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la danzatrice veneziana Monica Zacchello con le ali di Iside © Luca Ferrari |
Cascate di colori. Monete ballerine. Braccia alate. A poca distanza dalle onde veneziane, è di scena un nuovo spettacolo di danza orientale del
Gruppo Shams.
di
Luca Ferraricitazione che scompone il tramonto purpureo in tante notti non ancora condivise…qualche fulmine passeggero si è disteso lungo la fertilità dell’alba ancora lontana…sento gonfiarsi un’angelica energia che da sola farebbe echeggiare qualsiasi monocromatismo dalle spalle scoperte…il merito è delle mirabili protagoniste
Attraverso la notte. Una brezza salmastra mi viene incontro mentre in bicicletta incappo nelle strade semi-deserte del Lido di Venezia. Qualche anarchico granello di sabbia m'insegue nella mia cavalcata verso il Pachuka, noto locale dell’isola, situato sulla spiaggia di San Nicolò. Un posto dove guardare le onde di notte, e da dove sembra che le stelle siano a portata di mano. Un posto perfetto per uno spettacolo di danza orientale.
Il silenzio del pedalare viene d’improvviso soppiantato dal frastuono di una numerosa folla umana. Sono tutti là, per l’esibizione di danza orientale del Gruppo Shams che si esibirà nel saggio di fine anno dei corsi di danza del ventre, e che da anni ormai è diventato questo un appuntamento consolidato (e molto apprezzato) nel panorama artistico locale.
La speaker parla che assisteremo a una festa egizia.L’antica tradizione di questa danza risale alle feste popolari fra donne. Fra le tante danzatrici che si esibiranno, ci sono anche le due istruttrici: Monica Zacchello (corso avanzato) ed Elena Zamborlini (medio/principianti). La prima pratica la danza del ventre da più di sedici anni e da sette, l’insegnamento. Si è esibita in moltissimi e prestigiosi contesti, non di meno in occasione delle selezioni di Miss Italia ‘07 al Lido di Venezia, dove fu l’unica ballerina ad esibirsi in questa specialità.
Inizia lo show. Simile a quegli astronauti futuri Fantastici 4, vengo letteralmente investito da un’energia sconosciuta. Ma invece da una tempesta spaziale, nel mio caso, a colpire i miei sensi è un’inarrestabile cascata di colori. Soffici coperte d’azzurro mi avvicinano al mare. Ballerine monete su cintura giocano a nascondino con scale di differenti rosa dai modi gentili.
Smeraldi violacei e ricami dorati ondeggiano come se nuvole sbarazzine si fossero prese il (piacevole) disturbo di scendere al piano terra del Mondo. I corpi delle protagoniste si muovono in totale libertà e dolcezza, guidato quasi dalle braccia che sembrano dipingere quello che solo le donne riescono ad esprimere e percepire.
Danze di gruppo e solitarie. Vengono proposti vari stili. Lo Sharqi (il classico), il Baladi, Sa’idi, d’origine alto-egiziana e in quest’occasione viene usato il bastone. Non c’è solo la tradizione, nell’era della contaminazione culturale e artistica, spazio anche al fantasy, con danza del ventre mescolata ad altri ritmi. Il gruppo storico sono, oltre a Monica ed Elena, Chiara, Lorena, Norina, Lea, Fiorella, Michela, Valentina, Arianna, Isabella. Nelle principianti ci sono invece Giulia, Roberta, Elisa, Anna, Elisa e Cecilia.
Poi arriva l’assolo di Monica Zacchello, Le ali di Iside. Quando calca la pista sembra un cirro d’argento. Il largo velo che fa volteggiare, sprigiona armonia. Lei si avvolge dentro in queste ali di cristallo. E dopo avere tratteggiato nuove direttrici d’orizzonte, se ne esce come una farfalla in tutta la sua bellezza.
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