|
Chester, la Cattedrale della Vergine Maria Purificata © Luca Ferrari |
Viaggio nell'arte sacra del gotico d'Inghilterra. Nel nordovest, a Chester. Dentro e fuori le guglie della Cattedrale della Vergine Maria Purificata.
di Luca Ferrari
C’è aria di scirocco nella quiete di Chester. Il sole è sgombro
di nuvole e il clima si fa sempre più mite. Non faccio a tempo a
scendere dal ponte sopra la stazione che le guglie gotiche della Cattedrale della Vergine Maria Purificata
iniziano già a mostrarsi nel vicino orizzonte. Non devo fare altro che
camminare. Non devo fare altro che proseguire fin nel cuore della
placida cittadina della contea del Cheshire.
Rimandata a un altro giorno la visita al
Blue Planet Aquarium, una simile luce merita di essere valorizzata in questa delicata mattinata anglosassone. Così, superato un primo canale del fiume
Dee, prendo
Grosvenor Street e l’imponente edificio religioso mi si staglia in tutta la sua magnificenza sulla destra.
Ma invece di seguire la strada e trovarmi di fronte il Duomo, devio per un sentiero alberato sulla destra, carezzando parte delle antiche mura della città e costeggiando l'imponente edificio religioso mentre il sole accende sempre di più il rosso dell’arenaria con cui è stato realizzato l’esterno, per altro come le cattedrali di Carlisle, Lichfield e Worcester.
Sarà l’atmosfera sorridente e cordiale dei cittadini di Chester, ma questo non è un gotico che incute soggezione. E i tanti scoiattoli che vanno su e giù nei tanti alberi attorno, sembrano confermare un clima diverso. Il sofficeverde del giardino, dove un tempo si coltivavano piante aromatiche, si amalgama alla perfezione con il resto della vita.
Come successe per altre chiese, la Cattedrale crebbe sul luogo in cui un tempo sorgeva un’antica chiesa sassone risalente al X secolo, dedicata alla badessa Werburgh (650-699), patrona di Chester. Su questo sito, elevato nel 1092 allo stato di Abbazia Benedettina, venne dunque edificata un nuovo edificio religioso in stile normanno, gotico inglese e romanico.
L’intera costruzione durò circa 250 anni. Riuscì a sopravvivere alla politica del re Enrico VIII Tudor (1491 - 1547) sulla distruzione e spoliazione degli edifici religiosi. Seppur chiusa, nel 1541 la chiesa divenne la Cattedrale della neonata diocesi della contea di Chester. E guai a sbagliare il sostantivo. Chester è town, e non city. Pur significando entrambe città infatti, il primo termine si dà a quei centri che hanno la cattedrale, il secondo per le normali chiese.
All’interno della Cattedrale, sono molti gli elementi artistici di cui andrebbe raccontata storia e aneddoti. Molto particolare è la Lady Chapel (1250-1275), dove si trova il Sacrario di San Werburga, risalente al 1340. Il successivo restauro del XIX secolo ha ridato ai colori delle pareti e del soffitto che conferivano una certa vivacità all’area.
La semi-oscurità aiuta la concentrazione. Resto lì, con la testa ripiegata all’indietro a guardare volte e vetrate. Ripercorrendo la storia delle Cattedrale passo per il Medioevo dove i monaci benedettini di Chester si distinsero per la loro semplicità di vita. Preghiera, studio e lavoro secondo la regola monastica dell’obbedienza del rispetto, tradizione e l'apertura verso il futuro. Continuità e cambiamento. Una gran lezione.
|
Chester © Luca Ferrari |
|
Chester, canale del fiume Dee © Luca Ferrari |
|
La Cattedrale di Chester © Luca Ferrari |
|
Passegiando verso la Cattedrale di Chester © Luca Ferrari |
|
La Cattedrale di Chester © Luca Ferrari |
|
La Cattedrale di Chester © Luca Ferrari |
|
La Cattedrale di Chester © Luca Ferrari |
|
La Cattedrale di Chester © Luca Ferrari |
|
La Cattedrale di Chester © Luca Ferrari |
|
La Cattedrale di Chester © Luca Ferrari |
Nessun commento:
Posta un commento