venerdì 20 novembre 2020

Isole Azzorre, il paradiso nel cuore dell'Atlantico

Azzorre, miradouro di Lagoas Das Setes Cidades (isola di Sao Miguel) © Luca Ferrari

Viaggio nell'arcipelago vulcanico delle Azzorre (Portogallo), tra le isole di Sao Miguel Santa Maria. Un paradiso naturale nel cuore dell'Oceano Atlantico.

di Luca Ferrari

Le coordinate si dissolvono nel cielo. Melodie eoliche si fondono nella dolcezza di un miradouro in alta definizione sentimentale. Ho lasciato carta e penna altrove. Terrò tutto a mente. Farò della memoria un nuovo avamposto dove anche le nuvole più anarchiche possano trovare un amorevole giaciglio per rilassarsi. Lì, in in nugolo di isolotti nel mezzo dell'Atlantico tra EuropaAfrica Nord AmericaMa ti rendi conto dove siamo? Continuavo a ripetermi mentre scorrazzavo su e giù per le isole di Sao Miguel e Santa Maria, nell'arcipelago portoghese delle isole Azzorre. Un girovagare placido tra natura, orizzonti dal blu intenso e quel tipo di cordialità umana capace di farti innamorare ogni singolo minuto di più di questo angolo di mondo. 

Per raggiungere le isole Azzorre, la "strada" più conveniente dall'Italia è volare con la compagnia di bandiera TAP Portugal. Non è la prima volta che utilizzo questa linea aerea e mi sono sempre trovato molto bene: voli puntuali e personale gentile. Le combinazioni orarie per raggiungere Sao Miguel, la più grande delle isole, sono diverse. Io prediligo l'attesa di tre ore all'aeroporto di Lisbona. Giusto il tempo di prendersi il tipico galao (caffè in boccale con latte) con soffice contorno di pastel de nata, il dolce lusitano per eccellenza, un giretto per i negozietti e infine un'ulteriore lettura della mia inseparabile guida Routard (solo in inglese per le Azzorre), ed eccomi di nuovo nell'alto dei cieli tra lo spazio infinito. 

Poco più di due ore di volo e finalmente eccomi proiettato verso il blu del mare, il verde della rigogliosa vegetazione e il castano della terra con i piccoli centri abitati. Mi sento un po' un navigatore che finalmente scorge nel suo binocolo l'agognata meta. Una sensazione questa che più avanti, nel corso del viaggio, tornerà a trovarmi durante un emblematico incontro. Atterraggio perfetto e via all'ostello. Lì per lì non me ne rendo conto, ma la differenza con la mia natia Venezia è abnorme. Sceso dal taxi, la percepisco in tutta la sua più "orgasmica" potenza. Non c'è traccia di umidità. Non sono ancora le 7 di sera e l'aria è fresca. Una t-shirt, dei pantaloncini e sandali sono più che sufficienti, con aggiunta di una maglietta leggera a manica lunga da portarsi dietro. Clima ideale per iniziare un tour di scoperta di questo agognato arcipelago.

L'indomani inizio l'esplorazione senza troppe indicazioni. Il lungomare non è lontano, così ci arrivo a vista e senza che me ne accorga sono già alle porte della città (Portas da Cidade), a pochi passi dalla chiesa cattolica di Igreja de São Sebastião (XVI sec.). Le stradine sono una tentazione irresistibile e seppur con le dovute differenze, ritrovo un po' di quel romanticismo assaporato nel vecchio quartiere di Alfama, a Lisbona. Seguendo l'istinto e forse anche un po' l'appetito, mi ritrovo tra i colori e i sapori del Mercado da Graça. Più che comperare, osservo divertito locali e stranieri. Un combo pulsante, decisamente più attivo rispetto all'ormai sempre meno frequentato mercato di Rialto veneziano.

Prenotata da tempo una macchina con il sito specializzato (consigliabile mettersi in contatto prima con l'agenzia locale per evitare fastidiosi contrattempi come l'assicurazione), lascio Ponta Delgada in previsione di rivederla alla fine del mio tour e puntando subito all'interno dell'isola, destinazione la cittadina di Furnas. Le distanze nelle isole Azzorre non sono per niente proibitive e con grande sorpresa scopro un inimmaginabile universo floreale: ortensie ovunque. Mai viste così tante in tutta la mia vita. Dopo aver costeggiato il lago di Furnas e vista in lontananza la cappella di Nossa Senhora das Vitórias, arrivo alla mia destinazione.

L'impatto è di quelli che lasciano il segno. Una cittadina tappezzata di piccole maioliche lungo le vie. Numerose le terme, dove a svettare è la Terra Nostra, con tour botanico all'interno. Ma l'aspetto più grandioso sono le caldeiras, i vapori vulcanici che escono direttamente dal suolo e dove al costo di un euro si può acquistare una pannocchia cotta direttamente sui suddetti "fumi", sgranocchiandola in un contesto quasi "lunare". Trovato un appartamento in centro, la mattina faccio la conoscenza di ciò che sarà un must per tutto il mio soggiorno Azzorriano: la colazione a base di bolo levedo, chiamati erroneamente muffin locali, ma che al contrario sono molto più grandi di questi e hanno le sembianze di soffici saccottini a forma circolare senza buco, da tagliare e farcire con le marmellate prodotte in loco, su tutte quella di ananas di cui vi parlerò più avanti.

Non senza dispiacere, dopo quattro piacevolissimi giorni abbandono Furnas puntando verso Porto Formoso, celebre per le uniche piantagioni di tè autoctono di tutta Europa. Lungo la strada mi fermo in una delle tante spiagge, con tanto di ombrelloni gratuiti. La sabbia è nera, vulcanica. Ancora più apprezzata poiché rispetto alla "collega italo-Adriatica", non si attacca alla pelle e quando è il momento di rimettersi al volante, la macchina non assume le sembianze di in un pantano su quattro ruote. Prima di scoprire questo volto delle Azzorre, faccio una doverosa sosta in un miradouro (punto panoramico) a dir poco spettacolare, quello di Serra da Barrosa, al centro proprio dell'isola di Sao Miguel, e come sempre specificato nel nome con apposita cartellonistica in maiolica. 

Da sempre l'immaginario del tè richiama l'Oriente e/o l'Inghilterra, che introdusse l'esportazione nel vecchio continente. Nonostante internet a disposizione, è raro trovare qualcuno che sappia quali meravigliose piantagioni si trovino in questo isolotto nel mezzo dell'Atlantico, direttamente affacciate sulle acque oceaniche. La prima tappa è a Cha Gorreana, dove ci accodiamo in un elegante e casereccio tour di spiegazione sulla storia e produzione, concluso con degustazioni del loro prodotto. Poco distante ecco la Fabrica Chà Porto Formoso. Complice anche l'ora quasi di chiusura, sono l'unico visitatore al mio arrivo. Il connubio con la natura e i sapori entrano direttamente nell'anima. Per qualche  istante ci sono solo io, le piante e il mare. A risvegliami una tazza fumante di tè Orange Pekoe, accompagnata da qualche biscotto.

Le Azzorre non sono un luogo per chi ama la movida ma un piccolo angolo di paradiso dove farsi trascinare dalla semplicità di Madre Natura. Un cosmo di cui gli abitanti sono i rispettosi custodi. Nel peregrinare, eccomi finalmente in due dei punti più ammirati: la Lagoas Das Setes Cidades, suddivisa in Lagoa Verde e Lagoa Azul, collegate da un ponte (vedi foto inizio articolo, ndr). A poco più di venti minuti di macchina, il miraduro di Boca do Inferno. Una passeggiata in salita per una piccola sterrata, facilmente percorribile anche da bambini piccoli, e sono in cima al Parco Geologico delle Azzorre. Da qui è possibile ammirare l'intera depressione larga oltre cinque km.

Mi resta ancora qualche ora prima di abbandonare Sao Miguel e ne approfitto per fare una "dolce" visita nelle piantagioni di ananas, l'ennesima scoperta di questa isola meravigliosa. I frutti crescono per terra, e dopo aver visitato le serre suddivise per grado di maturazione, un fresco gelato all'ananas (manco a dirlo) è ciò che ci vuole prima di rimettersi in marcia, destinazione l'isola di Santa Maria. Se per le sistemazioni precedenti mi ero arrangiato, in questo caso mi affido all'ottimo sito Visit Azores dove trovo differenti tipologie: Hotel, Alloggio Locale, Turismo rurale, Ostelli della gioventù e Campeggi. Santa Maria è la più vicina delle isole a Sao Miguel, a sole tre ore di navigazione di ferry boat. Un suggerimento: attenzione all'imbarco a Ponta Delgada, le cui indicazioni sono un po' mimetizzate lungo la strada principale EN1-1A. .

La navigazione procede placida. Sembra quasi di pattinare. Neanche un minimo accenno di onde. Molta attenzione viene riservata ai passeggeri più piccini, con spazio specifico a base di materassini e immagini dal fantastico mondo Pixariano del pesciolino Nemo. All'arrivo la luce sta iniziando a sfuocare. La strada principale EN1-2A attraversa l'isola al centro e quella seguo fino alla mia casetta. Quaranta minuti scarsi e si attraversa tutto questo spicchio di terra nel cuore dell'Atlantico. Se già a Sao Miguel si respirava un'aria di meravigliosa immersione nella natura, qui è ancor più dolcemente palpabile. Così, nel giro di pochi minuti, trattenendomi dal fermare l'automezzo e fotografare il paesaggio, mi ritrovo in un piccolo appartamento dove fuori, a farmi compagnia, ci sono girasoli, coltivazioni varie, gatti e pollame.

Una prima tappa nell'ampia spiaggia di Praia Formosa e poi alla scoperta dell'arte sacra nella chiesa di Nossa Senhora da Purificação. Le stradine sono strette, e come a Sao Miguel, abbondano i miraduro. Uno dei primi incontri è il Vigia do Castelo, dove è possibile avvistare le balene. Nel proseguire verso la baia di Anjos, una statua attira la mia attenzione. Con grande sorpresa mi ritrovo dinnanzi a un celebre connazionale, Cristoforo Colombo, qui naufragato insieme alla sua caravella, di ritorno dallo storico viaggio nelle Americhe. La statua fu realizzata nel 1993, a distanza di 500 anni dal suo arrivo (1493). Un viaggio a dir poco tribolato quello di Colombo a Santa Maria, come ho anche raccontato in questo servizio pubblicato sul settimanale internazionale L'Italo-Americano.

Ogni tanto incrocio qualche turista, mai di nazionalità italiana. Faccio due chiacchiere con i miei padroni di casa, originari della Germania. Sull'isola di Santa Maria hanno trovato il loro ideale di vita. I giorni passano e nel frattempo ricevo per email il promemoria del mio ferry per Sao Miguel. Le luci calano e anche (un po') il buonumore. L'indomani passo l'intera giornata sulla Praia di Sao Lorenzo. Il mare è spettacolare. M'immergo e mi rimmergo, provando ogni volta il desiderio di continuare a nuotare, magari fino a raggiugere il Canada, sulle coste della Prince Edward Island (l'isola del Principe Edoardo - PEI), dopo tutto trattasi solo di oltre 3.200 km. Che sarà mai?

Le isole continuano a scuotere e segnare la mia anima. Sono nato e cresciuto sull'isola del Lido di Venezia e da anni ormai vivo nell'attigua Repubblica Marinara, sempre a contatto con l'acqua. Dalla battigia di Santa Maria guardo per l'ultima volta questo Paradiso naturale che risponde al nome di Isole Azzorre. Vedo le mie orme sulla morbida sabbia, rapite dalle onde e trascinate chissà dove. Il blu del mare. Il verde della vegetazione. La serenità della terra e del cielo. Tutto si raccoglie dentro di me, poi il ferry notturno mi riporta a Sao Miguel. È un altro giorno. Adesso devo solo tornare a casa e cominciare a organizzarmi per realizzare un nuovo reportage nelle isole Azzorre, atterrando questa volta a Terceira e di lì partire alla scoperta del resto dell'arcipelago lusitano.

Le caldeiras di Furnas (Sao Miguel, isole Azzorre)

Azzorre, in aereo verso l'isola di Sao Miguel © Luca Ferrari
Azzorre (isola di Sao Miguel), il centro storico di Ponta Delgada © Luca Ferrari

Azzorre (isola di Sao Miguel), tra le ortensie sulla strada verso Furnas  © Luca Ferrari
Azzorre, le caldeiras di Furnas (isola di Sao Miguel) © Luca Ferrari
Azzorre, le terme a Furnas (isola di Sao Miguel) © Luca Ferrari
Azzorre, ortensie e piantagioni di te a Porto Formoso  (isola di Sao Miguel) © Luca Ferrari
Azzorre (isola di Sao Miguel) © Luca Ferrari
Azzorre, piantagioni di ananas poco distante da Punta Delgada (isola di Sao Miguel) © Luca Ferrari
Azzorre, in ferry nell'Atlantico dall'isola di Sao Miguel a Santa Maria © Luca Ferrari
Azzorre, la chiesa di Nossa Senhora da Purificação (isola di Santa Maria) © Luca Ferrari
Azzorre, miradouro vigia da baleia (isola di Santa Maria) © Luca Ferrari
Azzorre, la statua di Cristoforo Colombo ad Anjos (isola di Santa Maria) © Luca Ferrari
Azzorre, la spiaggia di Praia Sao Lorenzo (isola di Santa Maria) © Luca Ferrari
Azzorre, il traghetto è pronto per lasciare l'isola di Santa Maria) © Luca Ferrari


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