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venerdì 8 marzo 2013

Nel mezzo del bosco innevato di Plan

da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan, sugli sci nel bosco © Luca Ferrari
Dal centro abitato di Plan (1.627 m s.l.m.) in Val Passiria, a quasi 3.000 metri di altitudine. E poi via, in discesa con gli sci nel mezzo del bosco innevato.

di Luca Ferrari

In marcia con Grünboden Express fino in cima al Monte Tavolino (Sefiarspitze, 2.848 m s.l.m.) con una micro-tappa sui propri sci. Inizia la prima discesa che culmina con una sosta al rifugio Grünboden (2020 m s.l.m.), e magari gustarsi una succulenta fetta di strudel. A quel punto si potrebbe proseguire per la pista canonica oppure tornare al paese attraverso un tracciato alternativo, aperto anche a slittini e pedoni, nel bosco. Into the Wild...

Prendo confidenza con la corazza. Ogni albero ricoperto di neve nasconde un segreto immutabile nei secondi. Ho la tendenza a prendere le sembianze dai miei respiri per tutto il tempo in cui non dormo. E della notte qui non v’è traccia. Dopo una prima e morbida pendenza scopro nuovamente di essere solo. Chissà cosa sta succedendo dentro di me. Al sole cerco rimedi. 

Negli sguardi intimoriti della macchia traggo insegnamenti. Ho già la fronte accaldata. Non sono certo di sapere dove tu abbia sognato l’altra notte. Non sono certo di voler uscire da qui se non dopo aver composto la mia quattordicesima invocazione a squarciagola. E so già da ora che alla fine potrò rimanere con gli occhi chiusi e riprendere il mio cammino. 

Un viaggio nel silenzio della natura tra curve strette ma non difficili. Con il panorama che via via si apre fino a costeggiare il fiume omonimo Pfelderer Bach, sbucando dinnanzi al ponticello in legno che riconduce all’impianto di risalita con skilift verso Cima delle Anime. E da lì dunque ricominciare la magia sulle nevi della Val Passiria, a Plan (Bz).

da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan © Luca Ferrari
da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan © Luca Ferrari
da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan: l'ingresso nel bosco © Luca Ferrari
da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan, sugli sci nel bosco © Luca Ferrari
da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan, sugli sci nel bosco © Luca Ferrari
da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan, sugli sci nel bosco © Luca Ferrari
da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan, sugli sci nel bosco © Luca Ferrari
da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan, sugli sci nel bosco © Luca Ferrari
da Monte Tavolino (Sefiarspitze) verso Plan, sugli sci nel bosco © Luca Ferrari
Plan compare dal bosco © Luca Ferrari
Plan e l'omonimo torrente; oltre, l'impianto di risalita su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Plan e l'omonimo torrente - si ricomincia... © Luca Ferrari

martedì 18 dicembre 2012

Val Passiria, sciando sul Monte Tavolino

La pista da sci del Monte Tavolino © Luca Ferrari
In cima all’Alto Adige. Sugli ultimi piani rocciosi del Monte Tavolino (2848 m s.l.m.), circondato dai suoi esimi colleghi delle Alpi Retiche Orientali. 


Da quassù ci vedo chiaro. Sento di avere tutto così placidamente vicino che potrei anche invertire il senso degli scarponi e riuscirei ugualmente a completare il tracciato fino a valle, in un totale e compulsivo stato di libertà. E anche se i fiocchi continueranno a cadere candidi solo dal cielo, io non smetterò mai di cercare una nuova continuazione per questo incontaminato viaggio montano.
 
Abbandonata la facile pista sotto Cima delle Anime, invece della classica discesa direzione skilift, prendo un’altra strada. Con la piccola Plan in Val Passiria (Bz) fronte a me, mi incanalo verso la parte più a sinistra, costeggiando l’omonimo torrente (Pfelderer Bach). Gli sci scorrono che è un piacere.

Mettendomi nella classica posizione a uovo, lanciato diritto, controllo che le gambe stiano il più vicino possibile; in caso di sbandata potrebbe finire molto male. L’esperienza mi aiuta, e in un attimo, dopo aver attraversato anche un ponticello ricoperto di neve, con ancora addosso l’inerzia della velocità guadagnata poco prima, arrivo direttamente all’impianto di risalita Grünboden Express.

Per raggiungere il rifugio a 2020 m s.l.m. c’è sia la cabinovia che la seggiovia. La prima è generalmente riservata a chi s’imbarca con slittino o semplicemente per quei pedoni che hanno voglia di fare qualche passo in alta quota senza disdegnare uno sfizioso spuntino. La seconda invece è solo a uso sciatori: sei posti con gli sci che possono ballare nel vuoto o essere posati su comodi poggiapiedi.

Plan (Bz), la seggiovia Grünboden Express © Luca Ferrari
Rispetto a passate e analoghe esperienze, tutto procede in modo perfetto. Mai un calo di tensione. Il freddo neanche si sente. Attraversare un bosco, guardando dall’alto le punte di pini e laricim non è esperienza di tutti i giorni. Con una cintura meccanica a proteggerci tutti, un po’ a fatica lego bene entrambe le racchette a una manom mentre con l’altra mi diletto in qualche scatto. Tutti i miei temporanei compagni di viaggio restano in una sorta di rispettoso silenzio verso la Natura sotto di noi. È quasi impossibile commentarla. La si può solo ammirare stretta in un morbido abbraccio nevoso.

Raggiunta destinazione, il gancio meccanico si solleva automaticamente. C’è chi inizia a scendere puntando direttamente a Plan e chi invece, come il sottoscritto, non è ancora soddisfatto dell’altitudine raggiunta. Facendo poche decine di metri in discesa infatti, c’è una seconda seggiovia, più piccolina, che conduce a oltre 2.500 metri, sempre sul Monte Tavolino (Sefiarspitze). Rispetto alla prima salita, questo secondo impianto è riscaldato. Solo le gambe restano fuori.

Si va su, e ancora più su. Ci sono sempre meno alberi, per non dire totalmente assenti. Nell’immensa coltre nevosa spunta solo qualche pezzo di roccia bruna. Il resto è bianco. Davanti a me ho lo spettacolo delle Alpi Retiche Orientali e la Cima delle Anime, di cui prima ho fatto un pezzo sugli sci, in tutto il suo impotente e candido splendore. 

Attaccato alla mia schiena ho lo zaino con l’ingombrante macchina fotografica. Impossibile pensare di scendere con un simile e delicato apparecchio a penzolarmi sul collo. Sarebbe anche pericoloso per me. La pista è impegnativa, ma giudicata (a ragione) di media difficoltà.

È il mio momento. Gli sci seguono subito le mie intenzioni. Buon segno. Gli altri sciatori sono estremamente disciplinati. Non sono i classici idioti della domenica che sfrecciano da incoscienti. Sono almeno due le prime pareti da fare, poi,  su un breve tratto simil-pianeggiante, c’è spazio per un break panoramico con tanto di rete di protezione. Quanto basta per far rifiatare gli arti provati dalle continue frenate, e immortalare ogni millimetro quadrato di paesaggio valpassiriano.

Più scendo e più prendo confidenza. A tratti ci sono dei grumi di neve soffice. L’ideale per rallentare la velocità, ma allo stesso tempo da starci molto attenti se ci si finisce dentro dritti con le punte. Dopo cinque minuti abbondanti di discesa, in lontananza, il rifugio Grünboden entra nel mio campo visivo. Mi sento leggero e pecco di troppa confidenza. Senza rendermene rischio di fare involontariamente un fuori pista. Una ragazza con casco di protezione bianco e giacca a vento rosa se ne accorge, e inizia a gesticolare per farmi capire che sto clamorosamente sbagliando. Breve sterzata, e riguadagno lo spazio più congeniale. Provo a raggiungerla per ringraziarla, ma è una saetta e si è già dileguata come il vento.   

Ancora qualche ampio spazio in discesa e arrivo alla baita. Mi guardo alle spalle. Quasi non ci credo di essere sceso da così in alto. Sono ancora un po’ sospeso tra sogni e realtà quando lo spalancare la porta lignea, così romanticamente hansel&gretelliana, del rifugio Grünboden, mi rifà toccare terra con i golosi odori della cucina tirolese. Una voragine di fame mi si spalanca dentro. L’adrenalina chiede il conto. Il successivo passo è un doppio succo di mela con contorno di alcune delle prelibatezze più tipiche altoatesine: uova con speck e torta di grano saraceno.

Terminato il pasto, per non farmi mancare nulla, affido gli sci a una simpatica coppia di turisti che ritorna a Plan in cabinovia, mentre io decido di raggiungere il paese in slittino. Senza troppe indicazioni schizzo in mezzo al bosco. C’è chi scende su una specie di bicicletta con uno sci al posto delle due ruote, e chi sale a piedi sul sentiero a fianco.

A metà tragitto circa azzero la velocità. Voglio continuare a piedi. Rimanere in questo angolo piccino il più a lungo possibile. Solo io e il bosco. Faccio inevitabilmente difficoltà a camminare. Quando nel mio udito, oltre allo scricchiolio di qualche stalattite ribelle, mi penetra un vociare umano, raccolgo goffamente, e un po’ emozionato, tutta la neve che riesco e la lancio sopra la mia testa, finalmente liberata dal giogo del cappello di lana. Sento il gelo stringersi in una familiare cascata sommersa. Eccomi. Sono riuscito a tornare fino a qui, semplicemente ripetendomi quello che ho sempre avuto in mente.

Plan (BZ), seggiovia Grünboden Express sul Monte Tavolino © Luca Ferrari
Seggiovia Grünboden Express sul Monte Tavolino © Luca Ferrari
La neve immacolata sulla pista da sci del Monte Tavolino © Luca Ferrari
Sciatrici pronte a lanciarsi sulla pista da sci del Monte Tavolino © Luca Ferrari
La pista da sci del Monte Tavolino © Luca Ferrari
La pista da sci del Monte Tavolino © Luca Ferrari
La pista da sci del Monte Tavolino © Luca Ferrari
La pista da sci del Monte Tavolino © Luca Ferrari
La pista da sci del Monte Tavolino © Luca Ferrari
Monte Tavolino, il rifugio Grünboden © Luca Ferrari
Monte Tavolino, il rifugio Grünboden © Luca Ferrari
Monte Tavolino, uova e speck sul rifugio Grünboden © Luca Ferrari
Monte Tavolino, torta al grano saraceno rifugio Grünboden © Luca Ferrari
Dal rifugio Grünboden a Plan in slittino © Luca Ferrari
Dal rifugio Grünboden a Plan in slittino © Luca Ferrari
Dal rifugio Grünboden a Plan in slittino © Luca Ferrari
Dal rifugio Grünboden a Plan in slittino © Luca Ferrari

venerdì 14 dicembre 2012

Val Passiria, in discesa da Cima delle Anime

Cima delle Anime, pista da discesa sopra Plan © Luca Ferrari
Val Passiria (BZ). Su e giù con gli sci lungo la placida pista di Cima delle Anime (Seelenkogel, 3469 m s.l.m.), uno dei colossi delle Alpi Retiche Orientali.

di Luca Ferrari

Abbandonato lo skilift, il candido panorama abbraccia l’intera vallata, Plan, le montagne circostanti e la poco lontana Malga Lazins. Qualche giro di rodaggio, e poi via. A tutta velocità sulla discesa di sinistra, arrivando direttamente alla stazione della cabinovia/seggiovia Grünboden Express, destinazione Monte Tavolino (2848 m s.l.m.).

Plan (Bz), impianto di risalita su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Cima delle Anime (3469 m s.l.m.) © Luca Ferrari
Plan (Bz), skilift della pista su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Plan (Bz), pista su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Plan (Bz), pista su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Plan (Bz), pista su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Plan (Bz), pista su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Plan (Bz), il torrente Pfelderer Bach ricoperto di neve © Luca Ferrari
Plan (Bz), il torrente Pfelderer Bach ricoperto di neve © Luca Ferrari
Plan (Bz), pista su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Plan (Bz), pista su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Plan (Bz), pista su Cima delle Anime © Luca Ferrari
Plan (Bz), connubio delle piste da Cima delle Anime e Monte Tavolino © Luca Ferrari

martedì 4 dicembre 2012

Plan, bucolico Alto Adige

Plan in Passiria (BZ) © Luca Ferrari
Dalla mia piccina postazione di Plan (Bz), nel cuore immacolato della Val Passiria, il mondo mi pare di osservarlo per la prima volta. Con le pupille sempre più dilatate.

 
Le stelle ravvicinate nella notte. Un’aria quasi traboccante di gelo temperato. Poi alla luce del sole il panorama si fa distesa bianca. Senza fine. E lì, a vigilare da secoli, i colossi delle Alpi Venoste. Massicci che sfondano, e di parecchio, i tremila metri di altitudine. 

A dispetto del buio che già da qualche ora avvolge ogni orizzonte, quando metto in moto la macchina, la strada non sembra risentire della temperatura in caduta libera.

Confrontate bene le possibili alternative, opto per la via più meno panoramica ma sicuramente più breve, destinazione Val Passiria. Macinati chilometri su chilometri sull’autostrada del Brennero, all’uscita Bolzano Sud, abbandono il lungo serpentone che prosegue fin nel cuore dell’Austria, quindi imbocco la superstrada Merano – Bolzano.

Superata anche l’area miranese, finalmente prendo la Via Passiria, e tornante dopo tornante mi lascio alle spalle i cartelli di Plata, San Martino, San Leonardo, Moso (da non confondere con l’omonimo paese della Val Pusteria) e finalmente arrivo a Plan. L’oscurità confonde. Una sbarra impedisce l’ingresso delle macchine, così torno indietro lungo la statale SP114.

Guardo attentamente per riconoscere la mia dimora per la notte. Nessuna luce. Al massimo qualche abitazione, e forse una pensione. Tornato nuovamente indietro, scopro volerci un codice numerico di quattro cifre perché la sbarra si alzi, e si possa entrare con la macchina nel piccolo centro abitato.

Al mio arrivo la porta della pensione è aperta. La chiave attaccata alla porta. Da queste parti funziona così. Prima di coricarmi guardo dalla terrazza il panorama. Il bianco delle Alpi Retiche Orientali (sottogruppo delle Venoste) appare nitido nel suo candido assolo. Unico baluardo di luce nella notte.

L’indomani è una cascata di bianco. Non è un inverno troppo felice in generale per le montagne italiane. Qui ad ogni modo si è iniziato a sciare dalla primo weekend del dicembre scorso, una settimana prima rispetto all’apertura nel resto della zona.

Il Pfelderer Bach (torrente Plan) attraversa la piccola frazione altoatesina. Poche case. Un piccolo negozio di alimentari. In cima a una scalinata, la chiesa parrocchiale di S. Maria Ausiliatrice (XVIII sec.), con il portico in legno e due caratteristiche nicchie ospitanti altrettanto angeli con in mano martello e campana; sono loro a muovere il meccanismo dell'orologio da più di due secoli ormai. 

Pur di piccole dimensioni, l’edificio religioso ospita opere di notevole spessore artistico, come la pala d’altare realizzata da Johann Michael Strickner (1720-1759) e due dipinti di Joseph Haller (1737-1773), il pittore rococò di S. Martino in Passiria (Bz) tra i migliori della cosiddetta “Scuola di Pittura della Val Passiria”.

I posti di ristoro si sviluppano attorno alle due principali piste da discesa: una per principianti, ai piedi di Cima delle Anime (Seelenkogel, 3469 m s.l.m.) e quella più impegnativa, che scende da Monte Tavolino (Sefiarspitz, 2848 m s.l.m.), con un tratto finale, a scelta, di pista nera.

L’ampia vallata permette anche di fare sci da fondo e slittare per quattrocento metri, più un originale servizio di slitta equina per la Malga Lazins. Per raggiungere le piste, niente mezzi. Si alternano un piccolo CityBus e un trenino su ruote avvinghiate in catene da neve e con vagone passeggeri, trasporta passeggeri, sci, racchette e slitta, da una pista all’altra. Dicasi mobilità dolce. Avanti e indietro tutto il giorno, con una pausa pranzo a ridosso dell’una. Adesso sono pronto anch’io per iniziare. A scendere tra le vallate e la montagne della Val Passiria.

Plan in Passiria (BZ) © Luca Ferrari
Plan in Passiria (BZ) © Luca Ferrari
Plan in Passiria (BZ) © Luca Ferrari

Plan in Passiria (BZ) la chiesa parrocchiale di S. Maria Ausiliatrice © Luca Ferrari
Plan in Passiria (BZ) - il citybus per gli sciatori © Luca Ferrari
Plan in Passiria (BZ) - il citybus per gli sciatori © Luca Ferrari
Val Passiria (Bz), Plan e la sua pista da sci sotto Cima delle Anime © Luca Ferrari