sabato 21 settembre 2024

Reyer Venezia, regina del basket

Reyer Venezia in trionfo - ph. Umana Reyer

La forza del gruppo. Intensità, tiri decisivi e il generoso sostegno del pubblico. Dopo il trionfale scudetto 2023-24, la Reyer Venezia femminile ha vinto anche la Supercoppa.

di Luca Ferrari

Gioco di squadra. Un gruppo tenace, in perfetta armonia agonistica e sincronia umana. La Reyer Venezia femminile ha vinto la Techfind Supercoppa 2024, giocando una partita di forza, contenuto e abilità, contro un’avversaria tosta fisicamente e sempre pronta alle ripartenze più immediate: la storica rivale, la Famila Wuber Schio. In campo e sugli spalti, un susseguirsi di costanti e sincere emozioni. La Reyer Venezia femminile non è solo una squadra di pallacanestro. È un gruppo di giovani atlete, unite dentro e fuori dal campo, capaci di coinvolgere con il loro gioco e far appassionare chiunque, dalle giovani leve ai neofiti della palla a spicchi. A Venezia batte (rimbalza) con furore il cuore del basket. È la sua storia, il suo retaggio e il suo presente più raggiante.

Palasport Taliercio (Ve), 20 settembre 2024. Tutto è pronto per questa attesissima rivincita scudetto tra le prime della classe, la sfida che darà ufficialmente il via alla stagione 2024-25. Dalla laguna, le navette portano gli audaci tifosi isolani ad assistere alla finalissima di Supercoppa italiana di basket femminile, competizione questa che Schio gioca per il 15° anno di fila, e dove Venezia invece va caccia del 3° titolo, con gli altri due successi vinti entrambe le volte proprio contro l'avversaria odierna (2008, 2020). All’arrivo, tutti i sostenitori arancioni di Schio incitano a gran voce la propria squadra. Non è da meno il pubblico veneziano. Bambini, giovani e adulti. Famiglie. Tutti stretti e uniti ((oltre 3200) nel sostenere questo incredibile gruppo. Letteralmente in tripudio a ogni canestro messo a segno dalle loro beniamine.

Pronti, partenza e via. La squadra di casa va sotto dopo il primo minuto, recupera e... e non si farà più superare. La Reyer ha dominato il primo quarto, chiudendo con un parziale di +7 (29-22) ma è stato molto più alto nel corso della suddetta frazione di gioco, imponendo una pallacanestro davvero travolgente e dimostrandosi più brillante delle fortissime avversarie, superate con un incredibile 3-0 nella finale scudetto 2023-24. Molto più combattute le altre tre fasi del gioco (43-49 e 64-60), con le avversarie sempre a un passo dal sorpasso: -3, -2, -1 e perfino a pari punti, ma è lì che la Reyer ha sempre fatto la differenza. Giocando i momenti più delicati della partita con attenzione, lucidità e precisione, chiudendo poi la finale con un perentorio 88-81.

In casa Reyer ha funzionato tutto. Letteralmente indemoniato il duo Berkani-Villa. Solidità allo stato puro, Nicolodi e Pan. Cecchine letali, le due" lunghe" oro-granata: Awak Kuier, eletta MVP della sfida, e il neo acquisto, la serba Dragana Stankovic. Molto positiva anche la partita delle altre due "leonesse" veneziane: l’americana Kamiah Smalls e la triestina Maria Miccoli, quest’ultima impeccabile dalla lunetta. Canestri pesanti e tanta qualità espressa sul campo per Mariella Santucci e Martina Fassina, due giocatrici su cui puoi sempre contare. A bordo campo, a sostenere le loro compagne, la confermata Caterina Logoh e l'under-19, Matilde D'Este. Una prova corale, con un gruppo affiatato che potrà conquistare ancora tanti trofei, spronata e sostenuta da coach Mazzon, eletto Miglior coach al Premio Reverberi 2024, gli Oscar del Basket, e dove Matilde Villa è stata eletta Miglior Giocatrice.

Vincere è il sogno di ogni giocatrice/giocatore, ma diventa ancora più speciale quando nel cammino verso il trionfo si supera l’avversario più ostico, com’è stato proprio per Venezia contro Schio, che non ha mai mollato. Nel passato più leggendario dell’NBA, fu così per i Detroit Pistons di Isiah Thomas quando ebbero finalmente la meglio sui rivali di sempre, i Boston Celtics di Larry Bird negli anni '80. E se dall’altra parte dell’oceano, la rookie Caitlin Clark (Indiana Fever) sta facendo sfaceli, coinvolgendo un pubblico come non si era mai visto prima in WNBA, nel vecchio continente, con la vittoria in Supercoppa, le giocatrici della Reyer Venezia si sono confermate le indiscusse regine del basket italiano e ora sono la squadra da battere. La sfida è lanciata, nel Bel paese e in Eurolega.

Vieni a rivivere tutta la stagione dell'Umana Reyer Venezia 2024-25 in Lega Basket Femminile (LBF) ed Euroealgue (ELW), con  gli highlights delle partite:

Reyer-Schio, highlights

la Reyer tifa Reyer
Venezia e Schio durante il riscaldamento pre-partita © Luca Ferrari 
Il Palasport Taliercio di Mestre (Ve) © Luca Ferrari 
La Reyer pronta alla sfida © Luca Ferrari 
La partita è finita: la Reyer ha vinto la Supercoppa 2024 © Luca Ferrari
La Reyer Venezia trionfa alla Techfind Supercoppa 2024 © Luca Ferrari
La Reyer Venezia trionfa alla Techfind Supercoppa 2024 © Luca Ferrari

Reyer Venezia in trionfo - ph. Umana Reyer

martedì 17 settembre 2024

Basket Venezia, aperto a tutto il mondo

campo S. Alvise - basket a Venezia © Luca Ferrari

Dai (tanti) settori giovanili fino alle squadre maschili e femminili della Reyer, Venezia è una città appassionata di pallacanestro, nel segno della partecipazione e... del successo! 

di Luca Ferrari

Venezia, città dell’arte. Venezia, la città delle gondole romantiche sulla laguna. Venezia, sempre di più, città della pallacanestro. Una storia più che secolare avvicina l’antica Serenissima alla palla a spicchi. Il legame tra Venezia e il basket, sport inventato verso la fine dell’800 dal medico canadese James Naismith, risale agli inizi del XX secolo e da allora è sempre continuato, dai settori giovanili fino alla prima squadra locale, la “mitica” Reyer che nel solo 2024 ha visto, prima, laurearsi Campione d’Italia la compagine femminile (il terzo della sua storia) e poco dopo, anche l’Under 15 “rosa”. Una storia vincente che ha tutte le intenzioni di continuare. Nel primo appuntamento della stagione 2024-25 la squadra femminile veneziana ha nuovamente incrociato il pallone a spicchi contro la storica rivale Famila Wuber Schio, vincendo la Techfind Supercoppa 2024.

Richiamandosi alla storia millenaria di città aperta al mondo, nel 1872 nacque la società di ginnastica Costantino  Reyer, “aperta a tutto il popolo”, col fine (innovativo) di proporre la ginnastica come strumento formativo con finalità psico-pedagogiche, in contrapposizione alla visione esclusivamente militare fino ad allora, imperante. La prima apparizione del basket (femminile) a Venezia avviene nel 1907, trovando pochi anni dopo, nel 1914, la sua prima storica casa, nel cuore del sestiere di Cannaregio: la Scuola Grande della Misericordia, progettata dal Sansovino nella prima metà del XVI secolo, su incarico dello stesso doge Andrea Gritti. Ma è il 1925 l’anno della decisiva consacrazione, con la nascita della sezione pallacanestro.

Dopo i recenti successi maschili (2016-17 e 2018-19) nel campionato A1, la stagione 2023-24 ha visto il successo della Reyer femminile, capace di spazzare via in finale la fortissima Schio con un perentorio 3-0. Un successo, quello della Reyer, celebrato con una epica (e unica) parata sulle acque del Canal Grande, poi riproposta anche in occasione della Regata Storica. Una squadra, quella veneziana, davvero fortissima e composta da Lisa Berkani, Lorela Cubaj, Awak Kuier, Caterina Logoh, Martina Fassina, Giuditta Nicolodi, Francesca Pan, Mariella Santucci, le ormai ex Jessica Shepard, Anna Makurat, e che ha visto la definitiva consacrazione della 19enne playmaker Matilde Villa, selezionata al terzo giro del Draft WNBA dalle Atlanta Dream con la 32ª chiamata assoluta, e protagonista anche nell'Europeo U20, manifestazione in cui, insieme (anche) alla sorella Eleonora, l'Italia ha conquistato la medaglia di bronzo.

Dall’ultimo successo al primo nella storia della squadra, con uno sguardo all’immediato futuro. Nella stagione 1945-46 la Reyer femminile scrisse per la prima volta il suo nome nell’albo d'oro. Di quella squadra faceva parte anche la cestista Rina Zane. Suo figlio, Stefano Cazzaro, è stato uno dei migliori arbitri italiani di fama internazionale, arrivando perfino a dirigere qualche gara del leggendario Dream Team di Michael Jordan, Larry Bird e Magic Johnson (vedi articolo pubblicato sul magazine internazionale L'Italo-Americano). Sono passati più di 30 anni da allora, e una parte dei moltissimi aneddoti vissuti direttamente sui parquet di tutto il mondo, Cazzaro li ha raccontati alle giovanissime leve dell’Alvisiana Basket Venezia, nella giornata conclusiva del Basket Camp estivo. Quegli stessi giovanissimi che proprio oggi, martedì 17 settembre 2024, iniziano una nuova annata palleggiante.

Forse non si vedranno (ancora) canestri mobili nei campielli ma al di là dei pochi spazi aperti accessibili, la pallacanestro lagunare continua a raccogliere sempre più proseliti fin dalla giovanissima età, suscitando passione ed entusiasmo, e questo grazie all’impegno delle società locali sparpagliate tra centro storico, le isole del Lido e Murano, senza contare poi quelle in terraferma, e rammentando l’importanza del web e dei social media, dove spicca il gruppo Facebookiano “Venezia è basket”. Da anni ormai, al Lido, ogni estate si svolge il Torneo dei Sestieri mentre di recente, nel cuore del sestiere di Cannaregio, ha trovato una nuova dimora la squadra dilettantistica Crabs Venezia, a due passi dal comprensorio sportivo di Sant'Alvise.

La pallacanestro non conosce confini. Ed ecco la Reyer City League protagonista estiva attraversando il Veneto per emozionanti sfide 3x3, facendo tappa anche a Venezia con un rettangolo da gioco allestito in campo Santa Maria Formosa. Il basket è sempre più vivo in laguna. Oltre alle palestre specifiche, prestando bene attenzione, anche per le calli capita sempre più spesso di sentire l’inconfondibile rimbalzo di una palla sopra i masegni veneziani, in particolare nei sestieri "resilienti" di Castello e Cannaregio. Dalle parole scritte ai fatti, giocati. Anzi, palleggiati. Mercoledì 18 settembre, all'interno della manifestazione "Viva Villa Groggia", Alvisiana Basket Venezia e Crabs Venezia hanno unito le forze e la passione, realizzando un estemporaneo playground in campo S. Alvise per dare al possibilità ai giovanissimi cestisti di giocare e sfidarsi, introducendo anche la realtà del baskin.

Poco lontano, intanto, c'è anche chi si è adattato con i propri mezzi. Dei bambini si sono attrezzati con un canestro agganciato. Tutti entusiasti. Tutti con il sogno di diventare dei giocatori professionisti. Uno ha la divisa dei Golden State Warriors (Steph Curry). Un altro dei Dallas Mavericks (Luka Doncic). Un altro ancora dei Los Angeles Lakers (Lebron James) e uno perfino dei "vecchi" Detroit Pistons al tempo dei Bad Boys, con le immagini di Isiah Thomas, Dennis Rodman e Rick Mahorn. Un altro con i protagonisti animati del film Space Jam. Corrono, ridono e vanno a canestro, con i rischi della disciplina, in una città unica come questa (vedi ultima foto, ndr). Il futuro del basket a Venezia, è qui, adesso.

Venezia, campo da basket  © Luca Ferrari
Giovanissimo giocatore di basket palleggia sui masegni veneziani  © Luca Ferrari
Venezia, campo da basket provvisorio © Luca Ferrari
Il gruppo pubblico "Venezia è basket" su Facebook
Venezia, campo da basket  © Luca Ferrari
Venezia, le luci del tramonto  © Luca Ferrari
Venezia (campo S. Maria Formosa) - Reyer City League  © Luca Ferrari
Basket a Venezia, in campo S. Alvise © Luca Ferrari
Il basket a Venezia è anche questo... © Luca Ferrari

mercoledì 31 luglio 2024

Lo splendente Parco Naturale Kamenjak

Croazia, Kamenjak National Park

Mare cristallino, baie e roccia selvaggia. Uno scrigno verde si rivela nell'Istria meridionale (Croazia), a Premantura, nel cuore splendente del Kamenjak National Park.

di Luca Ferrari

Blu. Azzurro. Turchese. Per trovare un'acqua da sogno "basta" andare nei Balcani. Dal nordest italiano, un fugace passaggio in terra slovena e poi via, verso l'Istria croata, destinazione... ovunque! Una qualsiasi caletta può trasformarsi in una spiaggia da sogno. Questa volta però, ho una meta ben precisa, il Kamenjak National Park, a pochi minuti dal centro di Premantura, da cui poi si possono raggiungere altre mete di notevole bellezza come Medulin (Medolino). Natura selvaggia e un mare rigenerante. In linea d'aria/acquatica, Premantura è di fronte all'isola della Donzella (italiana, sul Delta del Po) ed è davvero impressionante la differenza "acquatica". Coste basse e sabbiose dalla parte italiana, coste profonde e rocciose sulla sponda croata. Bastano pochi passi e si è già in acqua alta. Bastano pochi passi sul fondale pietroso, e un'ondata di rigenerante beatitudine ti investe, il tutto senza un goccio di umidità.

Croazia, le spiagge sono ovunque. Non è necessario prenotare a ridosso del mare. Questa volta decido di fermarmi a Krnica, in Istria. Un contesto quasi bucolico. Un placido paesino con il pekarna locale per compare il necessario per la prima colazione e il pane, un supermercato e qualche tipico ristorantino. Una posizione decisamente tattica dove partire alla scoperta delle tante realtà balneari. E infatti, il tempo di arrivare sul primo pomeriggio, e dopo una decina di minuti di auto sono già davanti al mare, sulla spiaggia Plaža Duga Uvala. Molto gettonata dalle famiglie locali, in molti si godono il sole e l'arenile ciottoloso. Presente anche qualche pedalò. Per chi volesse un po' più di privacy invece, si può spostare sui lati della baia e tuffarsi direttamente dagli scogli. Le spiagge croate, specie quelle non particolarmente attrezzate, sono decisamente particolari. Hanno sempre un che di selvaggio ma allo stesso tempo sono molto ordinate. 

L'indomani, la meta del mio viaggio. Il Parco Naturale Kamenjak, poco distante da Premantura. L'ingresso nel parco ha un costo di 15 euro. Il prezzo non è assolutamente alto, ma bisogna avere bene in mente che cosa si ha intenzione di fare. A 2-3 minuti a piedi dall'ingresso infatti, c'è un enorme parcheggio dove si può lasciare il proprio mezzo gratuitamente ed entrare nell'area protetta senza lasciare un cent. Le prime spiagge non sono lontane (10-15 minuti massimo a piedi), però va considerato che le strade/sentieri sono molto polverosi, ci passano le macchine (ovviamente) e non sempre ci sono sentieri pedonali in mezzo alla macchia. Per chi al contrario volesse spostarsi all'interno dell'area, è consigliabile pagare (c'è UNO sconto se si pagano due giorni). Le possibilità di zone dove rilassarsi sono davvero innumerevoli (anche molto diverse da loro) e si può trascorrere un'intera giornata fino a dopo il tramonto (le 9 di sera).

Optato per il pedaggio, la scelta si rivela azzeccata e, come prima spiaggia scelgo un'area non particolarmente battuta, nemmeno dalla vegetazione. Solo roccia e mare. Mare, mare e mare a perdita d'occhio. Il sole batte forte ma la freschezza del mare è un toccasana capace di far accettare anche le più elevate temperature. Bisogna anche un po' attrezzarsi. C'è chi ha piantato una tenda tra gli scogli, e chi vi ha conficcato un ombrellone facendo attenzione alle bizze del vento. Tipico del parco naturale Kamenjak, le baie, e anche in questa zona ne trovo una, arrivando a nuotarci dentro. Qualche kayak ogni tanto si avvicina. Verrebbe voglia di starci tutta la giornata ma la curiosità mi riporta in auto per continuare l'esplorazione, arrivando in una meno invasiva zona di pineta, dove poter sostare nelle ore più calde, optando poi per una terza spiaggia per concludere la giornata e godermi le luci del vespro.

Questa volta la macchina la parcheggio a ridosso di un'ampia area boschiva, a pochi metri dal mare: la spiaggia Polje. Prima di arrivare un largo chiosco con panchine e tavoli di legno. Presenti anche giochi per bambini che così possono alternare le tante nuotate. Come detto, qui non ci sono lunghi arenili, ma piccoli spiazzi dove sono d'obbligo le ciabatte da mare. Ognuno si piazza dove meglio crede, sopra le rocce, magari vicino a qualche zona dove potersi riparare. Lì davanti, mare a perdita d'occhio. Il tempo di fare un bagno e viene voglia di rituffarsi ancora e ancora (anche perché fa caldo). Le ore passano veloci e un tuffo dopo l'altro, emerge un sano appetito, facilmente saziabile con il chiosco che per quanto limitato, cucina bene. E che spettacolo gustarsi le pietanze davanti al mare in attesa che il sole lentamente si spenga tra mare e rocce. Un sogno. Un sogno autentico di una notte di mezza estate croata. 

Croazia, la spiaggia di Plaza Duga Uvala © Luca Ferrari
Il placido paese di Krnica (Istria, Croazia© Luca Ferrari
ristorante a Krnica - cevapcici e piatto di pesce © Luca Ferrari
Baia nel Parco Naturale Kamenjak (Istria, Croazia) © Luca Ferrari
Parco Naturale Kamenjak (Istria, Croazia) © Luca Ferrari
Parco Naturale Kamenjak (Istria, Croazia) © Luca Ferrari
Parco Naturale Kamenjak (Istria, Croazia) © Luca Ferrari
La spiaggia Polje nel Parco Naturale Kamenjak (Istria, Croazia) © Luca Ferrari
Tramonto sulla spiaggia Polje nel Parco Naturale Kamenjak (Istria, Croazia) © Luca Ferrari
Tramonto sulla spiaggia Polje nel Parco Naturale Kamenjak (Istria, Croazia) © Luca Ferrari

venerdì 28 giugno 2024

Alvisiana Venezia, "il basket tende al cielo"

Alvisiana Basket Venezia, allenamenti © Luca Ferrari
Cannaregio, sestiere di sport e vita autentica. Dagli allenamenti settimanali al camp finale, si è appena conclusa una nuova intensa annata all'Alvisiana Basket Venezia.

di Luca Ferrari

Training, condivisione e tanto sano divertimento. Una nuova annata cestistica si è appena conclusa all'Alvisiana Basket Venezia e mentre d'estate l'attività si sposta in campetti improvvisati sopra i masegni della Serenissima, ripenso a quanto appena vissuto a bordo campo, quando le giovanissime generazioni della palla a spicchi si scatenavano in un mix di spensierato agonismo. Dieci mesi conclusi con una grande festa/saggio finale e il Basket Camp (per alcuni di essi), che ha visto un ulteriore impegno e tanta, ma tanta, voglia di confrontarsi e imparare. Un'ora di allenamento scarso ogni settimana, che iniziava sempre un po' prima, in uno stato di contagiosa adrenalina, e aveva sempre lo stesso finale: al suono della sirena, corsa fuori dalla palestra con le gote rosse e gli occhi entusiasti e... e tu lì, pronto ad abbracciarlo e ascoltare cosa avesse combinato (inclusi gli eventuali punti segnati), il tutto corroborato da una generosa merenda per ricaricare la "creatura".

Cannaregio è uno dei sestieri di Venezia che ancora prova a reggere lo strapotere turistico. In particolare, la zona tra Madonna dell'Orto e la Baia del Re, pullula di vita veneziana: famiglie, scuole, parchi (Savorgnan, Groggia) e un grande impianto sportivo che comprende: piscina, area per arrampicata, scherma, bocce, palestra di basket e il grande campo da calcio dell'Alvisiana. Poco distante, la palestra Gigi Marsico (ex-Umberto I), teatro di sfide cestistiche per i più grandi e sede anche del recente Basket Camp dell'Alvisiana Basket. Una Venezia nella Venezia più autentica, dove mamme, bambini e papà vanno su e giù senza sosta. La Venezia che molti credono non esista più, e invece "noi ci siamo" ed è bene che lo sappiano tutti. Noi ci saremo anche domani, insieme ai nostri piccoli-grandi sportivi.

Per il secondo anno consecutivo mio figlio ha frequentato il corso di basket dell'Alvisiana Venezia. Una scelta che in principio fu un'autentica sorpresa, poiché non aveva mai vis(su)to quel gioco tra le mura domestiche. Ma ci è voluto davvero poco perché il piccolo cominciasse ad appassionarsi, così come il sottoscritto, che ha iniziato ad aprirsi al mondo palleggiante. Il doppio allenamento pomeridiano ormai è un momento che attendo anche io con estrema trepidazione. C'è chi corre su e giù per il parquet, allenandosi, e chi, comodamente seduto su una delle tante sedie a disposizione nell'ampia sala d'attesa, si diletta con una piacevole lettura (a tema basket), "ciacolando" in contemporanea con altri genitori/amici. E se ci fosse qualche highlight NBA da recuperare, si può sempre dedicare qualche minuto per vedere le più recenti imprese dei vari Edwards, Jokic, Banchero & co., prima di cominciare.

Eccoli entrare in campo. Domina il verde Alvisiana della casacca, seguito dal rosso dei Chicago Bulls, ovviamente di Michael Jordan. Insieme a questi saltano, palleggiano e tirano senza sosta, il giallo Lakers di Lebron James, il blu Mavericks di Luka Doncic, il porpora della Reyer Venezia e anche il giallo-blu Warriors di Steph Curry. Nel corso dell'anno i bravi e pazienti coach hanno saltuariamente aperto le porte degli allenamenti a noi genitori, facendoci scoprire cosa combinano, oltre (ovviamente) a farci ammirare le performance dei nostri figli durante le immancabili feste di metà/fine anno. I fortunati che hanno potuto frequentare il Basket Camp 2024 poi, hanno potuto conoscere una vera leggenda dell'arbitraggio, il veneziano Stefano Cazzaro. Un uomo che nel corso della sua lunghissima carriera, ha messo la palla a 2 davanti al leggendario Dream Team statunitense, durante le Olimpiadi di Barcellona '92, e nella stessa manifestazione anche alla neonata Croazia del Mozart del basket, Drazen Petrovic (1964-1993).

Venezia ha una tradizione di pallacanestro più che secolare, eppure non è certo la città ideale per praticare questa disciplina all'aperto, dove gli spazi a disposizione (con canestro) si contano su una mano. Se si escludono le palestre attrezzate, il panorama non è dei più semplici. E per chi non volesse/riuscisse ad andare in terraferma, bisogna un po' ingegnarsi. Prima ancora di cominciare a giocare dunque, i giovani cestisti veneziani hanno una sfida da affrontare. A ben guardare però, anche realizzare un tiro da 3 per un "pulcino" non è facile, ma con l'impegno e la perseveranza si può ottenere tutto, e loro ci riescono e ci vogliono riuscire sempre di più. La pallacanestro è molto di più di un semplice gioco. Come ci ha insegnato l'11 volte campione NBA, Bill Russell (1934-2022): "Il basket è l'unico sport che tende al cielo. Per questo è una rivoluzione per chi è abituato a guardare sempre a terra".

Alvisiana Basket Venezia, allenamenti © Luca Ferrari
Alvisiana Basket Venezia, allenamenti © Luca Ferrari
Alvisiana Basket Venezia, allenamenti © Luca Ferrari
Alvisiana Venezia, Basket Camp 2024 © Alvisiana Basket Venezia
Alvisiana Venezia, Basket Camp 2024 © Luca Ferrari
Alvisiana Venezia, Basket Camp 2024 © Luca Ferrari
Alvisiana Venezia, Basket Camp 2024 © Luca Ferrari
Alvisiana Venezia, Basket Camp 2024 © Alvisiana Basket Venezia
Basket Camp Alvisiana Venezia,
l'allenatrice Serena Babetto e l'arbitro Stefano Cazzaro © Alvisiana Basket Venezia
Alvisiana Venezia, letture © Luca Ferrari
Basket a Venezia © Luca Ferrari

giovedì 23 maggio 2024

Vogalonga di Venezia, il mondo in voga

Venezia, alla 48. Vogalonga c'è anche il Canada © Luca Ferrari

La voga alla veneta, ma non solo. La Vogalonga di Venezia richiama sempre più equipaggi da ogni angolo del mondo. Dalla Croazia alla Finlandia fino al lontano Canada.

di Luca Ferrari

Tu sei lì, alla 48° Vogalonga di Venezia, ad applaudire una caorlina veneziana nel canale di Cannaregio e d'improvviso la tua mente si ritrova a "nuotare" in Croazia, sull'isola di Pag, una delle realtà più incredibili della nazione balcanica. Passa qualche minuto, addenti un "cicchetto" e d'improvviso nel tuo palato percepisci un'aroma di sciroppo d'acero, simbolo indiscusso di moltissime ricette canadesi. Ma come sarà possibile? C'è anche il colosso del Grande Nord a solcare la laguna, con un variegato equipaggio. Non faccio a tempo a immaginare un prossimo viaggio in Canada tra Quebec e l'isola del Principe Edoardo, che il suo vicino a stelle e strisce mi fa ripensare all'amichevole atmosfera della città di Seattle e del vicino stato dell'Oregon.

L'arrivo nel canale di Cannaregio è sempre una festa. Qui gli atleti, ormai quasi alla fine del lungo tragitto (oltre 40 km) alzano i remi e in cambio ricevono fragorosi applausi, anche dai più piccini. Insieme all'immancabile e fiero leone di San Marco, si susseguono molti equipaggi olandesi, francesi e tedeschi. Tutti Paesi che ancora mancano nel mio curriculum e che presto, spero di visitare anche solo per pochi giorni. Berlino è sempre lì che mi aspetta, per non parlare di qualche bel tour su due ruote tra i colori dei Paesi Bassi. E in tema di viaggi del futuro, la bandiera dell'Australia. Intanto però, è in arrivo uno dei richiami a me più cari, e votato alla natura incontaminata. Una barca proveniente dalla bellissima Finlandia mi culla fino alla Lapponia, tra renne e la ricerca di aurore boreali.

48. Vogalonga di Venezia, equipaggio americano © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, equipaggio veneziano © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, equipaggio dell'Australia © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, equipaggio della Croazia © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, equipaggio v© Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, kayak © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, equipaggio del Canada © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, equipaggio della Finlandia © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, equipaggio della Francia © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, equipaggio della Gran Bretagna© Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, l'alzaremi © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, traffico sul canale di Cannaregio © Luca Ferrari
48. Vogalonga di Venezia, traffico sul canale di Cannaregio © Luca Ferrari

giovedì 16 maggio 2024

Le stragi e lo Stato... l'Italia s'è dest(r)a

targa commemorativa della strage dell'Italicss Ph. cyberuly/ Wikipedia

Anni '70, le stragi neofasciste insanguinano l'Italia. Che cosa diranno i "fascistelli" di oggi? Lo sapremo per il 50° anniversario degli attentati di piazza Loggia e del treno Italicus.

di Luca Ferrari

La strage. La commemorazione. Le parole di cordoglio più o meno sentite, con l'ordine tassativo di non screditare la fazione di turno. Mentre sempre più esponenti politici affermano con incredibile fierezza e tranquillità di essere fascisti, due tragici anniversari per l'Italia si avvicinano e sarà, consentitemi il termine poco giornalistico, "davvero interessante" assistere come alcune delle più alte cariche dello Stato e tanti altri personaggetti della politica locale, si arrampicheranno sugli specchi pur di non associare mai i termini fascismo e neo fascismo a due delle peggiori stragi di stato: la bomba di piazza Fontana a Brescia, il 28 maggio 1974, e l'esplosione sul treno Italicus la notte del 4 agosto 1974, di entrambi dei quali quest'anno ricorre il 50° anniversario. Due aggressioni omicide al popolo italiano che costarono rispettivamente la vita a 8 e 12 persone, ferendone 102 e 48. 

Stragi di stato. Stragi contro lo Stato. Stragi contro l'Italia e contro gl'italiani. Ma cos'è lo Stato? Ma perché dovremmo credere ancora allo Stato? Possiamo davvero protetti dallo Stato? Governo dopo governo, ognuno si è sempre prodigato di tutelare la propria parte (ideologia?), e noi popolo a ingoiare una menzogna dopo l'altra. E come rispondiamo? Negli agli Settanta scendere in piazza significava sfidare il Sistema, oggi non funziona più ma lo facciamo lo stesso. Scandiamo slogan perché non sappiamo cos'altro fare. Lo facciamo per sentirci a posto con la nostra coscienza anche se il mondo va a rotoli. Scarichiamo sul web le nostre peggiori frustrazioni travestite da candidi ideali perché abbiamo il tempo e la non-urgenza di farlo. Ci sentiamo degli eroi a distanza mentre chi soffre non ha tempo di parlare. Chi soffre davvero, può solo agire nella speranza che non venga scoperto prima che qualcosa cambi... o esploda, nel più atroce dei finali.

Anni di piombo. Eversione. Lotta armata. Dove c'è interesse, c'è violenza e non c'è colore che tenga. Sono tutti uguali. La storia d'Italia come di qualunque altro Paese dimostra che si sarebbero comportati allo stesso modo se fossero stati gli altri sul banco degli imputati. Una su tutte? Le foibe. Sì, quelle stesse foibe che i "rossi" non ebbero il coraggio di denunciare poiché alleati dei partigiani jugoslavi che ripagarono gl'italiani con la stessa moneta di crudeltà e violenza con cui le camice nere insieme ai sodali nazisti, avevano riversato senza pietà contro la popolazione slava (non a caso, oltre confine, il 27 aprile si celebra la Giornata contro l'Occupatore). Grazie al loro silenzio oggi le foibe sono un vanto ideologico della Destra. Una questione che se non fosse tragica, sarebbe quasi ridicola. Una questione, quella delle foibe, emblema della "bontà fascista", che solo tra il liquame cerebrale più ignorante può pensare di attecchire.

Nel 1974, l'anno in cui innocenti morirono per le bombe di piazza Fontana e a bordo del treno Italicus, io dovevo ancora nascere. Non ho vissuto gli anni di piombo. Nella mia storia personale ho visto cadere il muro di Berlino, ho assistito all'esecuzione del dittatore rumeno Ceaușescu e all'indifferenza verso la guerra dei Balcani. Ho visto gli aerei schiantarsi sulle Torri Gemelle e poi  l'orrore di tutto quel pan-americanismo belligerante in Afghanistan e Iraq, mente nel frattempo Cina e Russia facevano lo stesso, meritandosi però un'attenzione diversa da parte dei moralisti sinistrorsi. Le vite umane? Quelle non contano. I morti di Brescia, dell'Italicus e della stazione di Bologna sono gli stessi del World Trade Center e di Sarajevo. Gente inerme che ha pagato con la vita l'inesistenza dello Stato. Innocenti strappati per sempre all'amore dei propri cari mentre il mondo degli Stati ha continuato imperterrito il suo percorso di opportunismo, annientamento e morte.

Vittima soccorsa dopo l'esplosione in piazza della Loggia (Brescia)