Fiori in prossimità di montagne e carovane. Labirinti violacei fanno riemergere le mie mani da ogni campo. I frutti della terra del mondo si aprono al
Vinitaly.
di
Luca Ferrari
Il balcone dell’amore non è
poi così distante. Ruscelli scorrono tra antichi blasoni e camere
paglierine. Riesco appena a distogliere un assolato sorriso dalle tante
generazioni riunite. Vorrei soffermarmi su almeno una delle parole che
mi hanno riferito, ma qualcosa sfugge ancora agli occhi. Accordo il mio inizio. Per la sesta volta supero l’ingresso dell’immensa area di Verona Fiere e inizia il mio viaggio tra i giganteschi stand del
VinItaly.
Tutte le
regioni d’
Italia riunite. Con la propria produzione vinicola. Ciascuna con la propria storia. Ciascuna con i propri volti. E dietro l’eleganza di una gentile stretta di mano e un calice servito, si nasconde la perfezione dei frutti pregiati.
Un vecchio trattore e un carretto, che rimandano a una campagna dagli umili natali, battezzano a dovere la mia ricerca. Molti padiglioni hanno cambiato stile. Sulle “mura” esterne della regione Campania troneggia la scritta “Non basta una vita. Non basta la terra, non basta il sole. Ci vuole l’arte per fare un grande vino”. A mo’ di dolci fate invece, le donne volteggiano su foglie di viti invitando a scoprire il “mondo fantastico” dei vini dell’Emilia Romagna.
È grande l’emozione quando arrivo allo stand di Andrea Muccioli, figlio del fondatore della comunità per il recupero dei tossicodipendenti di San Patrignano (Ri), che oltre ai vini lancia un allarme: nella fascia di età tra i quindici e i diciannove anni, ottocentomila giovani bevono solo per sballarsi. Come un truce sparviero di morte, una macchina sfasciata galleggia sopra lo stand. Ma c’è anche la riscossa. E un invito scritto a caratteri cubitali vira deciso: Fate il pieno di gusto, non di alcol. Il vino ama la vita.
A fianco della 45° edizione del più importante salone internazionale dedicato ai vini e ai distillati, alla cui inaugurazione sono intervenuti anche il ministro per le politiche agricole Saverio Romano e il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, anche quest’anno sono tornati Sol – Salone Internazionale dell’olio extravergine di qualità, Agrifood Club – la rassegna dell’agroalimentare di qualità, ed Enolitech - il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l'Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie.
Ritornando al Sud Italia, la Sicilia accoglie con la scenografia della sontuosa Valle dei Templi di Agrigento, e per non essere da meno il Veneto offre giganteschi bicchieri con dentro il meglio dei propri panorami, da quelli agresti a quelli più classici incluso il celeberrimo Palazzo Ducale di Venezia.
Un sole più che estivo sole fa ribollire tutta l’area. Ci pensa l’Agrifood col peperoncino calabrese e una birra artigianale piemontese a rivitalizzarmi e darmi quell’ultimo slancio. Quasi fosse una salita da conquistare su due ruote come il grande campione Gino Bartali sapeva compiere. E nell’omonimo stand toscano che da quest’anno distribuisce il vino col suo nome, sono pronto a congedarmi con un sano bicchiere di Chianti.
Fattorie. Cascine. Brocche. Libertà cromosomiche. Papille metamorfiche. Il calore impregnato degli antichi alambicchi. Per tutto il tempo che sono rimasto sospeso tra i salotti dei vigneti, ho sempre camminato con lo zaino aperto affinché ogni effluvio potesse trovare la sua collocazione dentro di me. C’è stato davvero poco da aspettare. È stata la mia volontà a riprendere questa strada. Ho capito che vorrei restare ancora qui. Un mondo dove la terra è solo capace di unire.
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