mercoledì 18 novembre 2020

Natale è sempre o non è natale

La magia del Natale sta anche nelle semplici cose © Luca Ferrari

Il Natale tradizionale non si farà quest'anno, accettatelo. Ma invece di piagnucolare, perché non pensare a formule alternative (del cuore)? Adattarsi o soccombere, feste incluse.

di Luca Ferrari

Manca un mese o poco più al natale 2020 e le polemiche montano (ribollono) già in tutto il Bel paese. Credere che i tipici cenoni del 24, 25 e 26 dicembre si possano fare come sempre è stato (si fa per dire, ndr), è mera utopia, se non con drastiche limitazioni, incluse le maschere sempre indosso ed evitando contatti, in un clima comunque di grave rischio per la salute, in primis degli anziani. Ma invece di confrontarsi seriamente con la realtà del covid19 e pensare a soluzioni alternative, che cosa facciamo in Italia? Piagnucoliamo isterici, volendo a tutti qualcosa che non potremo avere. Una pessima figura e un ancor peggiore insegnamento, per noi stessi e i nostri figli.

Natale è sempre o non è natale mai, cantavano Luca Carboni e Jovanotti sulle note di "More Than Words" degli Extreme. Natale non è diverso dal mondo del lavoro e le novità, per quanto possano ridefinire in modo anche improvviso e complicato il nostro spazio, non devono essere viste come qualcosa di sempre e comunque negativo, anche perché a cosa ci porterebbe tutto questo? Rabbia, sconforto e frustrazione. Il natale 2020 sarà una festa diversa. I cenoni caciaroni andranno evitati. Farli è da irresponsabili, e proprio di fronte a questa inesorabile realtà, bisogna trovare strade alternative per stare comunque vicino ai nostri cari, soprattutto a quelle persone che vivono in casa sole. E se il natale è davvero quella festa che troppo spesso, solo a parole ci piace pensare che sia, allora è il momento di aguzzare l'ingegno e dimostrare davvero quanto sia speciale.

La tecnologia al giorno d'oggi ci consente di vederci in tempo reale e continuativo: le stanze di Facebook così come l'applicazione Zoom sono solo due delle tante modalità e più utilizzate. Ma ciò che i tablet e gli smartphone ci consentono di fare, non potrà mai eguagliare la gioia di un abbraccio e questo lo sappiamo bene. Ma questi "cari", quanto spesso li vediamo? Quanto spesso gli diciamo che gli vogliamo bene? Che cos'è natale, un sedersi a tavola facendo finta di essere felici come i meno "fantasiosi" accusano ogni anno, o è davvero qualcosa di più? La risposta è dentro ciascuno di noi e mai come quest'anno saremo costretti a dimostrarlo a noi stessi e a quelle persone che a parole diciamo di tenerci.

Ho sempre pensato che sia sufficiente anche un minuto insieme per sentirsi la persona più speciale del mondo. Ma oggi, plagiati dalla super-velocità della comunicazione, così come del ricevere tutto ciò che vogliamo in pochissimo tempo, siamo in difficoltà. Ci dovremo confrontare con qualcosa cui siamo sempre meno abituati: la pazienza. Ho scritto lettere per tanto tempo e quando ne ricevevo una, era qualcosa di unico. Eppure la persona non la vedevo. Non avevo sue foto recenti. Non potevo guardarla negli occhi né abbracciarla. Qualcosa di analogo sta accadendo adesso. Dovremo trasmettere il nostro sentimento a qualcuno cui non ci potremo sedere accanto in un giorno speciale. Magari passeremo sotto la finestra e leggeremo una storia. Magari il 25 dicembre faremo una breve passeggiata all'aria aperta. Magari potremo rendere questo natale così difficile, un'indimenticabile storia da tramandare.

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