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sabato 4 giugno 2022

Buon compleanno, Montreal

Montreal (Quebec, Canada) © Luca Ferrari
A zonzo per la città di Montreal, agli esordi di un reportage in terra canadese. Realtà cosmopolita, il 17 maggio 2022 la città più popolosa del Quebec ha spento 380 candeline. Auguri!

di Luca Ferrari

Questo è solo un pezzetto di Montreal. Un giringiro. Un "giretto" che ho potuto fare agli esordi di un epico reortage nel Canada orientale, spingendomi poi fino all'isola del Principe Edoardo. Se adesso mi concentrassi dinnanzi all'ennesima colazione casalinga di pancake, riesco ancora a sentire la dolce aroma di quelle prelibatezze gustate all'ostello Le Gite Plauteau-Mont Royal, dopo il mio primo risveglio in Canada. Da lì iniziai a muovere i miei primi passi nel Quebec. Il 17 maggio 2022 Montreal ha festeggiato il 380° anno dalla sua fondazione. 

Come in ogni reportage, anche il Canada fu uno di quei viaggi per certi versi surreali, assumendo una sorta di incredulità una volta sbarcati. Dopo quasi 9 ore passate in cielo, ritrovarsi a oltre 6.000 km più a ovest, è un colpo mica da poco. Rispetto ad altre mete così lontane però, l'impatto fu meno invasivo. Pur con le dovute differenze, un po' l'atmosfera europea, un po' la sensazione di essere in un posto sulla stessa lunghezza della propria anima, l'aggancio con questa nuova realtà fu più istintivo che mai. Se l'inglese viene parlato ovunque in città, miglio dopo miglio avrei scoperto che è quasi inesistente in gran parte dello stato del Quebec,

La prima serata è un mix di curiosità, esplorazione e relax cristallino, vagando un po' alla cieca. Qualche passo in strade affollate, un boccone e jet lag da smaltire, rimandando all'indomani la presa di coscienza definitiva. Non faccio tempo a fare pochi passi che subito mi ritrovo davanti a una delle mie cine-eroine preferite, Mary Poppins, un cui murales con tanto di inimitabile ombrello e il Big Ben di Londra, si trova all'angolo tra Boulevard St. Laurent rue Sherbrooke. L'opera fu realizzata da Antoine Tavaglione (TAVA) nel 2016, in collaborazione con il Festival Just For Laugh e uno spettacolo teatrale dedicato alla tata più famosa del mondo.

Dalla magia di all'esperienza umana, al quotidiano sempre lì a rue Sherbrook. All'angolo della suddetta via con il McGill College, una statua di un ragazzo con un computer in mano attira la mia attenzione. Lì per lì penso si tratti di un qualche geniaccio che ha inventato qualcosa, e nativo proprio di Montreal. Non potrei essere più in errore, trattasi di un semplice studente indaffarato sul proprio laptop, opera di Cedric Loth. Un'immagine molto familiare a ciascuno di noi, quasi che l'artista volesse suggerire una riflessione sul rallentare. Cartina in mano, inizio un cammino che mi conduce fino alla Basilica di Notre-Dame, costruita tra il 1824 e il1829, con chiari riferimenti all'omonima parigina. 

Montreal è sinonimo anche di grande musica, dal lontano 1980 infatti ospita il celeberrimo Montreal Jazz Festival, dal 2004 entrato nel guinnes dei primati come il più grande festival del jazz al mondo. Con non poca sorpresa scopro che molti eventi sono gratuiti e così, accomodatomi con qualche leccornia locale, mi godo la verve dei giovani artisti del terzo millennio. Il tempo intanto passa. La mia autovettura è pronta. Montreal è solo la primissima tappa di un lungo viaggio. Non ci sono rimasto molto, lo so bene. Vi avevo avvisato che era solo un giretto, no? Chissà, magari tornerò presto. Non so se volando come un'amica incontrata poc'anzi, ma sono certo che ci riuscirò canticchiando così:

Vento dall'est, la nebbia è là...
Qualcosa di magico fra poco accadrà...
Fin troppo difficile capire cos'è...
Un viaggio speciale arrivi per me...

Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari
Montreal (QuebecCanada) © Luca Ferrari

martedì 25 giugno 2019

Canada, il viaggio infinito

Canada, lo scenario di Hopewell Rcoks (New Brunswick) © Luca Ferrari

Nel segno del viaggio, on the road e l'amore. Nel nome di tutto ciò che conta davvero per un essere umano. Tre anni fa partivo per il Canada e ancora oggi non me ne sono mai andato.

di Luca Ferrari

Ci sono viaggi più speciali di altri. Ci sono viaggi che ti fanno sentire al tuo posto. Un posto diverso e unico al mondo. Un posto che hai sempre desiderato diventarne parte. Ci sono viaggi che ti cambiano la vita e non lo dico tanto per dire. A me è successo, e tre anni esatti fa, alle h. 17, dalla pista dell'aeroporto Marco Polo, il mio aereo della flotta AirTransat era pronto al decollo per portarmi direttamente da Venezia a Montreal. Ore e ore in volo, per poi atterrare in Quebec e iniziare così un'avventura fatta di oltre duemila chilometri macinati su strade senza fine. Si, tre anni fa stava per iniziare il mio viaggio del cuore e dell'anima, il Canada.

Ormai sono passati quasi tre anni da quando sono tornato dal Canada eppure non c'è quasi giorno che non pensi a quella terra, o comunque non mi perda nelle foto scattate dai suoi figli naturali. Andarci a vivere sarebbe un sogno. Io comunque ci sto provando. Mi basterebbe anche collabborarci a distanza. Ho mandato anche svariati curriculum con proposte dettagliate e chissà come mai, ma ho ricevuto più risposte da laggiù che non da questa terra di contestazioni ed escamotage. Da allora ho fatte nuove bellissime esperienze di viaggi, prima in Finlandia, terra di spontanea meraviglia, poi in Portogallo e a breve andrò in esplorazione delle isole Azzorre, sempre di bandiera portoghese ma non così lontane dal Canada.

Se le aragoste, mangiate in quantità industriale e in ogni forma possibile in Canada, non sono alla portata di tutti nel Bel paese, i pancake il sabato mattina, sempre accompagnati con ampie tazze di caffè nero all'americana come si beve anche in Canada, ormai sono parte della mia vita. E guai a non utilizzare la tazza di Anne of Green Gables, comperata proprio dove Lucy Maud Montgomery ambientò la sua storia. Lì, a Cavendish, nel verde accogliente della Prince Edward Island, poco distante da Charlottetown. Canada nell'anima, ma anche nel palato.

La mia vita ormai è questo. C'è un pre-Canada e un post-Canada. In quei 14-15 giorni sono cambiate molte cose e da allora ciò che un tempo era solo una prospettiva, oggi è un'amorevole quotidianità. Oggi, 25 giugno 2016, stavo per decollare. Avrei attraversato cieli e un oceano intero. Sarei arrivato nel pomeriggio, quasi non rendendomi conto di quanto lontano fossi da casa. E come potevo capirlo? C'è stato un momento di forte imbarazzo e poi una promessa eterna. L'indomani, il germoglio d'amore più sincero avrebbe iniziato il suo percorso. Ti amo. Vi amo.

 Aeroporto Marco Polo (Venezia), volo AirTransat pronto per il decollo verso il Canada © Luca Ferrari
A bordo del volo AirTransat nei cieli verso il Canada © Luca Ferrari
 Sul volo AirTransat in fase di atterraggio in Canada © Luca Ferrari
 On the road in Canada © Luca Ferrari
 Canada, il panorama mozzafiato di Hopewell Rocks  © Luca Ferrari
 Canada © Luca Ferrari
 Canada, il mare oceanico di Peggy's Cove © Luca Ferrari
 Canada, on the road sulla Cabot Trail (Cape Breton Island) © Luca Ferrari
 Canada, a casa di Anna dai capelli rossi a Cavendish (PEI) © Luca Ferrari
 Canada, il tramonto sulla Prince Edward Island © Luca Ferrari


mercoledì 13 luglio 2016

Pancake, breakfast in Canada

La colazione coi pancake e sciroppo d'acero a Cheticamp (Nuova Scozia - Canada) © Luca Ferrari
Dal Quebec a Prince Edward Island passando per la Nuova Scozia. Lì nel (grande) mezzo del Canada, per la gioia del mio palato, le tante colazioni a base di pancake e sciroppo d’acero.


Soffici. Grandi. Maestosi. Accompagnati dal classico caffè lungo con aggiunta di latte. Loro sono i pancake, la colazione canadese per eccellenza. Qualcosa che ho saggiato a più riprese nel mio recente viaggio tra le province del Quebec, New Brunswick, Nuova Scozia e Prince Edward Island. È vero, in qualche occasione li ho traditi per i waffel e un po’ di sano pane tostato con l’onnipresente burro e marmellata, ma solo perché non erano presenti nei menù. Il mio viaggio in Canada non sarebbe mai potuto essere lo stesso senza il sapore dei pancake.

Li ho assaggiati la prima volta a Londra e fu amore a prima vista, esattamente come l’incontro (a distanza) con il Canada. Incamerata la mia prima breve esperienza in quella terra lontana, sponda occidentale (Vancouver), tornai a casa con una riserva considerevole di sciroppo d’acero. Da allora ho continuato a prepararli e quando dal continente una MaryPoppinsiana” ospite ci viene a trovare, lei sa bene che senza un’ampolla di quel magico liquido non varcherebbe mai la soglia di casa. Tutto ciò per celebrare a dovere i pancake, di recente gustati in più località nella propria terra natia, il Canada.

La mia avventura gastronomica canadese nel mondo degli orginal pancake è cominciata a Montreal, nell’ostello Le Gite du Plateau-Mont-Royal. Un posto davvero simpatico dove la mattina i giovani gestori li preparano al momento. A te chiedono solo di lavare i tuoi piatti una volta finito. Mi siedo, ed è subito una sorpresa. Sono diversi da quelli che preparo sui fornelli italiani. Sono più soffici e lo sciroppo d’acero viene assorbito dai suddetti.

Passa qualche giorno, e dopo centinaia di miglia eccomi sostare in un delizioso appartamentino a Parrsboro, in Nuova Scozia. L’indomani sono già elettrizzato all’idea di vedere lo spettacolo delle maree, ma prima di ciò mi dirigo spedito e parecchio affamato (i ristoranti alle 9 di sera sono già chiusi, ndr) a far colazione. Questa volta i pancake ci sono, eccome se ci sono. Arrivano soffici e caldi come sempre. Ancora più grandi. Molto più grandi. Sempre gustosi.

Altre miglia ancora. Mi spingo fino al faro di Peggys Cove per poi attraversare in tutto il suo costiero zigzagare Cape Breton Island. E dopo tanta guida sulle placide strade canadesi ci vuole il giusto ristoro. Così, prima d’imbarcarmi per la mia prima esperienza di whale-watching, faccio tappa al Restaurant Evangeline di Cheticamp (Nuova Scozia) a fare colazione. Ho bisogno di energie e non ho dubbi su cosa scegliere: i pancake. Ancora dimensioni mastodontiche. Ancora sciroppo d’acero a non finire. Ancora caffè nero lungo di cui ormai sono sempre più addicted.

La Nuova Scozia ha ancora molto da offrire e infatti, dopo una dormitina in mezzo al nulla, eccomi arrivare da Baddeck affamato come non mai. I pancake salgono ancora in cattedra. Questa volta però le dimensioni sono più contenute (comunque più grandicelli del normale) con una soffiata di zucchero a velo sopra, e un aroma davvero inaspettata. Poi ovviamente irrompe lo sciroppo anche se questa volta in particolare, così come in altre occasioni, lo alterno a qualche marmellatina, fragole e mirtilli in particolare.

Una delle mie ultime tappe canadesi è la placida cittadina di Desable, sull’isola di Prince Edward (la casa di Anna dai capelli rossi), poco lontana dalla romantica Argyle Beach, un posto dove lasciarci il cuore. E lì, nell’apparente innocuo Kwik-Way, un mix di tavola calda-supermercato, la sorpresa è nel menù della colazione dove oltre ai classici pancake c’è l’opzione Three Golden. Tre “bistecche” di pancake che avrebbero fatto impallidire anche una Fiorentina. Due divorate in dolce compagnia, l’ultima che mi è durata per l’ennesima abbuffata di chilometri canadesi.

Il cerchio si chiude. Il mio viaggio in Canada si conclude esattamente dov’era cominciato. Nel sopracitato ostello di Montreal con la mia ultima colazione canadese scandita da caffè nero e pancake. Questa volta li mangio più lentamente. Cerco invano un qualche sortilegio per fermare il tempo indugiando nel sapore. Invece inghiotto e mastico ancora. Boccone dopo boccone termino il mio pasto pancakiano nel Quebec. Giro un po’ per la città, poi salgo in aereo. Passato il checkin il mio bagaglio a mano si carica di un litro di puro sciroppo d’acero canadese. In attesa di tornare in Canada, nuovi pancake da preparare mi aspettano a cominciare da oggi.

Pancake all'ostello Le Gite du Plateau-Mont-Royal a Montreal (Quebec - Canada) © Luca Ferrari
La colazione coi pancake e sciroppo d'acero a Parrsboro (Nuova Scozia - Canada) © Luca Ferrari
La colazione coi pancake e sciroppo d'acero a Cheticamp (Nuova Scozia - Canada) © Luca Ferrari
Il caffè nero lungo a Baddeck (Nuova Scozia - Canada) © Luca Ferrari
I pancake a Baddeck (Nuova Scozia - Canada) © Luca Ferrari
La colazione coi pancake Three Gold a Desable (Prince Edward Island - Canada) © Luca Ferrari

martedì 24 maggio 2016

Canada, il mio viaggio è già iniziato

Vancouver (BC), al trotto nello Stanley Park © Luca Ferrari
Dalla cultura musicale, passando per arte, sogni e attese di una vita intera. Adesso sto per tornarci, "lassù". In realtà il mio viaggio in Canada cominciò più di vent’anni fa.


Un cantautore. Una spilla. Un libro. Una cartolina. Un racconto. Una prima breve incursione a Vancouver (British Columbia), e poi una nuova attesa tra non molto terminata. È finalmente arrivato il giorno di fare sul serio e sbarcare in quel Paese con cui mi sono sempre sentito in totale sintonia umana ed emotiva. Canada. Lui, il grande Nord. Libertà. Solitudine. Scrosci di pioggia. Arcobaleni ruggenti. Bagliori di cielo intinti di terra. Oceani. Sto arrivando, Canada. Questa volta sarò lì solo per te.

Le grandi terre scarsamente popolate e per la maggior parte concentrate attorno alle realtà urbane di Vancouver, Montreal e Toronto. La sua popolazione, metà di quella italiana, spalmata su di un'area 30 volte il Bel paese. A breve vi atterrerò. Il giorno preciso? Io non sono per la condivisione totale della vita privata, perciò a tempo debito. Non sarà la prima volta in Canada. Quattro anni fa il mio passaporto varcò la frontiera dagli Stati Uniti (Seattle) per raggiungere in autobus la città di Vancouver, dove ammirai il gigantesco Stanley Park, Chinatown e il poetico giardino Ming.

Un’incursione intensa ma breve. Troppo poco davvero per considerare l’esperienza canadese conclusa lì. Adesso la base è pronta. I biglietti sono stati fatti e pure il voucher di prenotazione di una macchina. Questa volta sarà l’Est la mia terra di conquista. Due settimane intensamente dedicate al Canada senza farmi tentare dalle non troppo lontane Cascate del Niagara o le succulente aragoste del Maine (che dovrei attraversare per risparmiare tempo). Atterrato a Montreal, il mio viaggio punterà diritto all’isola del Principe Edoardo passando per Quebec City e la Nuova Scozia. Lì nel mezzo, tappe tutte da scoprire.

Non so dirvi il giorno preciso che per la prima volta mi fece parlare di “terra de miei sogni” eppure ho sempre sentito di chiamarla così. Era il 1998 e il libro Canada - La scoperta di un continente mi colpì. All'epoca, fare il giornalista o il reporter di viaggi non era minimamente nei miei piani ma quell’immagine di un convoglio ferroviario che attraversava  un intero subcontinente da Est a Ovest in mezzo alla neve, mi rimase impressa. Il librone era scontato del 50 per cento e lo acquistai. Un segno. Una metafora di ciò che immaginai avrei passato nella mia vita. Un viaggio nelle intemperie facendomi bagnare le mani dalle acque di mondi lontani.

Il suo figlio musicale più illustre, Neil Young, mi aveva già sedotto l’anima. Fu amore a prima vista con lui grazie alla decisiva complicità dei Pearl Jam (Mirror Ball, 1995). Lui, The Loner, un uomo che a 70 anni compiuti è ancora su e giù per i palchi, e proprio quest’estate vedrò per la prima volta a Piazzola sul Brenta (Pd). 21 anni dopo quel mio primo ascolto (agosto 1995), vagherò per quella terra che mi ha sempre affascinato.

Quando la bussola punta a ovest, i primi nomi che vengono in mente alla gente sono città come New York, Los Angeles, San Francisco o magari il Messico e i Caraibi. Per me non è mai stato così. Sarà anche che sono del nord e il freddo per me ha un’atmosfera (e un fascino) che il caldo non avrà mai, per il sottoscritto guardare a Occidente significa sempre e solo due nomi: Seattle, la città più canadese d’America, e il Canada. Il verde e la quiete. 

Terrò un diario di questo nuovo e imminente viaggio? Twitterò di continuo quando troverò connessioni wifi o regalerò foto ai vari Instragram & co? Non lo so. Credo sia un'esperienza troppo privata per svenderla senza la minima remora. A qualche amico di sicuro manderò qualcosa da lì. Qualche fortunato/a riceverà di sicuro anche una cartolina. So solo che scriverò, o magari lo farò meno del previsto. Chi può dirlo. Certi viaggi iniziano molto prima dell’effettivo volo e per quanto mi riguarda io sono in viaggio dentro il Canada da almeno 20 anni.

Parafrasando Neil Young, Am I ready for the Country? Because It’s time to go Sono pronto per quella Nazione? È tempo di andare!

Neil Young & Crazy Horse - Big Time (live)

La mia prima ispirazione canadese
L'album solista Harvest di Neil Young in vinile
Vancouver, alla conquista del Canada 
Vancouver, Downtown © Antonietta Salvatore
Vancouver, Downtown © Antonietta Salvatore
Vancouver, Downtown © Antonietta Salvatore
La "materia prima" per i prossimo viaggio in terra canadese © Luca Ferrari
Nuovi reportage canadesi in arrivo © Luca Ferrari