martedì 17 novembre 2020

Venezia, il buon senso della Salute 2020

Venezia, la basilica della Madonna della Salute © Luca Ferrari

Il 21 novembre a Venezia si celebra la Madonna della Salute. Quest'anno la festività sarà ridimensionata, a cominciare dal pellegrinaggio e il ponte votivo che non ci sarà.  

di Luca Ferrari

C'è stato ad aspettare ma alla fine il buon senso ha prevalso, o forse la paura di trasformare Venezia in una bomba alla pandemia da covid19. Nel 2020 la tradizionale Festa della Madonna della Salute, ed emblematica in quest'anno così martoriato da una pandemia, sarà molto rimaneggiata. Patriarcato e Comune di Venezia hanno collaborato affinché l’annuale festività della Salute possa essere vissuta nel pieno rispetto delle esigenze di sicurezza e di salute pubblica "considerate premesse per ogni tipo di manifestazione religiosa". 

A differenza di ciò che è sempre stato, il pellegrinaggio per pregare la Madonna della Salute potrà essere fatto nella chiesa più vicina alla propria abitazione e non nella specifica chiesa, progettata dall'architetto Baldassarre Longhena (1596-2682), ubicata nel sestiere di Dorsoduro di fronte al Canal Grande, quasi di fronte a piazza San Marco. Nei giorni precedenti e fino al 22 novembre inoltre, l’accesso alla Basilica sarà limitato e comunque regolamentato da un percorso affinché i fedeli possano pregare, nel rigoroso rispetto di tutti i protocolli sanitari posti a presidio della pubblica salute. 

Il 21 novembre la Basilica della Salute rimarrà aperta dalle 6 alle 21. Una speciale immagine dell’icona della Madonna sarà esposta sul portone centrale dell'edificio religioso per abbracciare simbolicamente tutti i territori segnati oggi come quattro secoli fa dalla pandemia. Alle 11 il Patriarca Francesco Moraglia celebrerà la Santa Messa che sarà trasmessa in diretta televisiva su Antenna3 e sulla pagina Facebook di Gente Veneta. Al termine della liturgia il Patriarca reciterà la preghiera dell’Angelus sul sagrato della Basilica rinnovando la consacrazione della Città alla Madonna della Salute e impartendo la benedizione papale, mentre suoneranno a distesa tutte le campane delle chiese del Patriarcato.

In conclusione dal 19 al 22 novembre 2020 saranno osservate le seguenti indicazioni:

  • Non verrà realizzato il tradizionale ponte votivo e saranno regolamentati i flussi, verso la Basilica della Salute, con opportune limitazioni e contingentamenti;
  • Non verrà effettuato il tradizionale mercatino della Salute per le candele votive e i dolciumi;
  • L’accesso alla Punta della Salute avverrà con forti limitazioni e l'attento conteggio delle persone presenti per rispettare rigorosamente le norme sul distanziamento sociale previsto dalle vigenti disposizioni statali e regionali;
  • All’interno della Basilica della Salute potranno essere presenti contemporaneamente non più di 215 persone in assenza di celebrazioni eucaristiche. Durante le Messe il numero dei fedeli sarà limitato a 150 all’interno della cosiddetta “rotonda maggiore” e di 65 nella rotonda minore per partecipare alle funzioni liturgiche;
  • Non sarà possibile accendere autonomamente le candele votive all’interno della Basilica della Salute ma essere potranno invece essere deposte nei cesti predisposti come dono votivo che diventerà un’opera di carità e sostegno alle famiglie in difficoltà economica;
  • La Messa che il Patriarca di Venezia presiederà il 21 novembre sarà trasmessa in diretta televisiva e le altre celebrazioni saranno trasmesse attraverso le modalità streaming;
  • Con ordinanza del Comandante Generale della Polizia Locale verranno istituiti sensi unici in tutta l’area attigua alla Basilica della Salute per regolare i flussi e contingentare gli accessi alla Basilica da giovedì 19 a domenica 22 novembre 2020.

Venezia, un vaporetto si ferma davanti alla basilica della Madonna della Salute © Luca Ferrari

mercoledì 11 novembre 2020

Novecento: Venezia e le Arti

Mercoledì 11 novembre (ore 17.30), in live streaming sul canale Youtube dell'Ateneo Veneto, inizia il "Corso Storia dell'Arte 2020 Novecento: Venezia e le arti”.

di Luca Ferrari

Il covid19 ha fermato le presenze in sala, non la voglia di fare e condividere la cultura. Da qualche settimana ormai l'Ateneo Veneto, la più antica istituzione culturale veneziana fondata per decreto napoleonico nel 1812, ha rinnovato la sua attività sul proprio canale Youtube registrando molti di quegli appuntamenti che si sarebbero dovuti presentare in Aula Magna, alla presenza del pubblico. Oggi inizia una nuova era. L'era della diretta in streaming. Oggi, nel giorno (11 novembre) in cui a Venezia si celebra la festa di San Martino, alle 17.30 parte il live streaming del "Corso di Storia dell’Arte", organizzato dall’Ateneo Veneto e dall’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani.

Il Novecento è il “secolo breve”, così come è stato definito da Eric Hobsbawm, compreso per i suoi elementi di omogenea specificità tra l’inizio della Grande Guerra e la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991. In un programma pluriennale, quest’anno viene preso in esame il primo periodo – l’Età della Catastrofe, così come la definisce ancora Hobsbawm – ovvero l’intervallo di tempo tra i due conflitti mondiali, dominato dalle numerose crisi e rivoluzioni che hanno visto la fine di imperi millenari - il russo, l’austriaco, il tedesco e l’ottomano - e l’affermarsi delle ideologie totalitarie.

A questi violenti strappi della storia è corrisposta una produzione delle arti e delle arti applicate vivacissima e di straordinaria qualità, che ha sperimentato in tutti i campi artistici linguaggi espressivi originali, in continua successione e con rapida circolazione, grazie alle moderne tecnologie di comunicazione. Venezia, dal canto suo, in questo tumultuoso rincorrersi delle nuove tendenze, ritrova nella prima metà del secolo la sua centralità culturale proponendosi con le Biennali e con altre numerose manifestazioni quale privilegiato osservatorio internazionale e luogo di confronto delle esperienze artistiche, e che riesce anche a produrre da sé - borgo o arcipelago che sia – quale straordinario incubatore autonomo.

A illustrare in questo Corso i fenomeni di questo periodo nel campo delle Arti visive e nelle loro implicazioni veneziane, senza la pretesa di esaurire la complessità dei tanti - ismi contemporanei che si sono succeduti, si è ricorso alla competenza di alcuni tra i più riconosciuti studiosi ed esperti di questa stagione artistica, docenti universitari e direttori di musei d’arte contemporanea, che ringraziamo vivamente per la loro disponibilità a sostenere i due soggetti promotori.

Tutte le lezioni si svolgeranno sempre in diretta streaming e si potranno seguire direttamente dal canale Youtube (omonimo) dell'Ateneo Veneto. Nel dettaglio:

  • Mercoledì 11 NOVEMBRE – ore 17.30
Lezione inaugurale "Venezia, l’arcipelago delle arti: la nascita del XX secolo".
Relatore: Luca Massimo Barbero.

  • Mercoledì 18 NOVEMBRE – ore 17.30

Il Nuovo Ordine: Sironi, Bucci, Marussig e gli altri.
Relatrice: Elisabetta Barisoni.

  • Mercoledì 25 NOVEMBRE – ore 17.30

"Ore veneziane". Cose che per Filippo de Pisis non si possono descrivere, ma solo dipingere o indossare.
Relatrice: Stefania Portinari

  • Mercoledì 2 DICEMBRE – ore 17.30

D’Annunzio e “il borgo delle arti”: Balsamo Stella, Cadorin, Martinuzzi, Torres…
Relatore: Silvio Fuso.

  • Mercoledì 9 DICEMBRE – ore 17.30

La Biennale del 1948: l'orizzonte dell'arte a Venezia nell'immediato dopoguerra
Relatrice: Cristina Beltrami.


sabato 24 ottobre 2020

San Nicola Arcella, splendore di Calabria

La costa calabrese presso San Nicola Arcella © Luca Ferrari
Calabria selvaggia. In una delle tante insenature nei pressi di San Nicola Arcella (Cs), la magia del mare si fonde con i pensieri più puri ed evocativi. 

di Luca Ferrari

C’è l’odore di un sentiero. Come se la Dodicesima Notte Shakespeariana potesse replicarsi all’infinito. E di continuo. Si cammina sotto il sole per poi scendere fra le insenature. Lì di fronte, un colore ancora mai visto. Poco lontano da San Nicola Arcella (Cs), in Calabria, la natura prende il sopravvento. La roccia scivola nell’acqua come un essere umano metamorfico mutato in pietra da chissà quale antica divinità. C’è qualche piccola grotta,  dove il mare provoca la sua azione. Il perimetro del cielo viene scolpito da curve tanto ripide quanto ammalianti. Basterebbe un pedalò e potremmo anche raggiungere l'isola di Dino.

Mi siedo sulla ghiaia marina trasportata dalla corrente. Ne vengo quasi sbeffeggiato e sballottato da tutte le parti. Sento l’acqua invadere ogni poro del mio corpo. Mi offre lo spunto. Le pagine. Ogni onda è un nuovo diario di bordo da assaporare e tramandare. In ogni flutto ci sono alfabeti e messaggi da custodire e interpretare. Tutta l’acqua che si è messa di mezzo fra me e il mio cuore è sempre stata una scelta che feci in piena libertà dallo sciopero di qualche  malcapitato ciabattino. Pulsante caricamento di pensieri costellati da sorrisi  e mondi folgorati dal medesimo ossequio ritmato.

Il gesto di qualcosa irrompe nel diamante liquido. È stato un tuffo o sono le vertigini dell’amore che si sono fatte sipario alzato per godersi ogni meglio e resto della vita? Bastano pochi minuti e si passa dagli ombrelloni super-affollati allo sguardo solitario di una cresta che sbuca dal fondale. Ogni coppia che si riversa in questo angolo costiero, ha guardato tutto dall’alto della loro più tenera stretta di mano. Paiono potersi addormentare sognando un ponte che non sappia più allontanare il dono che hanno deciso di concedersi. E già da allora, la magia d’ogni nuovo giorno dopo è stata all’altezza del primo ricordo che ognuno ebbe del cuore dell’altro/a.

La fitta macchia intanto, ci scruta tutti quanti. C’è molta flora selvaggia che cresce spontanea. Tentare di salire su uno scoglio è un’impresa non da poco che può costare qualche graffio se non si sta attenti. Quasi non credo ai miei occhi da quanto il mare sia limpido. È come se avesse un sapore diverso (ce l’ha, ndr). Prima di scrivere ho pensato a che reazione avrebbero potuto avere i vostri occhi. Non è vero. Non l’ho pensato, ma l’ho voluto comunicare. Capire in che direzione vada la propria ombra, con il sole sopra di noi, è un effetto che non tutti siamo in grado di spiegare. Separare le onde dal mare è un incantesimo ancora ben celato.

La costa calabrese presso San Nicola Arcella © Luca Ferrari
La costa calabrese presso San Nicola Arcella © Luca Ferrari
La costa calabrese presso San Nicola Arcella © Luca Ferrari
La costa calabrese presso San Nicola Arcella © Luca Ferrari

giovedì 15 ottobre 2020

Venezia 2050 D.C. e venne l’acqua grandissima

Venezia 2050 D.C. e venne l'acqua grandissima”- gondoliere © Paolo Della Corte
E se i veneziani si ritrovassero a vivere sott'acqua? All'Ateneo Veneto sbarca la mostra fotografica di Paolo della Corte, "Venezia 2050 D.C. e venne l’acqua grandissima".

di Luca Ferrari

Veneziani immersi nell'acqua. Venezia "sprofondata" nelle sua stessa laguna. I veneziani fanno le prove di vita sott'acqua. Dal mito di Atlantide alla realtà inevitabile di Venezia? E' davvero così? La rivista scientifica Nature predisse che nel 2050 i veneziani si sarebbero trovati a vivere sott'acqua. Quella previsione ha trovato la via dell'arte attraverso le fotografie del veneziano Paolo Della Corte. Domenica 7 novembre all'Ateneo Veneto (Sala Lettura, ore 17.00), la più antica istituzione culturale veneziana fondata per decreto napoleonico nel 1812, vernissage della mostra Venezia 2050 D.C. e venne l’acqua grandissima.

Le immagini sono esattamente ciò che il titolo della mostra suggerisce. Tra le 22 "creature" immerse troviamo Massimo Stefanutti, avvocato e presidente dello storico Circolo Fotografico la Gondola; Amanda Cuzdey, gelataia in campo San Giacomo dell’Orio; Piero Pasini, insegnante di karate e giornalista di viaggio; Luciano Gambaro, presidente del Consorzio Promovetro Murano; Emanuela Forti, insegnante con Arturo Pagnin e Giosuè Trolese Bezzi, due suoi studenti; Mattia Romanelli, il gondoliere più anziano ancora in servizio.

Lo sfondo delle fotografie è la vasca grande dell’acquario nell’Aquarius Hotel in campo San Giacomo dell’Orio dove, tuffandosi senza esitazione, osti e gondolieri, artisti e maestri vetrai, giovani e anziani, da soli, in coppia o in gruppo, quasi sembrano trovarsi a loro agio in tale dimensione liquida, dimostrando la veridicità del famoso detto veneziano che “co l'aqua toca el dadrìo, tuti impara a nuar”.

Inghiottiti dai flutti i veneziani si abbracciano, fanno capriole, fluttuano, camminano, danzano, si tappano il naso o emettono bolle, strizzano gli occhi, gonfiano le gote, dando vita a un grande circo che sarebbe piaciuto proprio a Fellini, e sembra che, ributtati nel loro elemento, quasi un liquido amniotico, e non più fermi immobili, disorientati, investiti da orde di turisti, finalmente abbiano ripreso a vivere.

Un carnevale acquatico tanto più allegro e spensierato quanto più grottesco e drammatico, al quale non si può prendere parte, ma solo assistere.

Realizzare gli scatti che compongono questa mostra è stato tutt’altro che facile, tra allestimento, luci, bassa temperatura dell’acqua (le foto sono state realizzate nell’ottobre del 2019) e il timore che qualcuno dei soggetti ritratti potesse avere qualche problema durante l’immersione. Ma ne è valsa la pena, perché il risultato è davvero suggestivo e invita alla riflessione. 

Venezia 2050 d.C.   … e venne l’acqua grandissima. Fotografie di Paolo della Corte. La mostra sarà visitabile fino al domenica 21 novembre dal giovedì alla domenica (h. 15.00-18.00). Ingresso solo con green pass.

Venezia 2050... e venne domenica l'acqua grandissima © Paolo Della Corte

lunedì 12 ottobre 2020

Venezia e le Dolomiti innevate

Lo spettacolo delle montagne innevate davanti alla laguna di Venezia © Luca Ferrari
Essere in vaporetto a zonzo per la laguna e allo stesso tempo vedere le creste innevate delle Dolomiti alpine dietro di sé. Succede anche questo nel placido vivere a Venezia.

di Luca Ferrari

Ottobre 2020. L'autunno è arrivato. Se nel primo weekend si è festeggiato (...) il funzionamento del Mose alle prese con un'alta marea comunque più contenuta del previsto, il secondo ha visto precipitare le temperature e abbattersi violenti temporali un po' ovunque. Per lo meno in pianura, sulle montagne invece nevicava come se fosse dicembre. E se certe immagini si è potuto vederle solo dalla televisione e internet, questa mattina a Venezia si è potuto assistere a uno spettacolo meraviglioso. Le creste innevate delle Dolomiti davanti alla laguna.

Eccoli, tutti in posa per farsi ammirare e immortalare: i monti Civetta, Tamer, Talvena e Schiara.

Venezia è anche questo. Un placido passeggiare per la Fondamenta Sacca San Girolamo (sestiere di Cannaregio) e d'improvviso ritrovarsi catapultati su "tutt'altri lidi", a duemila e più metri. Immaginando di essere già lì, a contatto con la montagna, le nuvole e il sole. Vivere a Venezia significa anche questo. Godersi degli spettacoli improvvisati di Madre Natura capace di unire mare e monti in uno sguardo. Sono qui, davanti a loro. Oltre a me, solo una briccola solitaria. Anch'essa sembra ammaliata da questo paesaggio alpino, non esattamente la norma a neanche metà ottobre. 

Lo spettacolo delle montagne innevate davanti alla laguna di Venezia © Luca Ferrari

lunedì 6 luglio 2020

Sognando l'Isola del Principe Edoardo

Il Greenwich Park (Prince Edward Island, Canada) © Luca Ferrari
Correre è libertà. Correre è sognare. Correre è connettersi con il proprio cuore. Dall'isola del Principe Edoardo alla natia Venezia, correndo deciso verso il ritorno in Canada.

di Luca Ferrari

E alfine giunsi sull'isola del Principe Edoardo, tappa finale di un viaggio-reportage iniziato più di mille km prima, a Montreal, nel Quebec. Vuoi per la meraviglia provata nell'errare dall'ovest verso est, vuoi per le immense e sconfinate strade da percorrere, viaggiare in Canada sembra non finire mai. E tutto questo è accaduto mentre ero del tutto ignaro di un destino mai lontanamente immaginato nella mia personale affinità d'anima. Un viaggio che mi ha portato a scoprire la Prince Edward Island (PEI), tra lo splendore della costa rocciosa dell'Argyle Shore Provincial Park dirimpetto lo Stretto di Northumberland, la poesia di Green Gable a Cavendish e la libertà del correre sulla sabbia nel Greenwich Dunes National Park, sul Golfo atlantico di San Lorenzo.

Dallo stato della Nuova Scozia un gigantesco ferryboat mi ha condotto sull'isola del Principe Edoardo e a bordo, a me come a tutti gli altri passeggeri, hanno offerto un piatto di cozze. Quelle che a Venezia si chiamiamo peoci, conditi col burro però. Sono sbarcato sull'isola del Principe Edoardo e mi sono subito fermato perché non avevo pagato e nessuno me lo aveva chiesto. Allora scoprii che si apre il portafogli quando si abbandona l'isola (su strada o mezzo acqueo). Ho guidato, camminato e ho esplorato l'isola del Principe Edoardo. Ho fatto shopping locale e ho mangiato parecchie aragoste sulla Prince Edward Island. Ho parlato con tanti autoctoni, più cordiali che non si può, scoprendo infine che ci si può sposare nei posti più incredibili, degni di una fiaba.

Ho iniziato a esplorare l'isola fermandomi a Charlottetown, detta anche Canada's birthplace poiché è qui che furono gettate le fondamenta della costituzione della Nazione, e di cui un emblematico monumento, la "coppia dei Grey", si trova di fronte all'imponente basilica di St. Dunstan, nel cuore della città, a pochi minuti dallo storico City Hall in stile romanico. Trattasi di due dei padri della Confederazione raffigurati durante un'accesa conversazione: John Hamilton Gray, Primo Ministro della Prince Edward Island, e John Hamilton Gray, un politico originario del New Brunswick.

Il Canada lo avevo sempre sognato. Lo avevo sempre sentito affine e ora ero finalmente arrivato in uno spicchio di questa terra che mi stava sempre più seducendo. Come un buon presagio, l'avvistamento di una rara aquila dalla testa bianca lungo la strada mi ispirò-convinse che qualcosa di meraviglioso stava per accadere (ma questa è un'altra e personale storia, ndr). Il mio tour intanto continuava. A poco più di una mezz'oretta di macchina da Charlottetown, ecco il complesso di Green Gables a Cavendish per un incredibile viaggio alla scoperta del mondo Anna Shirley. Teatro naturale dove Lucy Maud Montgomery ambientò le (dis)avventure di quella che sarebbe diventata in Italia "Anna dai capelli rossi". Un mondo quasi incantato che mi ha spinto prima a vedere il cartone animato anni Ottanta, e poi innamorarmi della serie Chiamatemi Anna con protagonista la giovane Amybeth McNulty.

Mi sono fermato allora all'Argyle Shore Provincial Park, sentendomi parte di un'immensità ancestrale che nel vecchio continente ormai abbiamo perduto. Mi sono poi diretto al Greenwich Dunes National Park. Lì ho sentito qualcosa irrompere. Ho iniziato a correre senza meta. Ho corso con i piedi nell'acqua e qualche canzone a tema. Ho continuato a correre e mi è venuto spontaneo dipingere con le mani un cuore nel cielo prima, e sulla sabbia poi. Mi sono messo a correre perché è quello che faccio ormai da tempo immemore. E' giusto allora spiegare/raccontare che la corsa fa parte del mio essere giornalista.

Iniziai a correre quasi quindici anni fa di ritorno dal mio primo reportage internazionale in India. Sofferente da anni, ero molto provato fisicamente ma non volevo certo arrendermi. Ero pronto a dare una svolta alla mia vita ma avevo bisogno di rafforzarmi se volevo continuare a girare per il mondo. Mi venne allora spontaneo iniziare a correre e mi piacque. Tanto, davvero tanto. Nel giro di pochi mesi correvo a ogni ora del giorno. Da allora ho corso ovunque ma è qui, sulla Prince Edward Island, in Canada, che ho sentito davvero il cuore pompare. È stato lì, che il mio cuore si è fermato per ricongiungersi con la mia anima in modo definitivo.

Venezia, 6 luglio 2020. Volevo correre. Stamane mi sono svegliato con una gran voglia di orizzonte. Lo sentivo già, e come sempre accade in questi stati mentali, non ho nemmeno avuto bisogno della sveglia. L'adrenalina aveva già invaso il mio cervello e poco prima delle sei del mattino ero già fuori. Sono partito dal sestiere di Cannaregio arrivando alla fine delle Fondamenta Nove per poi tornare indietro lungo la Strada Nova, attraversando in sequenza i ponti delle Guglie e dei Tre Archi, arrivando così in Baia del Re e lì è successo. La canzone Dreamer dei Lakelands, direttamente dalla colonna sonora della sopracitata serie "Chiamatemi Anna" ha preso possesso del mio smartphone per l'ultimo tratto in Fondamenta Sacca San Girolamo mentre un sole sempre più caldo scaldava la laguna.

I ricordi hanno cominciato a riaffiorare. Dirompenti. Autentici. Si, ero a Venezia eppure ho sentito l'isola del Principe Edoardo così vicina. Ho cominciato a rivedere quel viaggio. Ho iniziato allora a rallentare allungando il cammino prima di infilare la chiave nel cancello e immergermi nella morbida dolcezza dei pancake con sciroppo d'acero, la colazione per eccellenza del Canada. Ho immaginato il giorno in cui ritornerò sulla Prince Edward Island, sentendomi già adesso emozionato. "Follow your heart/ When you're a dreamer you follow your heart" cantano i Lakelands in Dreamer. È esattamente ciò che ho fatto. È esattamente ciò che ho cominciato a fare il giorno che arrivai sulla Prince Edward Island. È esattamente ciò che continuerò a fare.


STORIA DI UN SOGNO COMINCIATO DA NOI  

Ancestrale dichiarazione
di volontà... Ammaraggio di giornate
in decisione
dentro il tempo ed estremità
ammutinate... Ho lasciato (s)correre
anche le parole che non capivo,
ho assistito allo spettacolo delle tue lacrime
più sincere
senza più demarcazioni
tra le radici dell'amore

… Sono arrivato fino a qui, perché
non dovrei volere ancora di più?
Vi state chiedendo perché
abbia le braccia spalancate?
Vi stavate davvero chiedendo
perché avessi le braccia attorno a lei?
Cosa c'è oltre l'azzurro
che riesci sempre più a scorgere?
Sento il mio respiro, sento
i nostri cuori... Questa è la storia di un sogno
vissuto mentre dovevo
ancora immaginarlo... Lo sai che ogni volta
che tengo gli occhi aperti
e guardo dentro il sole
rivedo tutto e solo questo?

Questa è la storia
di un sogno che non ho più smesso di fare
da quando
ho calcato quella terra insieme a te.

Questa è la storia di un sogno
che continuo
a raccontarmi... Questa
è una storia che non ha bisogno di Mary Poppins.

Ci sono le foreste. Ci sono le onde.
Ci sono i fari. Ci sono le stelle.
Ci sono le risposte. Ci sono le piante di fragole.

Io sto ancora correndo,
e tutto quello che mi  serve è dentro
e davanti a me
(Venezia, 6 Luglio 2020)


Prince Edward Island dreamin'

Running is freedom. Running is dreaming. Running is connecting with your heart. From Prince Edward Island to Venice, thrilled about “running” back to Canada.

by Luca Ferrari


Finally I came to Prince Edward Island, last stop of my Canadian journey, reportage that began more than thousand miles earlier, in Montreal, Quebec. Travelling in Canada seems like a never ending experience; wondering through the vast roads from the West to the East, gave me feelings of limitless roads to travel. This journey  led me to discover Prince Edward Island (PEI), marvelling before the splendor of the rocky coast of the Argyle Shore Provincial Park opposite to the Northumberland Strait and the poetry of Green Gable in Cavendish. I had my best run on the sand in Greenwich Dunes National Park, on the Atlantic Gulf of San Lorenzo, feeling free like never before.

A giant ferryboat took me from Nova Scotia state to Prince Edward Island. Onboard they offered all the passengers a dish of mussels which we call “peoci” in Venetian slang. The main difference between the one done in Canada compared to the one in Italy, is that Canadians use butter instead of olive oil in Italy. When I left the ferry, I immediately stopped because I realized I didn't pay any ticket. I later found out that you pay only when you leave the island (by car or by ship). I drove, walked and explored Prince Edward Island; I did some local shopping and ate several delicious lobsters. I'm enjoyed speaking to many locals, more cordial than you can imagine and I discovered that you can get married in the most incredible places, like in a fairy tale.

I started to explore the island stopping in Charlottetown, called Canada's birthplace because foundations of constitution of the Nation were laid here. Its landmark is located in front of the imposing basilica of St. Dunstan, in the heart of the city, just few minutes from the historic Romanesque City Hall. It's “The Pair of Gray”, representing the two founding fathers – John Hamilton Gray, Prime Minister of Prince Edward Island, and John Hamilton Gray, a politician originally from New Brunswick – , immortalized while arguing about politics.

I was at once captured by the scenery. Then, the rare sighting of a Bald Eagle along the way convinced me that something special was going to happen. Just over half an hour drive from Charlottetown, I stopped at the Green Gables in Cavendish, an incredible setup to discover the world of Anne Shirley. This was the natural setting where Lucy Maud Montgomery set the dis-adventures of Anne of the Green Gables, translated in Italian as "Anna dai capelli rossi.” This enchanted world led me to watch, for the first time, the homonym popular cartoon that was aired in the 80s; then I fell in love with the series “Anne with an E” starring the young Amybeth McNulty.

I stopped at Argyle Shore Provincial Park. I started to feel as one with the authentic ancestral immensity, then headed to Greenwich Dunes National Park. Once there I felt  the greatest rush and I started running barefoot in the water with the background of my favorite soundtrack/playlist. I continued to run. I stopped in the middle of nowhere. Only water, sky and sand. First I spontaneously painted a heart in the sky and later one again in the sand.

I’ve been running for a long time now; running is part of my being a journalist. I started running back in my first international reportage in India because I found I was too weak. I wanted to continue to travel around the world to do reportage so I started to straighten my body. I tried to run and I liked it. I really really liked it. I ran everywhere I travelled, but it is here on Prince Edward Island, that I really felt my heart pumping. Finally my heart and soul are one.

Back in Venice; July 6, 2020. I wanted to run. I woke up this morning “called by the horizon”. As it happens, I didn’t need an alarm and I wasn’t feeling tired. My mind was “set for the run”. The adrenaline had already invaded my brain. It only about 6 AM and I am already running; starting from Cannaregio district arriving at the end of the Fondamenta Nove and then back along the Strada Nova, crossing in sequence the bridges of Guglie and Tre Archi arriving in Baia del Re. And then it happened: The Lakelands’ song “Dreamer”, from the original soundtrack of “Anna with and E", took possession of my smartphone for the last stretch in Fondamenta Sacca San Girolamo while a hot sun was heating the lagoon.

Memories resurface; powerful, authentic. Though I was in Venice, Prince Edward Island felt so close to me. I started to review that journey in my mind. I slowed down before opening my home door and dive/embrace into the soft sweetness of pancakes with maple syrup, emblematic Canadian breakfast. I imagined the day I will return to Prince Edward Island, excited like never before. "Follow your heart / When you're a dreamer you follow your heart;" sang the Lakelands in Dreamer. That's exactly what I did the day I arrived on Prince Edward Island. This is exactly what I will carry on doing. 

Dreamer (Lakelands), dalla colonna sonora di "Chiamatemi Anna"

Le bandiere della Prince Edward Island e del Canada sventolano sul ferryboat © Luca Ferrari
Charlottetown (PEI) - la statua dei due John Hamilton Gray fronte basilica di St. Dustan © Luca Ferrari
Il complesso di Green Gables a Cavendish, sull'isola del Principe Edoardo © Luca Ferrari
Il museo di Green Gables a Cavendish, sull'isola del Principe Edoardo © Luca Ferrari
Il panorama mozzafiato dell'Argyle Shore Provincial Park sulla Prince Edward Island © Luca Ferrari
Argyle Shore Provincial Park: verde, mare e cielo sulla Prince Edward Island © Luca Ferrari
Il panorama familiare dell'Argyle Shore Provincial Park sulla Prince Edward Island © Luca Ferrari
L'ingresso nel Greenwich Dunes National Park sull'isola del Principe Edoardo © Luca Ferrari
L'ingresso nella spiaggia del Greenwich Dunes National Park sulla Prince Edward Island © Luca Ferrari
 Il mare del Greenwich Dunes National Park sull'isola del Principe Edoardo© Luca Ferrari
La laguna veneziana baciata dal sole su Fondamenta Sacca San Girolamo © Luca Ferrari
Jogging a Venezia, sognando di tornare sull'isola del Principe Edoardo (in Canada) © Luca Ferrari
Colazione alla canadese con caffè nero, pancake fatti in casa e sciroppo d'acero © Luca Ferrari
Un romantico sull'isola del Principe Edoardo, a Cavendish (Canada© Luca Ferrari

mercoledì 1 luglio 2020

Canada, passioni e reportage

Lunenbrug (Nuova Scozia) - cupcake per il Canada Day © Luca Ferrari
1 luglio, buon compleanno Canada! In attesa di tornare a trovarti, ecco i miei reportage su di te. Happy Canada Day. Now I tell you all my reportage about you, cheers!

di Luca Ferrari

Bandiere con la foglia d'acero sventolano ovunque. Una serena atmosfera di gioia condivisa. Dalla British Columbia al New Foundland & Labrador, il 1 luglio ricorre la festività del Canada Day, un tempo chiamato Dominion Day. Le province si unirono il 1 luglio 1867. L'inchiostro fu impresso sul British North America Act, redatto il 1° luglio 1867 da John Alexander Macdonald, Primo Ministro Canadese. In questa data, si sancì l’unificazione delle colonie britanniche del nord America (New Brunswick, Nova Scotia con le Province dell'Ontario e Quebec. Per celebrare a dovere la festa di questo grande paese, tutti i miei articoli pubblicati su "Viaggi del mondo":

  • Vancouver, il giardino Ming - Viaggio nel primo giardino cinese Ming realizzato fuori dalla Cina. Il Dr. Sun Yat-Sen Classical Chinese Garden di Vancouver, in Canada.
  • Canada, il mio viaggio è già iniziato - Da Neil Young a Vancouver, passando per arte, sogni e attese di una vita intera. Adesso sto per tornarci. In realtà il mio viaggio in Canada è cominciato più di vent’anni fa.
  • Canada nel cuore, Canada dell'anima -  Luogo dell'anima. Meta per anime semplici, innamorate dei mondi e dai cuori tonanti. Viaggio nel Canada orientale, da Montreal alla Prince Edward Island.
  • Pancake, breakfast in Canada - Dal Quebec a Prince Edward Island passando per la Nuova Scozia. Lì nel (grande) mezzo del Canada, per la gioia del mio palato, le tante colazioni a base di pancake e sciroppo d’acero.
  • PEI, pura meraviglia di Canada - Viaggio nel mondo fiabescamente naturale del Greenwich Dunes National Park sulla Prince Edward Island (PEI). Sii paziente  mio amato Canada, tornerò ancora.
  • Le aragoste del PEI Lobster Festival - Al burro, zuppa o simil hamburger. L'aragosta è una delle indiscusse specialità del Canada. Il 28 giugno a Souris, sulla Prince Edward Island, si svolgerà il PEI Lobster Festival.
  • Canada, il viaggio infinito - Nel segno del viaggio, on the road e l'amore. Nel nome di tutto ciò che conta davvero per un essere umano. Tre anni fa partivo per il Canada e ancora oggi non me ne sono mai andato.
  • Nuova Scozia, la fiabesca Parrsboro - Viaggio "nell'Acadiana" Parrsboro, in Nuova Scozia (Canada orientale) tra storia geologica, verde e un soggiorno degno delle fiabe più autentiche.
  • Canada sconfinato - Le strade infinite. Piccoli caseggiati immersi nelle natura. L'oceano, i laghi. Qualche grande città. Viaggiare on the road in Canada è un'esperienza totale.
  • Sognando l'isola del Principe Edoardo - Correre è libertà. Correre è sognare. Correre è connettersi con il proprio cuore. Dall'isola del Principe Edoardo alla natia Venezia, correndo deciso verso il ritorno in Canada.
  • Fundy National Park: Giugno è stato dichiarato in Canada il mese dei parchi e dello svago. Permettetemi allora di accompagnarvi ad Alma (New Brunswick), alla scoperta del Fundy National Park.
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Sventola la bandiera nel Canada Day del 1 luglio © Luca Ferrari