mercoledì 25 ottobre 2023

Halloween, la festa delle zucche (e dei bambini)

zucca di Halloween a Venezia © Luca Ferrari

Tremate, tremate... le zucche son tornate, più colorate e "mostruosamente" mascherate come non mai. Halloween, la festa delle zucche e dei bambini con licenza di sedurre chiunque.

di Luca Ferrari

L'autunno è finalmente arrivato e con esso le prime piogge, purtroppo senza particolari abbassamenti di temperatura, anzi. Ecco la natura prendere il sopravvento e cromatismi che più romantici non si può. Sempre più ormai anche in Italia, ottobre è diventato il mese per eccellenza di Halloween, una delle feste "importate" tanto amate quanto chiacchierate e spesso ostracizzate, Venezia inclusa per la concomitanza della "locale" San Martino. Seriamente, vorreste farmi credere che se foste ancora bambini/e non vi piacerebbe vestirvi da mostri, fare incetta di dolciumi, andare in giro con amici a divertirvi, avendo pure la fortuna di stare a casa da scuola l'indomani per Ognissanti? Nulla esclude nulla. Il mondo è un grande universo culturale da valorizzare insieme.

Un richiamo quello di Halloween sempre più irresistibile. Nelle "lande lagunari" ad esempio, sabato 28 e domenica 29 ottobre infatti, a Forte Marghera, sbarca “Fortenebra 2”, organizzata da Venezia Comix: evento gratuito per bambini e adulti, dedicato agli amanti dell’horror e del thriller. Nel corso della due giorni veneziana, verranno dedicate 12 ore ai corsi di fumetti con gli insegnanti della Mangaschool Venezia e altrettante ai corsi di manualità, dove sarà possibile confezionare il proprio costume di Halloween. Ci sarà la novità dei Campfire tales e la “tenda del mistero” ad attendere i bambini più coraggiosi per una serie di letture da brivido.

Ci sarà spazio anche per sessioni di giochi di ruolo condotte dal “maestro” Matteo “Barabba” Barbieri e dalla master Elena Pantaleoni, giochi di società a tema horror con esperti del settore. Novità di quest’anno, il gioco di ruolo di Ghostbusters per un tuffo negli anni ‘80. Verrà inoltre dedicato uno spazio al cinema, con due proiezioni cinematografiche in programma: il cult anni '90 Hocus Pocus con una giovane Sarah Jessica Parker e una giovanissima Thora Birch, per bambini e ragazzi e il truculento Suspiria (1977) di Dario Argento per gli adulti. Immancabile infine la fiera mercato, con una quindicina di operatori del settore gioco e fumetto selezionati tra i migliori del Veneto. Ingresso e partecipazione completamente gratuita.

Eventi a parte, la bellezza di Halloween è la naturale coreografia che inizia a tingere le città, dalle metropoli ai comuni più piccini, con quel tocco così magico e dal sapore vagamente natalizio. Su moltissimi balconi della città di Venezia ad esempio, ecco spuntare zucche addobbate e intagliate, senza contare poi i costumi dei più piccoli che affollano calli, campielli e fondamenta. Ma questo è "solo" lo step finale. C'è tutto un lavoro precedente che riscuote sempre più successo, ossia la preparazione delle zucche di Halloween. Laboratori veri e propri per creare ulteriori momenti di aggregazione, così come nelle cucine delle case private dove una volta acquistata la materia prima, ci si sbizzarrisce con mamma, papà e/o amiche e amici.

La prima operazione è la più difficile, la zucca. Se nei supermercati la scelta è sempre abbastanza limitata e neanche tanto economica, si può rimediare su strutture fuori porta, anche se spesso troppo di moda e super affollate, l'antitesi del godersi un po' di relax senza essere travolto da orde "mocciosesche-genitoriali". Molto più interessante e liberatorio per l'anima, andare alla scoperta di angolini meno commerciali, come la campagna slovena tutt'attorno la pittoresca realtà medievale di Skofia Loka. Un giretto nell'area rurale e si possono incontrare produttori di zucche senza tanti fronzoli. Solo contadini e i prodotti di Madre Natura. Una varietà da far impallidire anche le storie più fiabesche.

Tornati a casa cin la preziosa preda, prima di tutto occorre mano ferma per il disegno preparatorio sulla zucca, quasi come fossimo antichi artisti dell'affresco Poi, una volta tolta la polpa, si può iniziare la fase d'intaglio. A quel punto, un bel lumino all'interno e non resta che aspettare il calar delle tenebre. Nell'attesa, qualche pellicola può accompagnare a vivere l'atmosfera nel migliore e nel più spaventoso dei modi, e sotto questo aspetto, l'animazione di Nightmare Before Christmas (1993) di Tim Burton non conosce rivali. Se non vi fidate troppo della vostre mani chirurgiche e foste più inclini a spennellare, non c'è problema. Il solo limite a ciò che potrete realizzare è la fantasia stessa.

Arrivato il tanto atteso 31 ottobre, non resta che mettersi in maschera e andare di porta in porta per una ghiotta sessione di "dolcetto o scherzetto" per poi tornare nelle calde mura domestiche e imbastire un laboratorio di "delizie mostruose", chissà, magari condito da una cioccolata calda. Ecco, ho provato a raccontarvi un po' la festa di Halloween ma sicuramente avrò trascurato ciò che si fa in tanti altri lochi. Halloween, la festa delle zucche è un miscuglio di magia, natura e voglia di sano divertimento. Per le nuove generazioni è una conquista accertata, per noi vecchi un mondo nuovo che abbiamo il dovere e il piacere di regalare a chi ci strappa il cuore con due semplici parole: mamma, papà.

zucche a Skofja Loka (Slovenia) © Luca Ferrari
intaglio di zucca "halloweenesca" © Luca Ferrari
intaglio di zucca "halloweenesca" © Luca Ferrari
zucca halloweenesca a Venezia
zucca "halloweenesca" © Luca Ferrari
un film d'atmosfera
Colorazione di zucche ad Halloween © Luca Ferrari
Colorazione di zucche ad Halloween © Luca Ferrari
dolcetti di Halloween © Luca Ferrari
dolcetti al forno di Halloween © Luca Ferrari

lunedì 9 ottobre 2023

Vajont (1963-2023), per non dimenticare

Superstiti al disastro del Vajont  - Ph. Giorgio Salomon
Il progetto della diga, l'allarme e l'incuranza. A sessant'anni dal disastro del Vajont che costà la vita a quasi 2000 persone, la ferita gronda ancora dolore e non si è mai rimarginata.

di Luca Ferrari

Sessant'anni fa, il 9 ottobre 1963, una parte del Monte Toc franò nel bacino artificiale della diga del Vajont, provocando un’onda di 250 metri d'altezza. Furono spazzati via i comuni di Erto, Casso, Longarone e altri centri abitati del fondovalle bellunese, provocando la morte di 1917 persone tra uomini, donne e bambini. Per anni da piccino sono passato per quelle zone, sentendo le storie di questa tragedia. La cosa che fa più male è che il bieco interesse continua a svillaneggiare ancora oggi nel nome del profitto più laido. Il disastro del Vajont ci ricorda quanto poco impariamo dalla Storia. Il disastro del Vajont ci impone di agire per garantire il rispetto della vita umana.

Nell’archivio dell’Ateneo Veneto, la più antica istituzione culturale di Venezia in attività, sono conservate le carte relative alla difesa del principale imputato nella causa penale del Vajont, l’ingegnere della Sade (poi Enel) Alberico Biadene, difeso dallo studio legale dell’avvocato Alessandro Brass. All'epoca in quegli uffici lavorava anche l’avvocato Mario Vianello, socio onorario dell’Ateneo Veneto, che nel 2010 appunto decise di fare dono del fondo documentario riguardante il processo.

Di questo patrimonio cartaceo-giuridico ne ha parlato di recente il Corriere della Sera, con un’intervista allo storico Pietro Ruzzante che ricorda (anche) il coraggio di un giovane tecnico dell’Università di Padova, Lorenzo Rizzato. Questi tentò invano di avvisare dell’imminente pericolo con tanto di carte che portarono anche a un’interrogazione parlamentare. Per questo venne arrestato e poi licenziato dall’ateneo euganeo. Una delle tante vicende italiane concluse nel peggiore dei modi. Una di quelle pagine atroci che il Bel paese si sarebbe potuto risparmiare, e invece tutto finì nel fango e sepolto insieme alle grida strozzate. 

Il 9 ottobre 2023 passerà e cosa rimarrà? Celebrazioni in tutto il Nordest e poi? Oggi ricordiamo il disastro del Vajont e onoriamo le vittime, ma l'unico modo onesto per rendergli vera giustizia, è di lavorare perché simili tragedie causate unicamente dall'avidità umana non tornino a colpire il cuore delle persone. E invece, solo per citare gli ultimi anni, la valanga di Rigopiano, il crollo del ponte Morandi di Genova fino all'ultimo incidente mortale sul cavalcavia di Mestre (Ve), ci raccontano tutt'altra storia. Una storia che mette ancora il profitto illecito al di sopra della vita dei cittadini. Questa è un'Italia che non tollero più. Questa è un'Italia che deve cambiare una volta per tutte.

Il disastro del Vajont

La prima pagina sulla stampa ph. Archivio CameraPhoto Venezia
Vajont
Fondo documentario Vajont - ph. Ateneo Veneto

martedì 3 ottobre 2023

Fallire significa (anche) ricominciare... e vincere!

Mai arrendersi... pH Thomas Kilbride su Unsplash
Perdere significa anche fallire ma ci vuole maturità per ammetterlo. Dalla fine ci si rialza per vincere. Niente alibi, solo volontà e forza. Chiedetelo a "un certo" Michael Jordan.

di Luca Ferrari

Fallire, che brutta parola. Fallire, com'è diseducativo. Fallire, com'è politicamente scorretto! Fallire, fallire, fallire. Sssh, non si può dire! Che ci piaccia ammetterlo o meno, la vita è costellata di fallimenti: relazioni umane, lavoro, sport, qualsiasi cosa. Ognuno però ha modi differenti di affrontare la cosa e in certi casi, si può addirittura negare l'evidenza, come è accaduto nei mesi scorsi all'applauditissima stella NBA, Giannis Antetokounmpo. Altri invece, famosi e non, prendono coscienza della situazione, ripartendo proprio da lì, per poi risorgere e vincere con una rinnovata e ancor maggiore energia. Io come, ciascuno di voi, ho fallito. Ci sono state delle volte che mi sono arreso e altre volte che mi è servita da molla per ripartire. Io non ho problemi ad ammetterlo, e voi?

Giannis Antetokounmpo è un fortissimo giocatore greco di basket. Dal 2013 milita nella franchigia dei Milwaukee Bucks con la quale si è laureato campione NBA nel 2021, vincendo nello stesso anno il titolo di MVP delle finali. Un successo personale quest'ultimo che va a sommarsi al doppio titolo (consecutivo) di MVP delle regular season 2018-19 e 2019-20. Nell'ultima stagione i Bucks sono arrivati ai playoff da primi della classe, tanto nella Central Division quanto nella Eastern Conference con 58 vittorie e 24 sconfitte. Nessuno come loro! Logico dunque che fossero tra i favoriti all'anello. Al primo turno degli scontri diretti però, è successo l'incredibile. Sono stati fatti fuori dai Miami Heats, questi ultimi con due partite extra alle spalle (sconfitta contro gli Atlanta Hawks e vittoria sui Chicago Bulls), cosa che gli ha permesso di strappare uno degli ultimi posti per i play off.

I Bucks sono strafavoriti ma sul campo cambia tutto. La corsa al titolo finisce subito al 1° turno e appena alla quinta partita, con il sorprendente risultato di 4-1 per Miami. In conferenza stampa il giornalista Erich Nehm (The Athletics) pone una legittima domanda ad Antetokounmpo, parlando di stagione fallimentare, alla quale però il cestista replica infastidito con deboli paragoni sulla carriera dell'intervistatore, e andando a scomodare perfino Michael Jordan, dimenticandosi evidentemente che tipo di giocatore fosse His Airness. Torniamo allora alla stagione '89-90 quando in gara 7 i Bulls vennero bloccati in finale di Eastern dai formidabili Detroit Pistons di Isiah Thomas per il terzo anno consecutivo. Jordan mastica amaro e sarei pronto a scommettere che per lui, quella che si era appena conclusa, è stata una stagione fallimentare, poiché non aveva raggiunto l'obiettivo che si era prefissato: diventare campione NBA.

Che cosa ha fatto Michael Jordan? Ha stretto le mani agli avversari, ha annullato le vacanze e il giorno dopo era già in palestra con un solo obiettivo: strapazzare i Bad Boys l'anno successivo e vincere, cosa che puntuale avverrà. Giannis Antetokounmpo invece, esce come un trionfatore dalla conferenza stampa. Blogger, sportivi accomodanti e l'immancabile esperto popolo dei social media applaudono tutti la possente ala che, a loro dire, ha demolito il giornalista. Al contrario, fin dalla prima volta che vidi questa intervista, ho sempre empatizzato con il collega dei media. No, non per affinità lavorative, più che altro per una questione di onestà. Personalmente non ho alcun problema ad ammettere i miei fallimenti. So bene quando ce l'ho fatta e quando no. Alle volte i fallimenti mi hanno condotto a nuovi successi, altre volte a mollare. E con questo?

E sempre chiamando in causa quello che è universalmente considerato il più grande giocatore della storia del basket, guardando alla sua carriera, parlò così: "Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento palle. Ventisei volte i miei compagni di squadra mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito. Molte, molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto". Ladies and gentleman, questo è Michael Jordan! Anche io, come tutti voi sono un essere umano. Non sento il bisogno di pormi come un indomito vincitore sempre e comunque, anche perché non lo sono. Nessuno lo è, MJ incluso. Anche se nella mia vita ho fallito e fallirò ancora, vivo bene, mi guadagno da vivere e mi godo la mia famiglia ogni giorno. 

La conferenza stampa di Giannis Antetokounmpo

Un abbattuto (ma mai domito) Michael Jordan