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martedì 10 febbraio 2015

Fate la regata de Carneval, non fate la guerra

Venezia - XXV regata de Carneval, la "guerriera" Leida Tiozzo © Luca Ferrari
In mascareta da San Marco a San Marcuola, passando sotto i ponti dell'Accademia e di Ri' Alto. Ovviamente in maschera, questa è la regata de Carneval.

di Luca Ferrari

Remo contro remo. Costume contro costume. Una sola via, il Canal Grande. Una sola città, Venezia. Gli ingredienti ci sono tutti per la XXV edizione della Regata de Carneval, organizzata come sempre dall'Associazione Settemari. Sei equipaggi sul nastro di partenza a Ca' Giustinan (San Marco) tra pagliacci, insetti, paladini, creature alate, re e regine. Sei equipaggi su mascareta a due remi con a bordo un uomo e una donna.

Ma si, che se e vadano pure a intasare piazza San Marco i turisti, tanto è qui, a San Marcuola che c'è il vero evento. Qui dimora l'anima della venezianità, quella che voga e non cammina. E in linea perfetta con i partecipanti, quest'anno l'evento lo seguo in barca. Grazie alla collaborazione del gentile sig. Vladi Todeschini, eccomi sulla laguna dinnanzi ai vogatori in maschera.

Nell'attraversare la quasi totalità del Canal Grande, tra uno scatto e un appunto, rivedo scorci della mia esistenza, a cominciare dalle confidenze tardo-adolescenziali su di un piccolo approdo poco lontano da campo S. Angelo. E poi ancora, la zona a ridosso del mercato di Ri' Alto, meta di pranzi di campiello a base di amichevoli fritture miste fino proprio a l'epicentro di San Marcuola, la cui chiesa fu un indimenticabile teatro lavorativo di un'altra vita (fa).

Le mascarete intanto avanzano. Chi più veloce, chi più lentamente. Una regata entusiasmante con i pagliacci e la coppia Male/Bene a contendersi la bandiera rossa fino a San Stae circa, e quindi la decisiva fuga per la vittoria dei primi. Una gara seguita goccia dopo goccia, tra le onde dei battelli di linea e le altre imbarcazioni a remi che ogni tanto s'incrociavano.

Cambiano i costumi ma non i vincitori. Come nella 24° regata de Carneval, anche quest'anno a imporsi sono stati Gabriella Lazzari e Maurizio Quintavalle (Vogaepara). Nel 2014 vestiti da ballerini di can can, quest'anno da simpatici pagliacci. Seconda piazza per il ragno Livia Dalla Giusta e la ragnatela Renzo Uscotti (Remiera Serenissima). Terzo gradino del podio per l'angelo Rosanna Nardo (Canottieri Cannaregio) e il diavolo Marco Franzato (G.S. Artigiani).

L'ultima bandiera in palio è andata invece alla coppia della Canottieri Cannaregio formata dai principi guerrieri Leida Tiozzo e Mauro Bagagiolo. A chiudere la classifica finale i clown Nicoletta Squarcina e Claudio Foccardi (Remiera Casteo), quindi la regina d'Egitto Caterina Grasselli e il faraone Moreno Lazzarini (Voga Veneta Mestre). E adesso che tutto è stato deciso (e fotografato), si può anche passare al rinfresco scandito dal calore di un piatto di pasta & fasioi, e la dolcezza delle frittelle.

Prima di andare mi concedo un ultimo sguardo al quadro umano del campiello di San Marcuola. Sono tutti sorridenti. I regatanti ancora in maschera, gli amici e parenti in abiti civili. E lì, appena sull'acqua, ci sono tre mascarete ormeggiate l'una accanto all'altra. Pronte per rimettersi in moto e conquistare nuovi orizzonti di laguna. Ci sono tre mascarete l'una accanto all'altra. Arrivederci alla XXVI regata de Carneval.

Venezia (San Marcuola), i partecipanti della XXV regata de Carneval © Luca Ferrari
Venezia - gli equipaggi della XXV regata de Carneval si mettono in moto © Luca Ferrari
Venezia - XXV regata de Carneval, i clown passano davanti a la Salute © Luca Ferrari
Venezia - la XXV regata de Carneval si avvicina al ponte dell'Accademia © Luca Ferrari
Venezia - la barca della giuria/stampa segue la XXV regata de Carneval, © Luca Ferrari
Venezia - XXV regata de Carneval, ragnatela e ragno vogano © Luca Ferrari
Venezia - XXV regata de Carneval, si voga e si voga in Canal Grande © Luca Ferrari
Venezia - XXV regata de Carneval, il passaggio sotto il ponte di Ri' Alto © Luca Ferrari
Venezia - XXV regata de Carneval, i pagliacci in fuga verso la vittoria © Luca Ferrari
Venezia (San Marcuola) - vincitori, "bandierati" e non della XXV regata de Carneval © Luca Ferrari
Venezia - mascarete ormeggiate a S. Marcuola © Luca Ferrari

martedì 19 novembre 2013

Remiera Cannaregio, regata in mascareta

Laguna veneziana, regata in mascareta © Luca Ferrari
Dalla Bucintoro alla sfida in famiglia tra le vogatrici della Remiera Canottieri Cannaregio. Oggi le eredi di Casanova spingono su mascareta.

di Luca Ferrari, luca.goestowest@gmail.com
giornalista/fotoreporter – content writer

La tradizione si lega al mare. Il remo affonda nello spazio lagunare. Anche una semplice regata fra i soci di una remiera fa salire l’adrenalina e lo fa diventare evento. Alcune di loro si lanciano messaggi (scherzosi) di sfida. Di sicuro trionfo. Giovani e più mature sono lì. Pronte e in posizione. A coppie. Sulla loro mascareta.

Sono le donne della Remiera Canottieri Cannaregio, storica società sportiva nata nell’estate del 1978 e situata poco distante dalla chiesa di S. Alvise e il Teatro Groggia. Loro sono già entrate nella storia di Venezia. In occasione della Regata Storica 2008, sono state il primo equipaggio tutto al femminile a guidare la celeberrima Bucintoro.

Si “corre” in una delle zone più belle e meno trafficate della laguna. Nello specchio d’acqua fra Venezia e l’isola di San Michele (poco lotre si vede l’isola di Murano). Pochi battelli di linea. Neanche un confronto con il sempre più intasato Canal Grande. Le protagoniste  vogano su mascareta.

Questa barca è un sandolo (tipica imbarcazione veneziana) leggero, con una lunghezza che può variare tra i sei e gli otto metri. Si narra che in tempi lontani la mascareta fosse usata soprattutto dalle donne, in versione amanti, quando si recavano dal proprio bello di turno. Nel salire in barca, per non farsi riconoscere dal gondoliere, portavano una maschera. Da qui il nome.

Ed eccole dunque. Le gagliarde eredi di Giacomo Casanova, l’imitabile latin-lover veneziano. Sono pronte a darsi battaglia. Tutte vestite di nero/verde (i colori della Remiera Cannaregio). A viso scoperto. Su mascareta. I loro mariti, ragazzi o amanti che siano, le seguono incitandole.

L’aria è frizzante. Il sole si sposa sulle sirene d’acqua salata. I remi sono ben piantati nella forcola. Prima di partire, qualche colpo di martello per non rischiare che si stacchino. Le vogatrici sono come frecce di un arco, pronte a far pattinare la mascareta sul tessuto acqueo. Pronti. Partenza. Via.

C’è chi passa subito al comando. Chi prosegue più lentamente. Chi perde terreno. Il gruppo di undici barche inizia a scomporsi. Si arriva al momento fatidico del giro di boa. La provina (quella che voga davanti) deve fare il lavoro maggiore. Poi, insieme alla spinta della poppiere, inizia il ritorno. Bisogna dare il massimo.

Sudore e salso vanno incontro alla brezza. La sfidano. Festeggiano le prime con la classica alzata di remo. Via via arrivano le altre. Donne su mascareta. Ecco il loro biglietto da visita. La laguna si fa specchio di sorrisi, smorfie, stanchezza e abbracci. In pieno giorno. Il tempo si plasma nella nuova leggenda.

Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio al giro di boa © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le vincitrici della Remiera Canottieri Cannaregio © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari

Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio tornano a casa © Luca Ferrari
Venezia, le vincitrici della Remiera Canottieri Cannaregio © Luca Ferrari
Venezia, la Remiera Canottieri Cannaregio © Luca Ferrari
...alla prossima! © Luca Ferrari