Volgari scritte per Venezia © Luca Ferrari |
di Luca Ferrari
Scherzo di pessimo gusto o volgare attacco a una ragazza/donna? Da settimane ormai questa scritta e analoghe del medesimo e squallido livello sono comparse nel sestiere di Cannaregio, a Venezia. In rete, su Instagram in particolare, si leggono gran sghignazzate (maschili e femminili) ma c’è ben poco da ridere, anzi. Non solo questo galantuomo/donna sta imbrattando la città con scritte volgari e di pessimo gusto ma i contorni di questa azione puzzano tanto di bullismo, molestie, etc. Di fatto c’è un’aggressione visibile a una persona.
Per quanti non conoscessero il dialetto, “mona” vuol dire vagina. Una frase dunque che mostra tutta l’educazione di questo o questa esimio signore/a. "Ammesso" dunque che Giulia esista e sia una persona in carne e ossa, con tutta probabilità le sarà arrivato all’orecchio di queste scritte, e allora mi chiedo angosciato: come potrebbe reagire all'essere bersaglio visibile di tutto ciò? Lo “scriba” si sarà posto il problema che la ragazza potrebbe sentirsi talmente umiliata da arrivare anche al suicidio? No? Strano, la cronaca è piena di simili tragici episodi.
Il marzo scorso, il giovane Michele Ruffino si è ucciso gettandosi da un ponte. Al funerale c'era gente che rideva e la madre lo ha visto. Nell'adolescenza come nell'età adulta non c'è pietà. "Qualcuno dice che il Male trionfa perché non si fa nulla per impedirlo. La verità è che... il Male trionfa" sentenziava il cinico mercante di armi Yuri Orlov (Nicolas Cage) nel film Lord of War (2005, di Andre Niccol). Io credo non sia così. E se il male colpisce, il bene deve reagire in modo ancor più deciso. Non si può e non si deve voltarsi dall'altra parte sperando che le cose si sistemino perché no, da solo non si sistema nulla.
Fino a pochissimo tempo fa di bullismo neanche si parlava. Chi subiva, restava in silenzio e il dolore veniva sedimentato, nascosto. C'è sempre stato, e chiuso l'argomento. Nemmeno le persone attorno alla vittime ne erano (né sono) al corrente. Oggigiorno le strade infinite della rete hanno scoperchiato tutto questo. Se da una parte è ancor più facile umiliare il prossimo, allo stesso tempo certe azioni non restano nel silenzio e trovano la luce grazie agli stessi strumenti, Facebook in primis.
In questo caso invece il web non c’entra. Si è scelta la strada. Scritte con un banalissimo pennarello e giù a offendere in modo squallido e penoso. L'autore/autrice si sarà sentito fiero/a di fare tutto questo nell'ombra (complimenti, proprio un cuor di leone!) e poi fare il gallo con gli amici/amiche. Non è così. Queste sono scritte che chiedono giustizia e scuse pubbliche nei confronti della ragazza. Scritte che oltre a deturpare nel modo peggiore la città di Venezia, insultano e feriscono una persona con un cuore e dei sentimenti.
Alcuni dei "commenti" intelligenti su Instagram e un'ironia a dir poco squallida |
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