i biscotti Tortorelle |
di Luca Ferrari
Un volatile grande e bianco. Uno piccino. Tre in volo verso Est. Quattro verso Nord. Sono le prime tre tortore planate sui biscotti che prendo emozionato dal grande sacco da 700 grammi delle Tortorelle, tornati dal passato in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un regalo inaspettato da parte del Mulino Bianco. Le Tortorelle, un biscotto mai dimenticato nel mio curriculum dolciario e sempre conservato nella memoria. E anche se non erano più in commercio, non avevo mai smesso di cercarli.
Durante i reportage in giro per l’Italia e l’Europa, ogni volta che entravo in un qualsiasi supermercato, l’occhio cadeva spesso sugli scaffali dei biscotti per vedere se da qualche parte ci fossero ancora loro, le tortorelle. Poi semplicemente è accaduto. Come nei finali più gloriosamente trionfali, la tempesta si placa all’improvviso. Il sole compare all’orizzonte. La terra non è più un miraggio.
Un viaggio Proustiano o più modernamente alla Ratatouille (2007), il capolavoro d’animazione firmato Pixar/Disney, nelle cui battute finali il critico culinario Anton Ego, specializzato e spietato nello stroncare ogni piatto gli passi sotto il palato, ritrova la serenità (e la gioia della vita) assaggiando l’inimitabile pietanza tradizionale provenzale a base di verdura stufata (la ratatouille, appunto) che lo riporta all’infanzia. In maniera analoga, ma più dirompente, il mio viaggio nei ricordi è iniziato ancora prima di assaggiare.
Mi è bastato rivedere la confezione su di uno scaffale nella Coop di Castellina in Chianti (Si) per salire nella macchina del tempo e ritrovarmi sulle strade floreali della Carinzia, in Austria, mentre tornavo in Italia. E in macchina, ad accompagnare le mie risate tardo infantili c’erano loro, le Tortorelle. Quasi non ci potevo credere. Ne ho comprato subito una confezione. Questa volta al volante mi sono messo io. Ho raggiunto la mia destinazione e quindi mi sono concesso il mio tuffo nel sapore. E loro, i biscotti, erano esattamente come allora. Con lo zucchero glassato a forma di uccello/i sulla pasta dolce.
Ne ho mangiati due. Poi altri tre. Guardando l’inimitabile panorama agreste del Chianti. Il fertile verde e l'azzurro del cielo giocano insieme. Sono rimasto immobile per qualche lungo minuto. Impossibilitato a credere fosse passato così tanto tempo da quell’ultima volta che mangiai questi dolcetti. Si direbbe allora che oggi sia un nuovo inizio. È così? Potrei davvero gridarlo al mondo? Il bianco delle ali del volatile ridà forza al mio trampolino. Poi, un sussulto. Non sono nel letto. E scopro con sorpresa di aver sempre avuto gli occhi aperti. È già ora di cena intanto. Assaggio ancora una Tortorella. Adesso posso mettermi di nuovo in viaggio.
le Tortorelle sugli scaffali della Coop di Castellina in Chianti © Luca Ferrari |
Chianti senese © Luca Ferrari |
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