martedì 21 agosto 2018

Venezia, il bullismo inizia così

Volgari scritte per Venezia © Luca Ferrari 
Una scritta volgare che potrebbe spianare la strada a future azioni molto più violente. Il bullismo stalking che siainizia così, anche sulle fondamenta e le calli di Venezia.

di Luca Ferrari

Scherzo di pessimo gusto o volgare attacco a una ragazza/donna? Da settimane ormai questa scritta e analoghe del medesimo e squallido livello sono comparse nel sestiere di Cannaregio, a Venezia. In rete, su Instagram in particolare, si leggono gran sghignazzate (maschili e femminili) ma c’è ben poco da ridere, anzi. Non solo questo galantuomo/donna sta imbrattando la città con scritte volgari e di pessimo gusto ma i contorni di questa azione puzzano tanto di bullismo, molestie, etc. Di fatto c’è un’aggressione visibile a una persona.

Per quanti non conoscessero il dialetto, “mona” vuol dire vagina. Una frase dunque che mostra tutta l’educazione di questo o questa esimio signore/a. "Ammesso" dunque che Giulia esista e sia una persona in carne e ossa, con tutta probabilità le sarà arrivato all’orecchio di queste scritte, e allora mi chiedo angosciato: come potrebbe reagire all'essere bersaglio visibile di tutto ciò? Lo “scriba” si sarà posto il problema che la ragazza potrebbe sentirsi talmente umiliata da arrivare anche al suicidio? No? Strano, la cronaca è piena di simili tragici episodi.

Il marzo scorso, il giovane Michele Ruffino si è ucciso gettandosi da un ponte. Al funerale c'era gente che rideva e la madre lo ha visto. Nell'adolescenza come nell'età adulta non c'è pietà. "Qualcuno dice che il Male trionfa perché non si fa nulla per impedirlo. La verità è che... il Male trionfa" sentenziava il cinico mercante di armi Yuri Orlov (Nicolas Cage) nel film Lord of War (2005, di Andre Niccol). Io credo non sia così. E se il male colpisce, il bene deve reagire in modo ancor più deciso. Non si può e non si deve voltarsi dall'altra parte sperando che le cose si sistemino perché no, da solo non si sistema nulla.

Fino a pochissimo tempo fa di bullismo neanche si parlava. Chi subiva, restava in silenzio e il dolore veniva sedimentato, nascosto. C'è sempre stato, e chiuso l'argomento. Nemmeno le persone attorno alla vittime ne erano (né sono) al corrente. Oggigiorno le strade infinite della rete hanno scoperchiato tutto questo. Se da una parte è ancor più facile umiliare il prossimo, allo stesso tempo certe azioni non restano nel silenzio e trovano la luce grazie agli stessi strumenti, Facebook in primis.

In questo caso invece il web non c’entra. Si è scelta la strada. Scritte con un banalissimo pennarello e giù a offendere in modo squallido e penoso. L'autore/autrice si sarà sentito fiero/a di fare tutto questo nell'ombra (complimenti, proprio un cuor di leone!) e poi fare il gallo con gli amici/amiche. Non è così. Queste sono scritte che chiedono giustizia e scuse pubbliche nei confronti della ragazza. Scritte che oltre a deturpare nel modo peggiore la città di Venezia, insultano e feriscono una persona con un cuore e dei sentimenti.

Alcuni dei "commenti" intelligenti su Instagram e un'ironia a dir poco squallida

giovedì 16 agosto 2018

Girasoli di Toscana

Toscana, campo di girasoli © Luca Ferrari
Prima due chiacchiere equine dalle parti di Castellina in Chianti nel cuore collinare senese, poi l'ascesa in un paradiso toscano fatto di soli girasoli

di Luca Ferrari 

Un giro dal fascino eterno nella rocca di Monteriggioni, quindi ancora in viaggio con destinazione le torri di San Gimignano. Lì nel mezzo, un mare profumato firmato Madre Natura. Una distesa gialla capace d’impressionare anche Vincent Van Gogh. Campi di girasole. Corolle talmente pesanti da farli “ingobbire”. Campi talmente traboccanti da buttarsi a terra e rimanere lì. Senza scopo né domande. Parte integrante dell’universo più visivamente splendente.

Toscana, campo di girasoli © Antonietta Salvatore
Toscana, campo di girasoli © Antonietta Salvatore
Toscana, campo di girasoli © Luca Ferrari
Toscana, campo di girasoli © Antonietta Salvatore
Toscana, campo di girasoli © Luca Ferrari
Toscana, campo di girasoli © Antonietta Salvatore
Toscana, campo di girasoli © Antonietta Salvatore
Toscana, campo di girasoli © Luca Ferrari

giovedì 2 agosto 2018

La vita è anche andare in ferie

Algarve (Portogallo), spiaggia oceanica © Luca Ferrari
Lavorare ogni giorno senza sosta prendersi mai un weekend di ferie non è sinonimo di produttività. Sfatiamo il mito del "nobile sfruttamento" e impariamo a goderci la vita.

di Luca Ferrari

Il lavoro nobilita l'uomo? Di sicuro, ma non è certo l'unico a farlo. Anche le ferie, volgarmente "vacanze", ci riescono e molto bene. Negli ultimi anni sono aumentate in modo esponenziale alcune richieste specifiche negli annunci di lavoro, pretendendo "qualità" un po' troppo votate al sacrificio umano nel nome del guadagno (altrui, s'intende). Il motto dell'era moderna assomiglia sempre di più a un "lavorare e rinunciare alla famiglia". Ma è possibile che nel terzo millennio non sia stato trovato un equilibrio? Negli ultimi giorni poi, è rimbalzata una notizia che mi ha lasciato un po' perplesso.

Non so se sia vero che il defunto Sergio Marchionne (1952-2018), ex-dirigente della FIAT, si sia preso un solo weekend di vacanza negli ultimi dieci anni. Se così fosse, non mi pare qualcosa di cui andare fieri né da esaltare come modello per qualsiasi generazione perché significherebbe che negli ultimi 120 mesi di vita ha regalato meno delle briciole ai propri cari e a se stesso. Detto questo, non sono aggiornato sulla vita privata del sig. Marchionne e non mi è mai interessato esserlo così come di chiunque altro non sia la mia famiglia o i miei amici, quindi la suddetta riflessione nasce unicamente da una notizia riportata su tutte le testate nazionali.

Non si capisce bene perché al giorno d’oggi una persona debba scegliere per forza tra vita lavorativa o vita familiare, come se le due cose non fossero più conciliabili. Ma davvero voi datori di lavoro siete così ottusi e retrogradi da pensare che spremere una persona dalla mattina alla sera lo faccia produrre meglio? Seriamente, ci credete davvero? Siamo nell'epoca dove la "qualità" è l'unica arma di sbarramento contro il pressapochismo e il dozzinale, e voi la vorreste sprecare solo per vedere i vostri dipendenti in ufficio dalle 8 fino alle 6-7 di sera? Fantozzi è morto, fatevene una regione se non volete fallire, lasciate che vi illumini.

Non lo dice Luca Ferrari, lo dicono gli esperti. Non solo dopo ore e ore l’attenzione cala ma inevitabilmente cominceranno a venire a galla pensieri e preoccupazioni della vita privata che, mi spiace per voi, hanno tutti. Anche quelli che li nascondono in alcol e droghe. È questo il modello cui stiamo aspirando? Una società deformata dove gli ESSERI UMANI sono automi nati per produrre e non provare nulla (vedi anche la "profonda empatia" verso quelle migliaia d bambini, donne e uomini che arrivano sulle nostre coste, ndr)? Godetevela allora perché io non ne voglio proprio prendere parte.

A me piace lavorare. Sono oltre 16 anni che opero nel campo dei media, editoria online, comunicazione, etc. Ho affrontato e affronterò sempre nuove sfide ma allo stesso tempo non intendo e non intenderò mai rinunciare a godermi la mia vita sentimentale o ad andare in vacanza, da cui per altro sono appena tornato vivendo due splendide settimane passate su e giù per il Portogallo. E se dovessi lasciare ai miei sentimenti un solo weekend di ferie nei prossimi dieci anni, mi sentirei la persona più sola e triste del mondo. Buona giornata… e buona fortuna!