sabato 17 aprile 2021

Baia dei Porci, il trionfo di Cuba

Cuba, Baia dei Porci - l'ingresso al Museo Giron © Luca Ferrari

Viaggio al museo di Playa Giron, in quella baia dei Porci dove sessant'anni fa, il 17 aprile 1961, l'esercito di Fidel Castro scrisse un'indelebile pagina di storia di Cuba (e non solo).

di Luca Ferrari

La pulce contro Godzilla. Davide contro Golia. L'isola contro il continente. Sono passati sessant'anni da quando gli Stati Uniti provarono a rovesciare il legittimo Governo di Cuba, e ancora oggi quella indelebile pagina di Storia nel pieno della Guerra Fredda, non smette di suscitare fascino e riflessioni. Che cos'è la democrazia e che cos'è la dittatura? Laggiù, nel golfo di Cazones, sulla costa sud-occidentale dell'isola di Cuba, gli "esportatori di democrazia" divennero aggressori senza scrupoli. Questa volta però, trovarono un antagonista tenace e insuperabile. Una popolazione decisa a tenersi la propria terra, a costo di rimbracciare il fucile. E così fece.

Non si può dire di essere stati a Cuba se non si ha visitato la Baia de Porci. E per visitarla intendo prendere una macchina a noleggio, attraversare l'autopista, chiedere informazioni alla sempre cordiale popolazione, arrivando finalmente in questo porzione dell'isola dove in molti avranno il dubbio se la scelta dello sbarco non fosse un tentativo di godersi una giornata al mare invece di fare la guerra, tanta è la bellezza. È esattamente ciò che ho pensato una volta qui giunto, in una calda giornata di settembre di qualche anno fa, quando Fidel Castro era ancora vivo, e nel mio bagaglio di reporter c'erano già i sigari comprati in una piantagione di Vinales.

Natura e memoria camminano (marciano) ancora oggi fianco a fianco nella baia dei Porci. Scogli e mare caraibico da una parte, filmati d'epoca e oggetti storici con cui fu respinta l'invasione yankee dall'altra. Cuba non è un viaggio come gli altri per gran parte di noi europei (e non solo). La storia ha il sopravvento e prima di tuffarmi (e rituffarmi ancora) da speroni rocciosi, ritrovandomi poi addirittura a nuotare in una specie di piscina naturale incastonata nella roccia piena di innocue creature marine, faccio il mio ingresso con estrema voracità culturale nel museo di Playa Giron. Non c'è nessuno a parte il sottoscritto e la mia inseparabile "compagna di viaggio". 

Mezzi aerei e cingolati mi fanno subito capire verso cosa mi stia incamminando. Entrato nella struttura, pannelli esplicativi con foto d'epoca raccontano i fatti. Tutto ebbe inizio la mattina presto di lunedì 17 aprile 1961, quando millequattrocento esuli castristi, rifugiatisi negli USA al tempi della presa di potete dei Barbudos, raggiunsero la baia, a duecento km circa dalla capitale, l'Avana. L'azione ebbe la benedizione della Casa Bianca stessa, e le truppe di sbarco furono addestrate dai Servizi Segreti americani. Nonostante molti ambienti dell'esercito spingessero l'invasione diretta, il più prudente John Kennedy adottò la linea di sostenere l'insurrezione, comunque condotta da cubani e non americani. 

Castro però non era uno sprovveduto, e forte di un sostegno popolare ancora fortissimo (all'epoca), riuscì a bloccare l'invasione, piegando definitivamente il tentato colpo di stato in pochissimi giorni. Se già l'impresa della Rivolucion due anni prima aveva avuto un'aurea quasi leggendaria, lo sbarco  fallito alla baia dei Porci consacrerà in modo definitivo Fidel Castro come emblema della resistenza all'imperialismo a stelle e strisce nel resto del Continente americano. Un'esperienza questa che resterà un caso unico e sporadico, e che vedrà nel Cile di Pinochet per esempio, un esito del tutto differente e molto più tragico per i civili.

Nel mio peregrinare in questo avamposto di storia cubana, il gentile custode mi fa accomodare in una stanza dove posso visionare un filmato d'epoca. Il caldo è tanto e un ventilatore o una sgangherata aria condizionata (non ricordo bene) fa quello che può. Fa niente, quando iniziano a scorrere le immagini in bianco e nero di sessant'anni fa, le emozioni sono tante. Ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, si è trovato di fronte un nemico più potente e avere davanti a sé la cronaca di questa impresa ci riempie di orgoglio e speranza, perché quel successo fa parte del nostro vissuto interiore, anche se non ci appartiene personalmente, come Dunkirk o lo sbarco in Normandia.

1961-2021, sessant'anni dopo il fallito rovesciamento del governo di Castro, siamo ancora qui a scrivere dei suoi eroi. Di quei protagonisti, oltre all'imperitura memoria, sono rimasti in pochissimi. Il Leader Maximo Fidel Castro se n'è andato pochi anni or sono, l'eroe argentino Che Guevara fu giustiziato in Bolivia dai Generali. Di quel pugno di rivoluzionari che partirono dall'assalto alla Caserma Moncada fondando il Movimento del 26 Luglio, rovesciando poi la dittatura di Batista e infine respingendo le mire espansionistiche degli Stati Uniti, rimane Raul Castro, ex-presidente e fratello di Fidel, e qualche altro storico guerrigliero. 

Ci sono nazioni che sono state segnate in modo indelebile dall'occupazione straniera. Cuba è una di queste. L'Iran è un'altra, e a detta di moltissimi esperti internazionali, è più tollerabile una dittatura interna che non una mano occupante imposta da altri. L'evoluzione della politica cubana post-rivoluzione, purtroppo, è nota a tutti, sebbene debba essere contestualizzata con l'ingombrante presenza di un nemico situato a poche miglia dalla propria costa, che ancora oggi vergognosamente impone un embargo, impedendo di svolgere regolari attività commerciali con moltissime nazioni. Come se la minuscola Cuba fosse una minaccia per il "mondo libero".

La storia di Cuba è la sua rivoluzione. La storia dei Cuba passa per la baia dei Porci e quell'epico 17 aprile 1961, quando una piccola isoletta dimostrò a tutti che neanche la più grande potenza del mondo poteva decidere il loro destino. Sessant'anni dopo siamo ancora qui, a ricordare quella impresa. Fidel Castro e la sua Cuba si ribellarono a un destino che sembrava scritto e ancora oggi, pagano un prezzo altissimo per essersi opposti. Per molti popoli non è stato così. Molte nazioni sono state piegate e assoggettate a logiche economiche, ed è sempre stato così fin dalla notte dei tempi. A Cuba, in quei caldi giorni all'inizio di un decennio che avrebbe cambiato il mondo, andò diversamente. Noi lo sappiamo bene e ci piace ricordarlo ancora. 

Cuba, Baia dei Porci © Luca Ferrari
Cuba, Baia dei Porci - il Museo Giron © Luca Ferrari
Cuba, Baia dei Porci - pannelli esplicativi al Museo Giron © Luca Ferrari
Cuba, Baia dei Porci - la stampa locale al Museo Giron © Luca Ferrari
Cuba, Baia dei Porci - sale del Museo Giron © Luca Ferrari
Cuba, Baia dei Porci - memorabilia del Museo Giron © Luca Ferrari
Museo Giron (Baia dei Porci, Cuba) - filmato d'epoca © Luca Ferrari
Museo Giron (Baia dei Porci, Cuba) - la sala per proiezioni © Luca Ferrari
Museo Giron (Baia dei Porci, Cuba) - esterno © Luca Ferrari
Cuba, Baia dei Porci © Luca Ferrari

venerdì 2 aprile 2021

Le cullure di Pasqua

Cullure calabresi appena sfornate © Luca Ferrari
Dall'infinito ricettario italiano, eccoci in Calabria, alla scoperta dei tipici dolci pasquali: cullure. Una sorta di ciambelloni (donut), con cui saziarsi di dolcezza.

di Luca Ferrari

Indiscussa delizia della cucina calabrese, le cullure si preparano nel periodo pasquale. Ottime per la colazione, merenda e dessert. Soffici e con l'uvetta. Una ricetta all'insegna della semplicità a base di 
farina, uova, zucchero, olio e anice. La notte a lievitare in "fanciullesca" in attesa dell'indomani per infornare. C'è chi li da più piccini, e chi belli corposi. La fantasia non conosce regole. E, in perfetto clima pasquale, lì, nel buco, anche un uovo, cucinato anch'esso nel forno.

Buona Pasqua a tutti!