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Autostrada Bologna-Firenze © Luca Ferrari |
In ogni viaggio che si rispetti, c'è sempre un momento di tensione, a tratti anche esilarante. Per il sottoscritto, quello è il momento della "cicca della vecchia".
di Luca Ferrari
Ma quanto è bello viaggiare, in particolar modo quando lo facciamo per svago e in compagnia delle persone che amiamo. Quale che sia la destinazione e il mezzo prescelto, arriva sempre il momento dello "sclero", quando cioè succede qualcosa che ti fa drizzare i capelli. Qualcosa che per un brevissimo lasso di tempo, ti fa imprecare contro tutto e tutti. Un momento, dunque, vissuto il quale, desidererai ardentemente fermarti e rilassarti, magari sorseggiando una calda tisana, degustando una dolce brioche o più, "selvaggiamente", fumarti una sigaretta. Un episodio però, quasi sempre anche un po' comico, che si apprezzerà a tal punto da rendere quell'esperienza ancora più speciale. Per il sottoscritto, in procinto di nuovo viaggio in terra slovena, è arrivato il momento di raccontarvi la storia quasi "Ginzburghiana" (cit. Lessico familiare), della "cicca della vecchia".
C'era una volta un tempo molto lontano, dicasi anni '80, quando ci si stringeva in auto in più persone senza troppi problemi né leggi cui attenersi. Di ritorno dall'ennesima incursione montana in Alto Adige, in un atipico rettilineo, una macchina stava procedendo ad alta velocità nel senso opposto. Nulla di particolare, se non fosse che la suddetta urtò lo specchietto retrovisore del nostro mezzo, scatenando paura e soprattutto l'ira di mio padre che inchiodò, scese e inveì contro il malcapitato che manco si degnò di verificare se ci avesse procurato danni. Nei sedili posteriori c'era anche mia nonna. In apparenza rimase impassibile. Una volta arrivati a casa però, l'adrenalina per lo sfiorato incidente prese il sopravvento e così passò le ore successive ore fuori dalla porta, ancora tremante, a bere camomilla e fumando una "cicca" dopo l'altra per calmarsi. Tutto questo, un giorno, mi tornò in mente all'improvviso e nacque il mito della cicca della vecchia.
Un ricordo così non sapevo di possederlo ancora. Perché venisse fuori, ho dovuto rivivere qualcosa di simile all'originale. Accadde sull'autostrada Bologna-Firenze, non esattamente "un'arteria" poco frequentata, puntando a raggiungere il placido Chianti, Dopo l'ennesimo impeccabile sorpasso della mia dolce metà, seguito però da irresponsabili guidatori che si buttarono in scia a velocità ben oltre il limite, per di più, abbagliando per avere strada, mi venne una tale ansia di vedermi "spalmato sul guardrail" per colpa di questi pericoli pubblici, che provai un fortissimo desiderio di fermarmi nella più vicina area di servizio (la mitica Roncobilaccio, ndr) per respirare un po' di "sano tabacco". Così, ecco riemergere il ricordo sopradescritto. Da allora, ogni situazione di potenziale pericolo in viaggio, ha sempre scaturito la frase: "cicca della vecchia!".
Premesso che col volo ho un rapporto molto particolare (...), in fase di atterraggio a l'Avana (Cuba), ad esempio, provai l'ebbrezza di più interminabili minuti di vuoti d'aria, facendomi desiderare addirittura "il pacchetto della vecchia". Sebbene il Canada sia stata un'esperienza su gomma più che rilassante, l'inizio non fu dei più promettenti: per chi non è abituato a guidare nelle metropoli infatti, uscire dalla città di Montreal, non è proprio uno scherzo viste le quattro corsie (e dico quattro!) per senso di marcia. Inevitabile che un gigantesco tir ci sparasse una potente clacsonata da far rabbrividire. In tempi recenti, spersi in un incrocio croato,letteralmente ci buttammo per uscire dall'impasse, con due macchine che quasi ci rifilarono. E anche lì, che cosa mai avrei potuto dire? Cicca della vecchia!
Ma questi non sono che pochi esempi delle innumerevoli e tragicomiche esperienze vissute. D'ora in avanti in questo articolo, aggiungerò un paragrafo ogni "cicca della vecchia" provata, passata e presente, tra cui n indimenticabile e recente face to face con la polizia slovena. Prima di ciò però, partiamo subito con l'immediato. Avete mai guidato di sera nel centro di Vienna? Nemmeno io, per fortuna! Il mio ruolo da navigator però, non è stato meno scevro di adrenalina. Il 30 dicembre scorso, ho provato l'ebbrezza di ritrovarmi su quattro corsie (e dico quattro) per senso di marcia, con Google Maps a dettarci ogni singola immissione. Siamo stati miracolosamente bravi, a parte una pericolosa sosta all'inizio di un guardrail/sparto traffico non sapendo più dove andare. Poi appena arrivati a destinazione, cicca della vecchia.
... continua
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Traffico a Vienna (Austria) © Luca Ferrari |
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