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Chester (UK), a passeggio © Luca Ferrari |
Vivere per qualche tempo all’estero è un’impareggiabile esperienza di vita. Ci si trasforma in una creatura autoctono-turistica. Così almeno accadde a me, a
Chester.
di
Luca Ferrari
Le
rovine dell’Antica Roma da una parte, la costante del fare la spesa al
supermercato Tesco dall’altra. E poi lo studio della lingua inglese, i campi da tennis gratuiti, la visita allo
Zoo, il pub preferito e le lunghe
passeggiate lungo il fiume Dee. Vivere un’esperienza oltreconfine parla già da sé. Ma aldilà degli aspetti più evidenti, è la quotidianità la vera magia. A me è successo, a
Chester, nel nordovest inglese. Ma il merito di quell'indimenticabile quell’esperienza non lo posso certo dare tutto al sottoscritto.
Prendi un aereo e d’improvviso nessuno parla più italiano. Faccio fatica a comprendere tutto. La mattina dopo è uno shock. Dalla finestra non vedi più il classico panorama. Sei smarrito. Sei lontano. Sei felice. Hai freddo, ma sei felice. Sei di passaggio, lo sai. Pensi che non potrai più di tanto affezionarti. Quant’è bello avere torto. Anche la colazione è differente. Se mai avessi ancora dei dubbi, l’odore del pane tostato chiarisce dove mi trovi. In
Inghilterra, contea del
Cheshire.
Mi sono fatto spiegare la strada per la mia prima destinazione, ma è certo che non andrà tutto regolare specie quando dovrà tornare, perché sarà buio. Così è. Sgusciato fuori da un sottopassaggio perdo ogni punto di riferimento. Per fortuna che sono diretto in zona stazione, e non è difficile da spiegare a una signora, per altro molto gentile come tutti i residenti. L’indomani, lo stesso.
Arriva il primo weekend e vado a
Liverpool. Ne seguiranno altri, e mi comporterò da viaggiatore errante armato di penna, taccuino e macchina fotografica. I veri reportage però li faccio ogni giorno. Da quando mi sveglio e parlo in un ambiente familiare italiano a quando mi ritrovo circondato da persone di tutte le età provenienti da
Sud Corea, Brasile,
Argentina,
Francia,
Cina,
Canada,
Svizzera e
Colombia.
Scopro la passione per lo squash. Scopro la passione di vedere un mondo ogni giorno diverso da me, e quando le lancette del Tempo indicano che all’aeroporto di Manchester mi stanno aspettando, iniziano a prendere corpo fastidi, perplessità e la più classica delle sensazioni del –
ma perché le cose belle devono sempre finire –? Così è, almeno fisicamente.
Perché io oggi nemmeno ci pensavo di raccontarvi tutto questo. Poi, quel gran socievole ficcanaso di
Facebook mi ha ricordato che una persona oggi compie gli anni. Una persona che ho conosciuto proprio lì, a
Chester. E allora, perché non far vedere quei luoghi vissuti nello stesso momento?
Friendship never ends cantavano nel loro primo singolo cinque “speziate” fanciulle inglesi. E proprio le note e le parole di quella celebre canzone, un giorno udii uscire da un locale mentre una sera rientravo verso il mio giaciglio.
Una sera qualunque. Una sera di quotidiana e amichevole normalità, a
Chester.
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Chester (UK), il risveglio © Luca Ferrari |
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Chester (UK), © Luca Ferrari |
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Chester (UK), uno scoiattolo © Luca Ferrari |
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Chester (UK) © Luca Ferrari |
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Chester (UK), turismo britannico © Luca Ferrari |
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Chester (UK), la fame comanda © Luca Ferrari |
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Chester (UK), voga all'inglese sul fiume Dee © Luca Ferrari |
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Chester (UK), l'Università © Luca Ferrari |
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Chester (UK), torte per la colazione al Tesco © Luca Ferrari |
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Chester (UK), l'autobus per la stazione © Luca Ferrari |
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Chester (UK), campi da tennis gratuiti © Luca Ferrari |
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Chester (UK), l'Anfiteatro Romano © Luca Ferrari |
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Chester (UK), la chiesa di St. John The Baptist © Luca Ferrari (5)© Luca Ferrari |
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Chester (UK), lo zoo © Luca Ferrari |
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Chester (UK), l'acquario © Luca Ferrari |
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Chester (UK)... è quasi ora di partire © Luca Ferrari |
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Chester (UK), il treno per Manchester © Luca Ferrari |
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