mercoledì 9 luglio 2025

Io sono, il viaggio di Giorgia Sottana

Una campionessa si (ri)mette in gioco, scoprendo una nuova consapevolezza di sé. Io sono, il viaggio di Giorgia Sottana fianco a fianco del mental coach sportivo Gabriele Bani.

di Luca Ferrari

Un percorso. Un incontro. Due persone incrociano le proprie vite in uno specifico momento delle loro esistenze. Un viaggio imprevedibile. Un viaggio, meglio tardi che mai... Giorgia Sottana è una campionessa affermata di pallacanestro. Ha già vinto campionati con il Famila Schio e Taranto, collezionando anche 8 stagioni nella Reyer Venezia con cui ha conquistato Coppa Italia e Supercoppa Italiana nel 2008. Giorgia Sottana è stata un pilastro della Nazionale. Dopo l'esperienza in terra francese, all'inizio della stagione 2018-19 è pronta per un nuovo salto (sfida), questa volta nel campionato turco con la casacca del Fenerbahçe. Giorgia sente che c'è qualcosa dentro di sé che vuole mettere meglio a fuoco. Non si nasconde dietro paure o alibi. O meglio, ha dubbi ma sceglie comunque l'onestà del proprio essere. La sua verità suprema. Imbocca una strada sconosciuta. Si vuole affidare a un perfetto sconosciuto per ricalibrarsi. Sceglie la via del mental coach sportivo Gabriele Bani. Il risultato è un viaggio dentro di sé i cui sviluppi si vedranno in campo e fuori. Il risultato diventerà (anche) il volume Io sono, il viaggio di Giorgia Sottana (2019, Start Me Hub editore).  

"Ammetto che per quanto migliorata sia, a volte mi ritorna difficile: devo fare a botte con i miei pensieri per tenerli in riga e allenarli ad andare dove è bene per me". Così scrive di sé Giorgia Sottana. È stata una delle frasi che mi ha più colpito del libro. Potrebbe essere la strofa di una canzone rock, e invece è l'anima sincera di una donna... Delle tante righe passatemi sotto gli occhi del libro Io sono, il viaggio di Giorgia Sottana, questa è stata la prima che ho sottolineato. "Devo fare a botte con i miei pensieri per tenerli in riga", la rileggevo e la leggevo ancora. Immedesimazione totale. Un altro concetto che accompagna il lettore, è quello della consapevolezza. Difficile andare avanti, sbloccarsi o riuscire in qualsiasi cosa senza un pit stop in questa dimensione. Come gli sportivi sotto i riflettori, chiunque passa la sua vita a destreggiarsi col/contro il mondo e le sue sentenze. Che cosa vogliamo fare, lasciarci trascinare senza opporre resistenza e finendo a pancia all'aria sugli scogli o scegliere di guardare in faccia la tempesta e reagire?

Il basket è entrato nella mia vita da pochissimi anni. So che probabilmente a molti potrà non interessare o non ritenere pertinente questa affermazione ma è proprio il contenuto del libro a spingermi ad aggiungere qualcosa di molto personale. Fino a due-tre anni fa non avevo nemmeno idea di chi fosse Giorgia Sottana. Sì, avete letto bene. L'ho "conosciuta" alle prime Finals scudetto perse contro la Reyer Venezia. In questi ultimi due anni poi, ho letto di tutto sulla pallacanestro: da monografie come quella su Allen Iverson alla storia del basket jugoslavo, scritta dal grande giornalista sportivo Sergio Tavčar, passando per l'avvincente storia dei Seattle Supersonics fino al più recente volume sull'ex-campione tedesco Dirk Nowitzki. Dopo aver assistito alla partita subnormale di Giorgia Sottana in gara 2 delle Finals 2025 contro la rivale veneziana, ho voluto saperne di più. Ho cercato in rete e ho trovato questo libro, decisamente atipico. Nessuna autocelebrazione della campionessa veneta ma una testimonianza sincera e diretta di una creatura decisa a far emergere qualcosa di nuovo.

E in questo nucleo inesplorato, il mental coach Gabriele Bani è stato cruciale. "Una cosa che sto notando molto spesso fra gli sportivi professionisti, anche di altissimo livello, è l'assenza totale di premiarsi per tutto il sacrificio quotidiano. Sul medio e lungo periodo questa assenza di auto-valorizzazione conduce a un calo importante di motivazione, di stimoli a fare, qualche volta all'abbandono dello sport". Sono rimasto fermo su questa pagina per qualche ora mentre contemplavo il meraviglioso mare croato. La società in cui viviamo è frenetica e sembra che o si raggiunge il massimo, o saremo condannati alla dannazione eterna. "Come mai la gente lo ama lo stesso anche se è un perdente", sentenza uno dei telecronisti a bordo ring nel film Rocky Balboa (2006) quando l'ormai anziano ex-campione (Sylvester Stallone) si avvia a sfidare il fortissimo e giovane nuovo campione Mason Dixon (Antonio Tarver). In questa affermazione c'è molto del contro-pensiero di Bani. Un pensiero-lavoro che nasce nel profondo, lottando per rafforzarsi ogni giorno di più anche a dispetto degli altri e soprattutto della negatività che ci scaricano addosso.

Giorgia e Gabriele si alternano nella scrittura. Sembrano quasi volerti spingere a ragionare su di te. L'ho fatto, è stato inevitabile, e sarò brutalmente schietto. Penso di non essermi mai valorizzato abbastanza nella mia vita professionale e per le ragioni più svariate. Sono sempre stato ipercritico (lo sono tutt'ora). Se fallisco, lo ammetto senza remore, in modo spietato e senza alibi, facendo terra bruciata attorno. Non ho idea se cambierò atteggiamento e soprattutto se abbia davvero voglia di farlo ma Io sono, il viaggio di Giorgia Sottana mi ha conficcato qualche domanda nella mente e sono curioso di vedere cosa farò la prossima volta in cui mi troverò dinanzi a una sfida. Per dire, mentre ero in vacanza su l'isola di Cres, in Croazia, e leggevo il suddetto volume, mi sono dedicato al nuoto, aumentando ogni giorno il numero di bracciate e concedendomi un piccolo premio ogni volta che ci riuscivo. In effetti, a ben guardare, il basket è ormai molto più di una passione. Non ho idea se e soprattutto dove mi porterà. Per il momento mi fa stare bene, lo condivido con mio figlio e mia moglie, ma non solo.

Un'ultima nota. Per volere degli stessi autori Giorgia Sottana e Gabriele Bani, il ricavato della vendita del libro, patrocinato dalla Federazione Italiana Basket (Fip) e dal CONI), verrà devoluto a favore del progetto "NEAR ME: L'OSPEDALE DEI BAMBINI", nel comune di Loul Sessène (Dakar, Senegal), tramite l'organizzazione NutriAid International, un network di organizzazioni medico-umanitarie indipendenti, impegnate nella lotta contro la malnutrizione infantile. A fine libro inoltre, ci sono tre pagine bianche per le note personali, dove scrivere cosa ci ha lasciato questa lettura, quali insegnamenti ognuno intende prendere per la sua vita e non di meno, come intendiamo cambiare la suddetta. "Quando imbocchi un sentiero, chiediti se alla fine c'è un cuore. Un cuore vero che batte di emozione vera. Se c'è quel cuore, allora vai. Continua, perché alla fine sarà stupenda al di là del risultato" Giorgia Sottana

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