venerdì 26 aprile 2013

Seattle Olympic Peninsula, The in between is mine

Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula, l’alba su Alki Beach © Giovanni Ligresti
Quando sono a Seattle la poesia prende il sopravvento. C’è stato un tempo in cui avrei potuto riscrivere I am mine, ma nei fatti mi limitai a togliere le scarpe dalla sabbia al momento dello schiudersi delle onde.

di Luca Ferrari

C’è stato un tempo dove le nuvole avevano ribaltato qualsiasi precedente dichiarazione e le forme incustodite se ne stavano come colori senza cornice a fermare ogni singola azione realistica. Non so mai rispondere quando mi chiedono dove sia stato perché ho cambiato i miei pensieri tutti insieme una unica volta. La neve in cima a boschi lontani ha già il sapore di Been Away Too Long.

È sempre stata così colorata l’alba? Hai ancora tempo per le mie domande o le tane sotterranee hanno collezionato manuali da cicale collegialmente arbitrarie? I ponti ingannano la prospettiva di cosa può nuotare anche senza un punto di riferimento. Una giraffa metropolitana. La propria innocenza ha un significato che nessuno può davvero capire e non potrebbe essere altrimenti visto che ogni gesto ribelle rimarrà un bisogno allergico a qualsiasi sorta di specchio. La strada che separa due mondi non è già di per sé una fermata nella primaria odissea? E quella lettera che non ha ancora mai fatto ritorno...

giovedì 25 aprile 2013

Tortorelle, novità dal passato

i biscotti Tortorelle
Bianchi volatili di zucchero si fondono nella dolcezza biscottiera. Dalla fabbrica WillyWonkiana del Mulino Bianco, sono tornate in commercio le Tortorelle.

Un volatile grande e bianco. Uno piccino. Tre in volo verso Est. Quattro verso Nord. Sono le prime tre tortore planate sui biscotti che prendo emozionato dal grande sacco da 700 grammi delle Tortorelle, tornati dal passato in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un regalo inaspettato da parte del Mulino Bianco. Le Tortorelle, un biscotto mai dimenticato nel mio curriculum dolciario e sempre conservato nella memoria. E anche se non erano più in commercio, non avevo mai smesso di cercarli.

Durante i reportage in giro per l’Italia e l’Europa, ogni volta che entravo in un qualsiasi supermercato, l’occhio cadeva spesso sugli scaffali dei biscotti per vedere se da qualche parte ci fossero ancora loro, le tortorelle. Poi semplicemente è accaduto. Come nei finali più gloriosamente trionfali, la tempesta si placa all’improvviso. Il sole compare all’orizzonte. La terra non è più un miraggio. 

Un viaggio Proustiano o più modernamente alla Ratatouille (2007), il capolavoro d’animazione firmato Pixar/Disney, nelle cui battute finali il critico culinario Anton Ego, specializzato e spietato nello stroncare ogni piatto gli passi sotto il palato, ritrova la serenità (e la gioia della vita) assaggiando l’inimitabile pietanza tradizionale provenzale a base di verdura stufata (la ratatouille, appunto) che lo riporta all’infanzia. In maniera analoga, ma più dirompente, il mio viaggio nei ricordi è iniziato ancora prima di assaggiare.

Mi è bastato rivedere la confezione su di uno scaffale nella Coop di Castellina in Chianti (Si) per salire nella macchina del tempo e ritrovarmi sulle strade floreali della Carinzia, in Austria, mentre tornavo in Italia. E in macchina, ad accompagnare le mie risate tardo infantili c’erano loro, le Tortorelle. Quasi non ci potevo credere. Ne ho comprato subito una confezione. Questa volta al volante mi sono messo io. Ho raggiunto la mia destinazione e quindi mi sono concesso il mio tuffo nel sapore. E loro, i biscotti, erano esattamente come allora. Con lo zucchero glassato a forma di uccello/i sulla pasta dolce.

Ne ho mangiati due. Poi altri tre. Guardando l’inimitabile panorama agreste del Chianti. Il fertile verde e l'azzurro del cielo giocano insieme. Sono rimasto immobile per qualche lungo minuto. Impossibilitato a credere fosse passato così tanto tempo da quell’ultima volta che mangiai questi dolcetti. Si direbbe allora che oggi sia un nuovo inizio. È così? Potrei davvero gridarlo al mondo? Il bianco delle ali del volatile ridà forza al mio trampolino. Poi, un sussulto. Non sono nel letto. E scopro con sorpresa di aver sempre avuto gli occhi aperti. È già ora di cena intanto. Assaggio ancora una Tortorella. Adesso posso mettermi di nuovo in viaggio.

le Tortorelle sugli scaffali della Coop di Castellina in Chianti © Luca Ferrari
Chianti senese © Luca Ferrari

martedì 16 aprile 2013

Bussolà dell'Etna, Mele di Burano

Bussolà a Enna Marmellata dell’Etna a Venezia © Maria Angela Casano & Luca Ferrari
Una dolcezza per un'altra. Nel terzo millennio c'è chi ancora usa la posta per scambiarsi qualcosa che nessun social network è in grado di spedire.

di Luca Ferrari

Scambio di tradizioni dolciarie fra la Serenissima e la terra di Sicilia. Internet potrà anche metterci in comunicazione in modo istantaneo e con Facebook condivideremo ormai anche gli sbadigli, ma volete mettere la sorpresa (e la soddisfazione) di ricevere qualcosa di gustoso con la lenta e obsoleta posta? A me è capitato. E non solo al sottoscritto, anche all'amica e collega Maria Angela Casano.

Si dà e si riceve. A me è capitato di andare un giorno al vicino ufficio postale di Lista di Spagna, a Venezia, a due passi dal Canal Grande, con una ricevuta in mano. Firmare il modulo e d’improvviso ritrovarsi tra le mani un sublime barattolo di marmellata di mele dell’Etna. E a quel punto salire in cima al vicino Ponte degli Scalzi per gustarla e immaginare meglio la bellezza di quella terra che ha prodotto simili frutti.

Un piacere reso ancor più magico al pensiero che a più di 1.300 chilometri di distanza un'amica stava provando un analogo piacere. Poco distante dal celebre vulcano, ma con in bocca una delle più celebri specialità veneziane, i bussolà di Burano. Una dolcezza da inzuppare nel cappuccino al mattino, nel è a merenda o anche addentare in qualsiasi momento della giornata.

“Mi giungono piccole golosità che di nome fanno Bussolà. Aprendo la busta si espande un odore biscottato di pastafrolla che insieme all’aroma di limone mi inebria” racconta a caldo la siciliana Maria Angela dalla sua Enna, “Hanno il colore dell’oro. Ne sgranocchio uno. La friabilità e la delicatezza sublime del gusto mi confermano che ho ricevuto in dono uno dei più raffinati capolavori dolciari italiani che contengono tutta la maestria e l’esperienza trasmessa dal passato dalle brave massaie veneziane. Nulla è improvvisato.

Anche se gli gl’ingredienti della ricetta sono semplici, imitarli non è facile. Confesso che vorrei che non finissero mai. Oggi, un pizzico di Venezia ha rallegrato la tavola della gente di Sicilia in uno scambio di tradizione suggellato nel gusto dei bussolai di Burano, che per secoli hanno deliziato il palato di migliaia di persone e oggi anche il mio”.

Venezia, marmellata di mele dell’Etna sul ponte degli Scalzi © Luca Ferrari
Enna, vassoio con bussolai © Maria Angela Casano

mercoledì 3 aprile 2013

Verona, il Vinitaly 2011 ama la vita

Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Fiori in prossimità di montagne e carovane. Labirinti violacei fanno riemergere le mie mani da ogni campo. I frutti della terra del mondo si aprono al Vinitaly.

di Luca Ferrari

Il balcone dell’amore non è poi così distante. Ruscelli scorrono tra antichi blasoni e camere paglierine. Riesco appena a distogliere un assolato sorriso dalle tante generazioni riunite. Vorrei soffermarmi su almeno una delle parole che mi hanno riferito, ma qualcosa sfugge ancora agli occhi. Accordo il mio inizio. Per la sesta volta supero l’ingresso dell’immensa area di Verona Fiere e inizia il mio viaggio tra i giganteschi stand del VinItaly.

Tutte le regioni d’Italia riunite. Con la propria produzione vinicola. Ciascuna con la propria storia. Ciascuna con i propri volti. E dietro l’eleganza di una gentile stretta di mano e un calice servito, si nasconde la perfezione dei frutti pregiati.

Un vecchio trattore e un carretto, che rimandano a una campagna dagli umili natali, battezzano a dovere la mia ricerca. Molti padiglioni hanno cambiato stile. Sulle “mura” esterne della regione Campania troneggia la scritta “Non basta una vita. Non basta la terra, non basta il sole. Ci vuole l’arte per fare un grande vino”. A mo’ di dolci fate invece, le donne volteggiano su foglie di viti invitando a scoprire il “mondo fantastico” dei vini dell’Emilia Romagna.

È grande l’emozione quando arrivo allo stand di Andrea Muccioli, figlio del fondatore della comunità per il recupero dei tossicodipendenti di San Patrignano (Ri), che oltre ai vini lancia un allarme: nella fascia di età tra i quindici e i diciannove anni, ottocentomila giovani bevono solo per sballarsi. Come un truce sparviero di morte, una macchina sfasciata galleggia sopra lo stand. Ma c’è anche la riscossa. E un invito scritto a caratteri cubitali vira deciso: Fate il pieno di gusto, non di alcol. Il vino ama la vita.

A fianco della 45° edizione del più importante salone internazionale dedicato ai vini e ai distillati, alla cui inaugurazione sono intervenuti anche il ministro per le politiche agricole Saverio Romano e il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, anche quest’anno sono tornati Sol – Salone Internazionale dell’olio extravergine di qualità, Agrifood Club – la rassegna dell’agroalimentare di qualità, ed Enolitech - il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l'Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie.

Ritornando al Sud Italia, la Sicilia accoglie con la scenografia della sontuosa Valle dei Templi di Agrigento, e per non essere da meno il Veneto offre giganteschi bicchieri con dentro il meglio dei propri panorami, da quelli agresti a quelli più classici incluso il celeberrimo Palazzo Ducale di Venezia.

Un sole più che estivo sole fa ribollire tutta l’area. Ci pensa l’Agrifood col peperoncino calabrese e una birra artigianale piemontese a rivitalizzarmi e darmi quell’ultimo slancio. Quasi fosse una salita da conquistare su due ruote come il grande campione Gino Bartali sapeva compiere. E nell’omonimo stand toscano che da quest’anno distribuisce il vino col suo nome, sono pronto a congedarmi con un sano bicchiere di Chianti.

Fattorie. Cascine. Brocche. Libertà cromosomiche. Papille metamorfiche. Il calore impregnato degli antichi alambicchi. Per tutto il tempo che sono rimasto sospeso tra i salotti dei vigneti, ho sempre camminato con lo zaino aperto affinché ogni effluvio potesse trovare la sua collocazione dentro di me. C’è stato davvero poco da aspettare. È stata la mia volontà a riprendere questa strada. Ho capito che vorrei restare ancora qui. Un mondo dove la terra è solo capace di unire. 

Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Verona - Sol 2011 © Luca Ferrari
Verona - Agrifood 2011 © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2011 © Luca Ferrari

venerdì 29 marzo 2013

Verona, i cinque giorni del Vinitaly 2010

Verona - VinItaly 2010, un rosso friulano © Luca Ferrari
L'armonia ballerina dei grappoli sul bicchiere. Il suono più denso di un liquido che affonda tutta la sua doratura sulla mollica del pane. Vinitaly, sono qui.

di Luca Ferrari, luca.goestowest@gmail.com
giornalista/fotoreporter – content writer

Verona. VinItaly, 8-12 aprile 2010. È stato l'anno del Prosecco del nord-est. È stata l'edizione di un presente responsabile. Dalle bottiglie alleggerite (e riutilizzabili al 100 per cento) alle etichette in carta riciclata, fino alla bio-benzina ottenuta con l’etanolo perché sempre di più, dal campo alla cantina, il vino può essere un alleato dell’ambiente e della sostenibilità. 

Anche per il Sol – Salone Internazionale dell’Olio extravergine di qualità, è stato un anno importante, con l'Unaprol – Consorzio Olivicolo Italia, che ha lanciato l’etichetta innovativa che parla al consumatore, ospitando e veicolando informazioni più complete sul prodotto.

E così, tra poderosi raggi di sole e nuvole ballerine cariche di pioggia, mi ritrovo dai padiglioni dell'amato Gallo Nero del Chianti a disquisire d'olio in terra sicula, a Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa. “L'olio che produciamo ha la sua peculiarità”, mi dicono i proprietari dell'azienda Villa Zottopera, “è molto profumato, abbastanza piccante e un po’ amaro, con sentori di pomodoro, rosmarino, erbe selvatiche siciliane, perfino e carciofo quest'anno”.

Avendo ancora un naso più adatto ad aromi culinari che non quelli dell'amico Bacco, entrare all'Agrifood Club (rassegna dell’agroalimentare di qualità) diventa il trampolino per dare alle mie narici (prima) e al mio palato (poi) un'occasione per scoprire e riconoscere nuovi intensi sapori. Folate casearie e di salumi. Olive verdi capaci di far sentire la propria polpa prima ancora di assaggiare.

Smaltito un “fugace” incontro visivo con Miss Italia 2009 e con ancora l'anima impregnata di sapori salati, pur essendo appena mezzogiorno, vengo attratto da tre succulente torte (amaretto, cioccolato e frutta). 

Con sorpresa scopro che la provenienza è la Calabria, terra notoriamente rinomata per la bontà di vini, oli, formaggi e salumi (‘nduja inclusa, al cui tet a tet non mi sottraggo). “La mia famiglia gestisce da 30 anni una della pasticcerie più apprezzate di Reggio Calabria”, mi spiega gentilmente Valentina, tecnologo alimentare e nutrizionista dell’azienda Santisi Dolci Momenti, “abbiamo apportato innovazioni tecnologiche a un prodotto artigianale e ai suoi processi produttivi, potendoci così rivolgere ad altri mercati al di fuori di quello cittadino, garantendo sempre la massima qualità”.

Facile sparare sui giovani che disprezzano le tradizioni e non hanno valori senza prima conoscerli o parlarci. “Come reggini, abbiamo subito molto l'influenza della pasticceria siciliana”, continua Valentina, “Noi però li facciamo un po' meno dolci. I nostri sono sapori molto legati alla terra calabrese, soprattutto utilizzando  essenze locali come il bergamotto o il mandarino. Per i pasticcini e torte con la frutta, gli agrumi sono lavorati con essenze di estrazione naturale e non chimica”.

VinItaly non è solo vino. Una fetta del mercato è occupata anche dalla grappa le cui distillerie in Italia sono 136, concentrate in particolar modo nel Triveneto e Piemonte. Parlando con gli esperti del settore appuro che rispetto al vino, la grappa ha dei costi di produzione molto più elevati. Molte aziende vinicole hanno la propria ma non la distillano. C'è più convenienza a comprarla che a produrla.

Sommo pensieri. Moltiplico deduzioni. Scelgo la mia ultima confidente, a ruoli invertiti s’intende. “C'è un maggiore avvicinamento alla cultura vinicola. La gente ha capito che è meglio assaporare la qualità”, mi confida Marina Sartori, direttamente dai Colli Orientali del Friuli, “Il bere è un'emozione. È il piacere di gustare qualcosa che qualcuno ha prodotto con impegno e sacrificio”.

Verona - VinItaly 2010 - degustazione in atto © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2010 © Luca Ferrari
Verona - Agrifood 2010 © Luca Ferrari
Verona - Agrifood 2010 © Luca Ferrari
Verona - Agrifood 2010 - formaggi © Luca Ferrari
Verona - Agrifood 2010 - la celebre 'anduja calabrese © Luca Ferrari
Verona - Agrifood 2010 - poteva mancare la pizza al forno? © Luca Ferrari
Verona - Agrifood 2010 - una fantastica torta alla frutta Santisi Dolci Momenti © Luca Ferrari
Verona - VinItaly 2010 - degustazione in atto © Luca Ferrari

lunedì 25 marzo 2013

Vinitaly 2009, primavera di vigne

Verona - VinItaly 2009, degustazione © Antonietta Salvatore
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per un padiglione illuminato ché la diritta via era azzeccato. So ben com'i' v'intrai, in terra di Verona, al Vinitaly.

di Luca Ferrari, luca.goestowest@gmail.com
giornalista/fotoreporter – content writer

"...So ben com'i' v'intrai, tant'era pien di entusiasmo a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i' fui al piè d'uno stand giunto, là dove il palato chiedeva piacer, che m'avea d’estasi  cor compunto. Non me ne voglia il Divino Alighieri per questa personalizzazione dei suoi immortali (e infernali) versi, ma si alzi il sipario su quello che è il racconto della mia quarta avventura al VinItaly, nobile e leale fiera veronese, al cui fianco, si presentano i valorosi amici Agrifood e Sol.

Inizio in terra toscana. La vista (e l’assaggio) del vin Brunello mi riporta subito alla bellissima Montalcino. Ogni volta che la ritrovo nella mia mente mi riprometto sempre di ritornarci. Piccola perla della campagna senese nel cuore della Val d’Orcia a ridosso della provincia di Grosseto

Ormai ho qualche conoscenza nell’ambiente, e così fra un appunto e un altro trovo anche il tempo di fare qualche saluto. Ma sono a caccia di volti nuovi. Nuove storie. Passeggiando fra i giganteschi stand del VinItaly vengo rapito dal Salento (Le), e dall’affascinante storia della ditta “Michele Calò & figli”.

Nel servire una gustosa zuppa di ceci (accompagnata da un rosato della fertile terra pugliese), l’indomito padrone di casa narra di questi legumi come il cibo più antico dell’uomo. Perché è quando l’uomo smise di essere legato alla transumanza degli animali e iniziò a coltivare, che iniziò a progredire. Il pasto mi stimola l’appetito, così sospendo gli assaggi e mi dirigo all’Agrifood. E cosa trovo? Piccole astronavi di pane pronte per fare il pieno di primizie. 

Ci sono assaggi degni della tavola delle feste dei grandi visir. Potere contadino. Sapori un tempo giudicati poveri, e oggi richiesti da ogni dove. Un cesto di soffici pezzi di pane intinti in variegati oli da tutta Italia lasciano una sensazione cui nessuna descrizione farebbe amai abbastanza giustizia. Nel conficcare uno stuzzicadenti su un’oliva verde acceso, mi ritrovo pochi secondi dopo lanciato a tutta velocità sull’autostrada del gusto più raffinato.

Qual è la storia di questo frutto della Terra? Nell’assaporarlo vedo la frenesia dei commercianti al rallentatore. Vedo un uomo che tramanda al figlio l’amore per la terra. Vedo la fiducia che non ha saputo piegarsi al peso dei tanti alberi cresciuti prima e dopo di loro. Ricomincia così la storia.

E fu così le stelle tornaron a splendere.

Verona - VinItaly ‘09, il Toscana Wine Bar © Antonietta Salvatore
Verona - Agrifood ‘09, succulente prelibatezze © Antonietta Salvatore
Verona - Agrifood ‘09, nel regno della Pasta © Antonietta Salvatore
Verona - VinItaly ‘09 © Antonietta Salvatore
Verona - VinItaly ‘09, Osiride Chiaradia e con la colomba alla birra © Antonietta Salvatore
Verona - Agrifood‘09, pasta e ceci in Salento da Michele Calò & figli © Antonietta Salvatore
Verona - Sol ‘09, l’olio scorre come un fiume © Antonella Salvatore
Verona - VinItaly ‘09, vino prezioso e al fresco © Antonella Salvatore

venerdì 22 marzo 2013

Vinitaly 2008, degustazioni e cultura

VinItaly, lo stand di Poggio Regini nel Consorzio Chianti Classico © Luca Ferrari
Dal Friuli alla Toscana. Dall’Emilia alle Marche. Dalla Lombardia e Veneto al bel Salento pugliese. Di terra in terra, al Vinitaly.

di Luca Ferrari, luca.goestowest@gmail.com
giornalista/fotoreporter – web writer

Nel panorama vinicolo il Chianti Classico è un must. Così denominato perché si riferisce a una zona precisa delle colline chiantigiane che riguardano alcuni comuni e parte di altri. “Siamo alla nostra prima presenza a questa manifestazione” spiega Maurizio Rossi, dell’azienda di Poggio Regini di Castellina in Chianti (Si), qui insieme ad altri colleghi del Consorzio Chianti Classico, “L’azienda è nata nel 1969 ma abbiamo sempre venduto sfuso fino al 2005. Adesso abbiamo iniziato a imbottigliare e produciamo vini, olio e grappa. Qui a Verona  abbiamo portato due Chianti classici, 2004 e 2006, e altri sei IGT (Indicazione Geografica Tipica), colli della Toscana Centrale”.

Vago per gli stand. VinItaly non è solo uva. Ad affiancare l’ebbrezza del vino si accompagna la rassegna Sol, il salone dell’extravergine di oliva. Dalle infinite tonalità violacee, biancastro-verdine a rivoli dorati su cui soffici crostini vengono dolcemente intinti. Oro di tannini. Oro di olive. Domina il Sud Italia. L’Asso Proli di Cosenza si presenta con uno stand che incuriosisce non poco. Accanto a piccoli calici d’olio e alle bottiglie delle singole aziende produttrici, ci sono vasetti di terra.

“L’Asso Proli presenta quattordici aziende della provincia di Cosenza, per lo più della piana di Sibari e colline presilane, che producono biologico e DOP” spiega la dott.sa Antonella Marano, “Seguiamo ogni passaggio che porta alla produzione dell’olio, facendo in modo che produttori adempiano agli obblighi di legge. La terra che vedi è compost. Un ammendante per il terreno che si ricava dalla sansa (scarti) delle olive, miscelata a vari elementi naturali fra cui foglie di olivo e sarmenti di potatura. Così otteniamo un prodotto (compost) ricco di sostanze nutritive,che restituiamo al terreno”.

Non è finita. Sull’etichetta di ogni bottiglia c’è un codice. Basta inviarlo come sms al numero indicato ed ecco il server centrale della società cooperativa invia tutte le indicazioni sul prodotto acquistato: origine, chi l’ha prodotto, acidità e offre pure un consiglio su come gustarlo.

Si parla. Ci si confronta. Si degusta. Si fa business. S’insegna. Con i giovani troppo spesso abbandonati a facili super-alcolici e alcol da quattro soldi, al VinItaly c’è cultura. I segreti contadini tramandati di generazione in generazione. Dietro ogni bottiglia c’è una lunga storia. In ogni sapore c’è intimità, una casa, avversità e un tramonto. Ha inizio la degustazione.

Verona, VinItaly © Luca Ferrari
Verona, VinItaly - stand della Valle d'Aosta © Luca Ferrari
Verona, Sol - stand della Sicilia © Luca Ferrari
Verona, VinItaly - stand della Puglia © Luca Ferrari
Verona, VinItaly - non c'è limite alla fantasia degli stand, anche la Formula 1 © Luca Ferrari
Verona, VinItaly International - stand della Russia © Luca Ferrari
Verona, Sol - stand della Calabria © Luca Ferrari
Verona, VinItaly - vini Bartali (Si) © Luca Ferrari