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martedì 28 maggio 2013

You know my name, Seattle

Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula © Giovanni Ligresti
Ci sono posti nel mondo che ci mettono un attimo a diventare la tua pelle. Lo sono sempre stati. Da quasi vent'anni per me è così con la città di Seattle.

di Luca Ferrari

Ci sono posti che ti hanno atteso per anni e tu hai ricambiato con sguardi. Senza tregua. Rimanendo lì, tra sciabole e percezioni supreme. Anche quando il mondo vedeva nella sabbia solo avamposti di tonalità giallo-ambrate, tu recepivi il mare solcato da navi di cristallo le cui onde erano bottiglie invisibili con i messaggi della propria anima. E da allora sei sempre rimasto indietro.

Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula © Giovanni Ligresti
E da allora ogni risacca è sempre stata l’inizio di una condizione che hai sempre sentito chiamare strana, e tu l’hai sentita etichettare come se a nessuno importasse o forse era il contrario. Il segno della matita sulla schiena è stata la commozione cui mi sono affidato per anni. Non basta una lanterna a fare dell’oscurità un punto di partenza del proprio viaggio di riconquista.

È ancora presto per sentirmi appagato della mia futura decisione di ripartire, ma è indubbio che ci sto facendo i conti per ogni giorno che ne resto lontano. Aver volato per un tempo infinito senza un tetto ti rende proprio così. Tu allora continua ad alimentare i miei desideri...

Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula © Giovanni Ligresti
Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula © Giovanni Ligresti

venerdì 26 aprile 2013

Seattle Olympic Peninsula, The in between is mine

Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula, l’alba su Alki Beach © Giovanni Ligresti
Quando sono a Seattle la poesia prende il sopravvento. C’è stato un tempo in cui avrei potuto riscrivere I am mine, ma nei fatti mi limitai a togliere le scarpe dalla sabbia al momento dello schiudersi delle onde.

di Luca Ferrari

C’è stato un tempo dove le nuvole avevano ribaltato qualsiasi precedente dichiarazione e le forme incustodite se ne stavano come colori senza cornice a fermare ogni singola azione realistica. Non so mai rispondere quando mi chiedono dove sia stato perché ho cambiato i miei pensieri tutti insieme una unica volta. La neve in cima a boschi lontani ha già il sapore di Been Away Too Long.

È sempre stata così colorata l’alba? Hai ancora tempo per le mie domande o le tane sotterranee hanno collezionato manuali da cicale collegialmente arbitrarie? I ponti ingannano la prospettiva di cosa può nuotare anche senza un punto di riferimento. Una giraffa metropolitana. La propria innocenza ha un significato che nessuno può davvero capire e non potrebbe essere altrimenti visto che ogni gesto ribelle rimarrà un bisogno allergico a qualsiasi sorta di specchio. La strada che separa due mondi non è già di per sé una fermata nella primaria odissea? E quella lettera che non ha ancora mai fatto ritorno...