mercoledì 23 luglio 2025

Vacanze, il ritorno perfetto

Croazia, traghetto Cres-Valbisca © Luca Ferrari

Tornare dalle vacanze è un momento potenzialmente "esplosivo" e molto stressante. Può anche accadere che si arrivi a casa più rilassati che mai, grazie a un viaggio a dir poco perfetto.

di Luca Ferrari

Ferryboat, autostrada, macchina, battello e clima differente. Il ritorno perfetto. Mi è successo. Mi è appena accaduto e sono ancora incredulo. Un po' mi sono ingegnato. Un po' sono stato fortunato. La verità sta nel mezzo, come spesso accade. Tornare dalle ferie, anche se si tratta di pochi giorni, può essere un momento molto stressante. C'è chi vorrebbe arrivare prima e chi al contrario punterebbe a  godersi fino all'ultimo minuto, incurante dell'inevitabile fatica del giorno dopo al lavoro. Questa volta lo avevo promesso. Torniamo quando vuoi tu, ho detto a mia moglie ed è andato tutto liscio, anzi di più. Le abbiamo azzeccate tutte, cosa non esattamente scontata per chi abita a Venezia (laguna), quindi non potendo lasciare la macchina comodamente sotto il vialetto di casa. Le incognite sono tante ma le ho evitate come neanche avrebbe fatto un collaudato slalomista coi paletti. Ho fatto tanti viaggi nella mia vita e raramente sono tornato così rilassato. Forse ho scoperto un nuovo modo di godermi le ferie. Forse la prossima volta che dovrò far ritorno a casa, ritarderò il più possibile quel momento.

Andiamo con ordine. Dopo tre meravigliose giornate passate a Sveti Jakov, poco distante da Mali Lošinj (Lussinpiccolo), inizia il dilemma del ritorno e di quando prendere il traghetto per l'isola di Krk, quest'ultima collegata con un ponte alla terraferma. È una domenica di luglio: quale sarà l'orario migliore? Un ristoratore del posto ci avvisa che ci sarà parecchio traffico. Dopo attenta analisi si decide per una nuotata a metà mattinata e poi via, a prendere il ferry delle 13.00. Sarà la scelta giusta? A quell'ora tutti o saranno già a Cres o a Krk, penso. Sono abbastanza fiducioso, almeno fino a quando non vedo la coda a Merag. Un cartello indica fino a quale macchina sia garantito il posto a bordo. La mia autovettura è l'ottava dopo il suddetto. Spero di sbagliarmi anche perché non salirci, mi costerebbe un'ulteriore ora e mezza di attesa sotto il sole, non esattamente l'ideale per iniziare un viaggio di ritorno. La buona sorte però è dalla mia parte e riesco a salire come quart'ultima, oltre tutto, senza essere obbligato a mettere il mezzo nel vano inferiore dove la temperatura è a dir poco infuocata. Nel godermi l'aria fresca sull'imponente traghetto verso Valbisca, inizio a pianificare le prossime tappe balneari a Krk (Veglia).

Più rilassati che mai, impostiamo il GPS alla scoperta di altre due spiaggette, la prima molto appartata e l'ideale per tonificarsi con l'ennesimo bagno rigenerante. Come fa l'acqua croata a essere la stessa dove m'immergo sulle sponde veneziane, per me è un mistero. Scherzo, ovviamente, le differenze mi sono note ma è davvero incredibile. Un bel gelato e via, per l'ultima fermata prima di ripartire. Una tappa ideale per tutti i gusti balneari e se dovessi tornare in zona in futuro, la utilizzerei proprio prima di ripartire. Anche uscire da Krk non è/può non essere esattamente una passeggiata. La polizia è sempre molto impegnata ad arrangiare il traffico all'imbocco del ponte, dunque sono inevitabili rallentamenti, figuriamoci poi in un tardo pomeriggio di un giorno estivo e festivo. Un piccolo salto in avanti. L'indomani leggo su qualche gruppo Facebookiano di viaggi in Croazia di code infinite per uscire verso le 7 di sera. Non posso confutarlo né negarlo, quello che so è che a me è andata decisamente meglio. Giusto qualche rallentamento e poi via, senza nessuna coda particolare. Un bye bye a Rijeka (Fiume) e proseguiamo spediti verso il confine croato-sloveno.

Com'era prevedibile, con l'avvicinarsi della sera le strade si fanno meno trafficate. Una volta entrati in Slovenia via Basovizza, senza commettere l'errore di prendere l'autostrada e dunque non pagando la vignetta, siamo praticamente i soli padroni della strada. Complice l'ora, giusto il tempo di fare benzina e via, seduti a cena a gustare una delle specialità balcaniche: il maialino, proprio quella succulenta pietanza che non riuscii mai a gustare sull'isola di Pag (Croazia) perché, come ci venne sempre detto: maialino finito! Fin qui tutto bene ma la buona sorte va anche aiutata. Sapendo bene che potrei prendere o perdere un autobus per pochi minuti, mentre la mia dolce metà e il pargolo sono intenti a ordinare, ne ho approfittato per sistemare tutti i bagagli. Chi abita in laguna non ha molte alternative per muoversi su quattro ruote e una di queste è il noleggio. L'agenzia scelta è proprio davanti a una fermata dell'autobus per Venezia e prima di proseguire la storia, ricordate bene che dopo le ore 21, questi passa solo due volte l'ora. Ecco, immaginate di perderlo solo perché i bagagli non erano pronti. Prima di lasciare l'automezzo infine, bisogna anche perdere tempo a fare benzina per riportare l'auto col pieno. Insomma, la strada verso casa è ancora irta di variabili.

Gustata la cenetta, si riparte. Veneti e friulani sono gente piuttosto abitudinaria se si tratta di rientri post weekend, ergo non mi sorprende trovare l'autostrada Trieste-Venezia praticamente deserta. La domanda è: riusciremo a non aspettare troppo alla fermata dell'autobus? Arrivati all'aeroporto, facciamo il pieno con la stessa velocità del meccanico Guido (cit. Cars), giusto qualche minuto prima che il 5 arrivi al capolinea, e complice nessuno dal benzinaio a rallentarci, procediamo spediti. Lasciamo definitivamente la macchina ma è indubbio che se avessi dovuto sistemare i bagagli una volta arrivato, non so se ce l'avremmo fatta. Il bello però deve ancora venire. Non solo prendiamo comodamente il bus ma addirittura il suddetto ci consentirà di salire a bordo di un vaporetto senza dover nemmeno accelerare né fare mezzo ponte. Al contrario, se avessimo preso l'autobus successivo, non solo non è detto che lo avremmo preso ma per fare ciò, avremmo dovuto correre parecchio sul ponte di Calatrava con i bagagli, non esattamente la più comoda delle operazioni.

Tutto procede alla grande. Tutto è andato alla grande. Sono le 10,30 di sera circa. Sono arrivato a Venezia. Un viaggio di ritorno così non mi era mai capitato. Manca ancora qualcosa. L'apoteosi stessa. Il pontile è vuoto e ok, considerata l'ora e la linea che stiamo prendendo, è abbastanza prevedibile. Quando abbiamo lasciato Venezia, pochi giorni prima, la città lagunare era letteralmente dilaniata da un caldo insopportabile e un'afa anche peggiore. In questo istante fa quasi freddo. Restando nella parte scoperta del vaporetto, e godendomi prima il Canal Grande e poi il canale di Cannaregio, mi metto una camicia a maniche corte sopra la t-shirt. Un clima semplicemente perfetto. Un clima che se fosse così, lo vorrei tutto l'anno e sarei il primo ad amare l'estate: caldo secco di giorno, frescolino la sera in stile isole Azzorre. Smontiamo rilassati come non mai. Domani si va al lavoro ma la stanchezza non abita qui. Un viaggio di ritorno che dubito mi ricapiterà ma una cosa l'ho imparata: godersi volutamente due-tre ore in più di vacanza può fare la differenza. So bene che una simile sequenza fortunella non mi ricapiterà tanto spesso, ma chi può dirlo, intanto però avrò comunque più ricordi a cui pensare con gioia insieme a mia moglie e a nostro figlio.

ciao
ciao
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