cui non capii subito dove mi trovassi. Ciò che sapevo era che la mattina seguente mi sarei dovuto presentare e calarmi subito in una nuova realtà insieme a compagni di corso provenienti da ogni dove.

Alla faccia di tutte le parole di facciata che si copiano su curriculum o Linkedin che sia, non mi ritengo (e non sono) una persona che si adatta in un baleno però allo stesso tempo mi basta anche molto poco per sentirmi a mio agio, soprattutto quando sento un clima amichevole attorno a me. Tra i banchi della "English in Chester" è ciò che accadde praticamente subito. Non fu solo la materia a interessarmi, era l'esperienza di questa nuova vita a galvanizzarmi, condivisa oltre tutto con tanti nuovi amici. Mattina dopo mattina, sfruttando anche la mia venezianità nel camminare sempre e comunque, non prendevo mai l'autobus, godendomi una lunga passeggiata prima di arrivare a scuola, e così passando sempre per il centro storico e costeggiando l'imponente Cattedrale della Vergine Maria Purificata

Vivere una città non è come toccarla per una settimana o meno. Vai a fare la spesa. Guardi a sinistra prima di attraversare la strada (se sei in Inghilterra, ndr). Ti immergi nei sapori locali, cosa che in terra d'Albione personalmente apprezzo molto. Entri nella cultura e anche quello che a casa tua non faresti mai, qui assume nuovi contorni, come andare al pub a vedersi una partita di calcio del Liverpool, a Chester tifatissimo, contro i nemici londinesi del Chelsea. Non è questione (banale) dell'erba migliore del vicino, ma per una persona che vuole migliorare la propria lingua, farsi due ore di immersione tra la gente del posto, è quanto di più istruttivo ci possa essere. E pazienza se non ti piace la birra, c'è sempre il sidro con cui gozzovigliare in compagnia, una sorta di succo di mela frizzante così dannatamente British.   

Chester è una realtà abbastanza benestante, e a dispetto di zone più complicate nel Regno Unito dove non sempre una parlata straniera è ben vista, qui al contrario, grazie anche al costante flusso di studenti di ogni età e provenienti da tutto il mondo, la multiculturalità è di casa alla stregua di una Londra con la differenza, fondamentale per il sottoscritto, che la vita è molto meno frenetica. Nei secoli addietro l'Impero Romano arrivò fin quassù, e sono molte le tracce ammirabili a cominciare dalle mura, e potendo anche incontrare un Centurione che ti accompagna nelle visite. La voga all'inglese è un must per la comunità di Chester, potendo "approfittare" del fiume Dee che vi scorre placido e impetuoso. Il tutto ulteriormente impreziosito dal verde tutt'intorno con tanto di scoiattoli negli ampi parchi dove si può passeggiare spensierati.

Chester è situata in un punto molto strategico dell'Inghilterra, a metà strada tra Manchester e Liverpool. Non a caso per arrivarci, ciascuno dei due aeroporti va bene uguale. Se nei primi anni in cui venni a Chester c'era il volo diretto Ryanair da Treviso alla città dei Fab Four che ha intitolato proprio a John Lennon la sua aerostazione, in seguito è stato soppresso, e per ritornare nel Cheshire ho ripiegato sulla tratta Venezia-Manchester, nel complesso più comoda poiché dalla capitale del Brit Pop anni Novanta, c'è il collegamento diretto su rotaia che porta direttamente a Chester. E proprio durante il mio lungo soggiorno di dieci anni fa, una domenica saltai in carrozza per andare alla scoperta della capitale del Merseyside

Le lezioni intano proseguono. Stringo legami in particolare con una simpatica ragazza sudcoreana, una canadese, alcuni ragazzi francesi e una coppia colombiana, che in seguito avrò anche il piacere di ospitare a Venezia. English in Chester non si limita a creare un percorso personalizzato per le proprie esigenze, ma organizza anche uscite collettive per cementare i vincoli tra i vari compagni di classe (che cambiano a seconda delle materie), facendo loro conoscere le città e i dintorni. E così, una domenica mattina, eccomi a bordo di un autobus con studenti da ogni dove, destinazione il Lake District, una delle zone più amate dai sudditi di Sua Maestà. Ancora oggi, quando rivedo il film Miss Potter, storia vera della scrittrice Beatrix Potter (Renèe Zellweger), e ambientato anche nel Lake District, rivedo quel viaggio e quei volti.

Da grande amante della scrittura e del camminare in solitaria, non ci metto molto a trovare qualche angolino dove ritagliarmi momenti di ispirata solitudine. Cresciuto nella cultura del Central Perk della sitcom Friends, una cui copia del locale newyorkese si trova anche a Chester, trovo nel Caffè Nero, lungo la centralissima Eastgate Street, un luogo ideale per scrivere appunti e poesie, pratica questache porto avanti ininterrotta dal lontanissimo 1994. Insieme a una grossa tazza di cappuccino, qualche dolcezza "cioccolatosa" e il mio inseparabile laptop, intingo parole direttamente dalla strada. Alcune di quelle poesie chiuderanno il libro edito Latitudini V - Parole in viaggio (2011, Granviale Editori). Nel calore della vita di Chester, riprendo anche l'antica pratica dello scrivere lettere a mano.

La vita prosegue. Chester mi entra sempre più dentro. Una città a misura d'uomo. Il supermercato Tesco in centro, sempre molto ospitale, mi introduce ai sapori inglesi: dalle apple pie e lo sciroppo d'acero per i pancake già pronti per colazione al burro Country Life grandiosamente pubblicizzato da Mr Johnny Rotten (Sex Pistols), passando per i dolci salati con mele e maiale. Quando posso, vado a mangiare fuori prediligendo sempre l'autoctono fish & chips o hamburger con contorni caserecci come la crema di piselli, come nel rustico Telford Warehouse, lungo il fiume Dee, o il The Brewery Tap, anch'esso molto caratteristico. Già passato durante un reportage all'Estate Farm nella vicina Hawarden in Galles, la permanenza a Chester mi ha ridato la possibilità di immergermi in un clima agreste degno delle fiabe di folletti.

I giorni passano felici, poi arriva l'ultima lezione. La data sul biglietto aereo del ritorno, da Londra, è ormai imminente. Complice l'orario del volo, opto per passare la mia ultima notte nella capitale inglese. Un errore madornale. La metropoli mi stordisce in un nanosecondo. Mi ritrovo così a camminare sul Tower Bridge triste e preoccupato. Non potevo saperlo, ma nel giro di qualche anno sarei tornato su quello stesso percorso in tutt'altro umore, in amichevole compagnia e finalmente sedotto dalla City. Il presente però è diverso e molto sofferto. Solita angoscia da decollo e rieccomi in Italia. Atterro quasi sbattendo a terra tale è la massa di nebbia che sta avvolgendo Venezia, scoprendo in seguito che il mio volo è stato l'ultimo ad aver avuto l'autorizzazione all'atterraggio. 

Sono di nuovo a Venezia, non mi sembra vero, ma qualcosa è cambiato e lo percepisco subito. L'insofferenza per la mia stantia situazione lavorativa monta ogni giorno di più. Nel frattempo il mondo della comunicazione sta cambiando, SEO e i social media si fanno sempre più strada e inizio a interessarmi. Inizio a buttarmi fuori. Sempre di più. Rispondo ad annunci su annunci ma di fronte a me c'è solo un muro appiccicoso di squalificante italianità. Collaboro, sbagliando, anche gratuitamente pur di aumentare l'esperienza. Vacillo, di brutto, ma non crollo. Poi qualcosa accade: ricevo una risposta vera. Professionale. Mi chiedono due articoli tecnici di prova, che mi sarebbero stati retribuiti a prescindere dall'assunzione. La mia interlocutrice era italiana ma l'azienda estera. Passai il test. Di lì a qualche giorno iniziai quella che sarebbe diventata un'esperienza di 22 mesi consecutivi di lavoro da remoto (smart working) full time, dal lunedì al venerdì, sempre in collegamento via Skype

Mi sveglio la mattina. Accendo il computer e alle 7.30 del mattino sono già operativo, alle volte con ancora il cappuccino sul tavolo e il pigiama indosso. Ogni giorno mi vengono dati gli argomenti e le mie dita, già svezzare dalla cronaca e in perfetta sincronia con velocità di analisi e creatività, iniziano a fare il proprio dovere, finalmente e degnamente retribuito. Ogni giorno interagisco con tre persone. C'è sempre rispetto e professionalità. Un giorno la mia capa mi riprende perché il 5 del mese non ho ancora ricevuto lo stipendio e avrei dovuto subito avvisarla. In un'altra occasione, in cui le chiesi di fare 9 ore invece di 8, mi risponde di no poiché non voleva che lavorassi stanco, visto che 8 erano più che sufficienti.

A parte qualche piccola pausa, da allora (10 anni) non ho più smesso di cimentarmi con lo smart working, diversificando non poco le attività e lavorando anche sul fronte della ricettività online, traduzioni dall'inglese all'italiano e in ultima con i social media, di cui mi sono appassionato, studiando e frequentando corsi professionali. Non so cosa mi riserveranno i prossimi dieci anni ed è probabile che molto cambierà ancora ma di sicuro qualcosa non muterà nella mia mente. La certezza che se non avessi deciso di andare in Inghilterra, a Chester, non mi sarei mai sbloccato. Dieci anni fa partii per la Gran Bretagna con poche idee e una forza incrollabile nella ricerca di un futuro migliore. La strada è stata lunga e lo sarà ancora ma qualcosa è accaduto, e dieci anni dopo sono ancora qui a ricordarlo con orgoglio e soprattutto, tanta felicità.

Chester (Inghilterra - UK), la vita quotidiana © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK) © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), un canale del fiume Dee © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), un canale collegato al fiume Dee © Luca Ferrari
Il biglietto del treno Chester-Liverpool © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), l'ingresso al supermercato Tesco © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), la pratica dello squash © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), un autobus locale © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), il Caffè Nero © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), campi da tennis gratuiti © Luca Ferrari

Chester (Inghilterra - UK), il pub The Brewey Tap © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), una grassa porzione di fish and chips © Luca Ferrari
L'ingresso all'Estate Farm di Hawarden (Galles) © Luca Ferrari
Il magnifico scenario del Lake District (Inghilterra - UK) © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), davanti allo store ufficiale del Liverpool FC © Luca Ferrari
Chester (Inghilterra - UK), davanti allo store ufficiale del Liverpool FC © Luca Ferrari