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venerdì 4 giugno 2021

Uppsala fluviale, verso il Castello di Skokloster

Svezia, in battello davanti al castello di Skokloster © Luca Ferrari

Da Uppsala (Svezia) fino al castello barocco di Skokloster. Navigando sul fiume Fyrisan, fino ad arrivare al golfo di Ekoln, all’estremo nord del lago Mälaren,

di Luca Ferrari

Viaggio nella Svezia più naturale.  Tinte verdastri. Blu come il mare più profondo. Fiumi e laghi sono la mia strada insieme a estemporanei compagni di viaggio. Complici nei visi. Negli scatti fotografici. In qualche ricordo. Quando la corda si stacca dalla banchina, siamo tutti testimoni di questa piccola crociera. Nessuna fermata. Solo noi, l’acqua, la ricca vegetazione sulle sponde e qualche avamposto civile. Dall'esperienza vissuta per il magazine online il reporter, un nuovo mondo acqueo mi si staglia  davanti.

Una fresca brezza mi accompagna nei miei passi di prima mattina a Uppsala, a poco più di 70 km da Stoccolma, capitale della nazione scandinava. Con ancora negli occhi ancora il trionfo barocco della cattedrale, sono pronto per una nuova destinazione. Di mattina presto attraverso la città costeggiando il fiume Fyrisan, fino a raggiungere il ponte Islandsbron dove il battello Carl Gustaf Wrangel è lì ormeggiato. Il molo è ancora privo di passeggeri. I locali vicini sono chiusi.

Il capitano ha la tipica aria del vecchio lupo di mare, con tanto di fiera barca bianca. Sul traghetto i posti seduti sono un centinaio al coperto, più altri 48 al piano superiore all’aperto. Solitamente il servizio è in funzione dal maggio al metà settembre. Nel periodo autunnale il fiume è spesso ghiacciato. Una sola partenza giornaliera da Uppsala alle h. 11 con arrivo al castello dopo quasi due ore di navigazione. Prezzo ragionevole attorno alle 200 corone (circa 20 euro) il prezzo di andata e ritorno; gratuito per gli under 12 accompagnati da un adulto gratis e gli over 85.

Nella prima parte del viaggio resto quasi sempre a prua, con le mani a caccia di sussurri rallentati. La navigazione non subisce mai impennate. La corrente è in sintonia col paesaggio circostante. Nei miei ricordi più splendenti in terra svedese, c'è il mare roccioso e sconfinato di Smogen. Questo è un alltro ecosistema. Alberi acquatici. Qualche attracco che mi rimanda al vecchio Mississippi. Da questa posizione riesco solo a immaginare che l’intero mondo sia un posto meraviglioso.

Il sole scalda velocemente. Inizio a bazzicare anche i piani alti. Tra una salita e una discesa, trovo il tempo di sedermi sulla scaletta e guardare la scia di onde da poppa, mentre dietro, fedele, ci segue una barca a vela. Sulla riva destra riconosco un impianto di risalita in attesa di rimettersi al lavoro con le fitte nevicate invernali. Sulle orme delle epiche sfide tra le università di Oxford e Cambridge, incrociamo un equipaggio impegnato nella voga all’inglese, tra un paio di chiuse, un minuscolo battello traina un imbarcadero completo di tavolino e rimessa.

Quasi due ore di navigazione, poi finalmente, nel golfo del Lago Ekoln, s’intravede la fisionomia del castello di Skokloster. Sempre più vicina. Inizio a provare una certa reticenza a sbarcare. Più forte persino della curiosità di partire alla scoperta delle sale della fortezza del monarca svedese. Credo sia così. Sono sicuro di aver passato i primi minuti del viaggio in attesa che qualcuno scambiasse il mio zaino  per un regalo dimenticato. Insolitamente, sono sicuro di non aver mai chiuso gli occhi per tutta la durata di questo itinerario.

Adesso invece che sento già il profumo della terra, vorrei sempre di più continuare a solcare le correnti, in attesa che il rosso del cielo allunghi i suoi lembi fin dentro le profondità acquee. Non ha mai preteso di seguire un cammino. Ecco perché è sempre stato così facile perdermi. Adesso vorrei che ognuno prima di scendere mi consegnasse le sue bussole. Dal nucleo della vita, la somma dei movimenti gitani sprigiona la forza in poche e significative espressioni di bolina. 

Svezia, a passeggio per Uppsala © Luca Ferrari
Svezia, in battello. Si parte da Uppsala © Luca Ferrari
Svezia, in battello sul fiume Fyrisan (Uppland) © Luca Ferrari
Svezia, in battello sul fiume Fyrisan (Uppland) © Luca Ferrari
Svezia, in battello sul fiume Fyrisan (Uppland) © Luca Ferrari
Svezia, in battello sul fiume Fyrisan (Uppland) © Luca Ferrari
Svezia, in battello sul lago Malaren (Uppland) © Luca Ferrari
Svezia, in battello sul lago Malaren (Uppland) © Luca Ferrari
Svezia, in battello sul lago Malaren (Uppland) © Luca Ferrari
Svezia, in battello sul lago Malaren (Uppland): il castello di Skokloster © Luca Ferrari
Svezia, il battello ormeggiato sul lago Malaren (Uppland) © Luca Ferrari

domenica 7 maggio 2017

Smögen, le rocce davanti al Kattegat

Smögen (Svezia), il faro sull’isolotto di Hållö © Luca Ferrari
Giganteschi scogli lisci. L'immensità dello stretto del Kattegat. Natura e silenzio. A passeggio per Smögen, sul molo più lungo dell’arcipelago occidentale di Svezia.

di Luca Ferrari

Risvegliato da un più che mattutino sole accecante in quel di Klädesholmen (municipalità di Tjörn) dove vivono appena poche centinaia di abitanti, e dopo aver raggiunto la vicina e placida Skärhamn, punto il mio gps cartaceo verso una nuova meta in terra di Svezia, Smögen, un piccolo isolotto della costa occidentale della Svezia, a circa 135 km da Goteborg. Cronaca di un reportage realizzato e vissuto con Il Reporter - raccontare oltre confine.

Fin dai primi metri in autostrada (gratuita), vengo subito colpito dalla tranquillità degli svedesi al volante. Pur con i limiti a 110 km/h sulla E6 che porta a Oslo da una parte e Malmö nella direzione opposta, è raro vedere qualcuno che sfrecci, o addirittura superare. Meglio così. Il viaggio è di gran lunga più rilassante. Finito di attraversare altri freschi spazi di verde, un cartello mi dà il benvenuto nel comune di Sotenäs.

Smögen, le cui prime notizie storiche si attestano alla fine del 16° secolo ed è celebre per il suo mercato ittico, è collegata alla terraferma da un futuristico ponte. Il resto lo posso interamente affidare ai miei occhi senza quattro ruote sotto i piedi. Il tempo di spegnere il motore e sono già nel piccolo dedalo colorato che mi conduce al molo. Sospeso tra le casette in legno colorato dei pescatori e l’acqua del Kattegat, il tratto di mare tra la Svezia e la penisola danese dello Jutland,

Fin dai primi passi sembra come di stare in mezzo all’oceano. I giganteschi scogli lisci potrebbero essere il dorso di un capodoglio. La giornata di sole permette di godersi il panorama e dopo qualche minuto in cui sto saltando da una roccia all’altra, mi giro verso il centro abitato. Le case col tetto a V rovesciata mi appaiono in tutta la loro ordinata bellezza.

Una prima scalinata in pietra m’introduce sempre più all'interno di un regno dove non v’è quasi traccia di esseri umani. Solo un po’ di vegetazione con qualche fiorellino e qualche freccia bianca disegnata sopra la pietra per evitare di perdersi. Il tutto sotto l’aere salato, le correnti e le onde del mare che s’intervallano. E lì, a fianco della roccia, un comodo sentiero costruito con assi di legno in alcuni dei punti meno accessibili.

Gli scarsi rumori del villaggio sono già un ricordo e davanti a me, nell’orizzonte vicino e irraggiungibile, distinguo già la sagoma del faro sull’isolotto di Hållö, con le sue tipiche rocce granitiche rosate e l’acqua ancor più cristallina di quella che ho già sotto i miei occhi. Dovrei farmi qualche amico fra le creature marine per sbarcarci. O quanto meno, imparare a guidare una barca.

Le striature di alcuni macigni rimandano a ere metamorfiche millenarie. Arrivato in cima dei complessi rocciosi, trovo anche un salvagente che potrebbe risultare molto utile in caso di incidenti. E poco più sotto, a pochi metri dal mare, un pescatore. Solo lui, la canna e l’amo. Vorrei andare a salutarlo e parlarci ma romperei l’incantesimo. Lo osservo per qualche secondo. Sguscio via. Perso nel blu della distesa acquatica svedese.

Da Smögen al Kattegat  © Luca Ferrari
Il piccolo centro abitato di Smögen © Luca Ferrari
Smögen, mare e cielo © Luca Ferrari
Il piccolo centro abitato di Smögen © Luca Ferrari
Smögen, scorcio davanti al Mare del Nord © Luca Ferrari
Smögen, un placido pescatore © Luca Ferrari

domenica 17 aprile 2016

Stoccolma, il tour dei canali

Stoccolma, isola di Djurgarden - Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Viaggio in battello nei canali di Stoccolma, tra le isole di Kungsholmen e Djurgarden. Alla scoperta del patrimonio naturalistico e culturale della capitale svedese.

È formata da quattordici isole che si affacciano sul Mar Baltico. È considerata la capitale della Scandinavia. È una metropoli senza la frenesia di tante esimie colleghe. Nonostante il passaggio di imponenti navi da crociera, le sue acque sono così pulite da poterci fare il bagno e pescare salmoni. Dall'archivio dei reportage realizzati per Il Reporter - viaggiare oltre confine, benvenuti a Stoccolma

Per tutte quelle città sorte sull’acqua, a cominciare da Venezia stessa, ci si sente sempre ripetere che il modo migliore per andare alla sua scoperta è osservarla dalle proprie arterie fluviali o lagunari che siano. Non fa eccezione Stoccolma, capitale della Svezia, che grazie a un diversificato servizio di battelli è in grado, a seconda dell’interesse, di rivelare i suoi variegati e delicati volti.

Partito a piedi dalla Stazione Centrale, già dopo pochi metri un eloquente cartello indica Klara Mälarstrand, con il disegno di una battello: l’ideale per comprendere al meglio anche chi non mastica troppo bene la lingua. Nel cuore della città le piste ciclo-pedonali s’inseguono in ogni dove, con i pedoni che si devono guardare più da qualche bicicletta saettante che non dalle macchine. Pochi minuti di tragitto e l’aria salmastra mi avvolge ogni poro.

A fianco del molo svetta il sontuoso Palazzo del Municipio, sede ogni anno della consegna dei Premi Nobel. Inizio con l’Historical Canal Tour (Kungsholmen Runt), attorno la seconda isola più grande di Stoccolma, Kungsholmen. Sul mezzo sono attrezzatissimi. Cartina topografica con indicato il tragitto e i nomi degli edifici più importanti, con cuffie per ogni posto a sedere in otto-dieci lingue (italiano incluso).

Nel 18° secolo l’isola era popolata solo da fattorie. Nel corso degli anni sono diventate fabbriche, quindi uffici e infine abitazioni per la sempre più numerosa popolazione. Passo davanti al Karlberg Palace e nel parco adiacente dove l’antico monarca Carlo XII era solito cacciare, e dove è sepolto con tanto di lapide uno dei suoi cani prediletti (Pompe). Poco dopo, ecco la colonia di giardini. Un trionfo di natura. Orti privati che il governo, a cominciare dal secolo scorso, iniziò a dare in gestione ai cittadini per far sì che potessero lasciare gli edifici in città, e godersi i benefici della vita di campagna.

Superato un altro ponte, il paesaggio si apre. È il porticciolo di Pampas, dove le barche sono vere e proprie abitazioni con tanto di obbligo di allacciamento alla rete fognaria ed elettrica. Giusto il tempo di tornare a terra, godermi una breve passeggiata fino ad arrivare in piazza Nybroplan e sono di nuovo a bordo, questa volta sul Royal Canal Tour, direzione e circumnavigazione dell’isola di Djurgarden.

Sulle due sponde si alternano sedi istituzionali, musei (sport, etnografico), torri, castelli. Perfino un antico mulino. Nelle immense aree verdi molte persone si dedicano al footing, altre allo yoga, qualcuno a cavallo e altri semplicemente in relax. Passo davanti a uno dei 28 parchi nazionali di Svezia, il più grande di Stoccolma, con boschi, oasi e sentieri. Si trovano varie querce secolari dove la più antica ha più di 600 anni.

In cima a un colle c’è anche il palazzo dell’Ambasciata Italiana, e la sua bandiera svolazzante sembra quasi voler salutare un suo connazionale lontano da casa. I cinquanta minuti di tragitto si avviano alla conclusione. Mi fa uno strano effetto pensare che l’innalzamento delle acque (pochi millimetri ogni anno) potrebbe un giorno impedire questo percorso acqueo e addirittura l’esistenza di case che andrebbero spostate altrove.

Scendo a terra non del tutto sazio di mare. Sento che vicino c’è un antico vascello con una storia. Una storia che vi presto vi racconterò, portandovi all'orizzonte...

Stoccolma, inizia il Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, inizia il Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma - Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, isola di Djurgarden - Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, isola di Djurgarden - Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, isola di Djurgarden - Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, l'Ambasciata Italiana sull'isola di Djurgarden - Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, isola di Djurgarden - Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, Royal Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, Historical Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, Historical Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, il Palazzo del Municipio dall'Historical Canal Tour © Luca Ferrari
Stoccolma, in volo verso l'Historical Canal Tour © Luca Ferrari

martedì 14 gennaio 2014

Göteborg, Walk of Life

Göteborg (Svezia) © Luca Ferrari
Viaggio nella Svezia meridionale, a Göteborg. Votata dalla Commissione Europea la città più “a misura di disabili” per l’anno 2014.

di Luca Ferrari

Quartieri pedonali e ciclabili. Parchi, orti botanici, tram made in Italy. Refoli del Mare del Nord. Situata nella contea di Västra Götaland e collocata nella provincia storica del Västergötland, nella Svezia meridionale, la città di Göteborg mi attende. Dall'esperienza vissuta per il magazine online il reporter, il mio primo servizio.

Nord Europa con ispirazione indonesiana via Orange. In una parola, Göteborg, la porta dell’arcipelago occidentale di Svezia. Fondata da re Gustavo II Adolfo e realizzata sul modello di Giacarta dagli Olandesi, già esperti di canali, acqua e fango, la città svedese ha sempre rappresentato un punto strategico trovandosi a metà strada tra la capitale norvegese Oslo e quella danese Copenaghen.

Padre del fondatore della città fu Carlo IX, di cui una gigantesca statua equestre in bronzo e rame mi dà il “là” per l'inizio di questo nuovo reportage. Il monumento domina la Kungportsplatsen (letteralmente significa piazza King's Gate, dall’omonima porta), e venne costruita nel 1852 quando il Cancello era circondato da un fossato.

Non solo gli olandesi investirono nella città svedese, ma anche tedeschi, inglesi e scozzesi. Göteborg ha sempre beneficiato della generosa intraprendenza europea. “Ospedale, università”, spiega la guida Anna Melin mentre guida i miei primi passi nel centro cittadino, “qui la maggior parte delle strutture pubbliche sono state realizzate grazie a generose donazioni”.

Parchi verdi e giardini botanici sono una costante. Me ne accorgo subito costeggiando uno dei tanti canali navigabili, con una particolare attenzione alle piste ciclabili e zone pedonali. Secondo le statistiche comunali, ogni abitante della città dispone di 175 mq di spazio verde. Non di meno, sono molti i rilassanti Caffè dove servono colazioni continentali ed europee.

Passeggio per la Haga Nygata, ricca di case d'epoca. Ancora qualche metro ed eccomi a Linnegatan, una strada di circa un chilometro nel quartiere di Haga, è dedicata al celebre botanico svedese Carl von Linné (Carolus Linnaeus, 1707-1778), uno degli scienziati più prominenti della Svezia nonché uno dei fondatori della scienza biologica grazie al suo sistema per classificare piante e animali.

Perpendicolare a quest'ultima c'è la Nordeskiolds – gatan (19-19) dove si trovano sette ristoranti italiani. Più in alto invece, ha sede il Naturhistoriska Museet, il museo più antico della città, al cui interno si trova una balena blu e dove, emulando le avventure del Pinocchio di Collodi, si può entrare dentro il gigantesco mammifero.

Non corro il rischio di sentirmi lontano da casa. I tanti e ordinati tram che attraversano Göteborg sono stati realizzati a Palermo, Napoli e Reggio Calabria. Faccio poi tappa in piazza Götaplatsen, casa del Göteborg Museum of Art. Di fronte c’è il dio del mare Poseidone, sontuosa opera realizzata dallo svedese Carl Milles (1875-1955), molto noto e affermato anche negli Stati Uniti. 

Le corolle floreali mi accompagnano con mano gentile sempre più avanti. A pochi passi dal Rosenbergs Teatern, trovo la scultura Non Violence, la cui originale si trova a New York davanti al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. L'opera raffigura una pistola attorcigliata che non spara più, realizzata dell’artista svedese Carl F. Reutersward subito dopo aver appreso la notizia dell'assassinio del cantautore inglese e suo amico John Lennon.

Cammino fino ad arrivare al porto. Le raffiche eoliche si fondono nel mare tinteggiato dal sole. La grande ruota panoramica aspetta i suoi passeggeri. Indugio nell’orizzonte. Pochi minuti ancora e potrò imbarcarmi verso l'Eriksbergshallen. Ma questa è un'altra storia.

Göteborg (Svezia) © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia), un tram made in Italy © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia) © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia) © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia), la fontana di Poesidone © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia), la scultura Non Violence di Carl F. Reutersward © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia) © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia), la ruota panoramica © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia) © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia) © Luca Ferrari
Göteborg (Svezia), l'imponente statua di Carlo IX © Luca Ferrari