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targa commemorativa della strage dell'Italicss Ph. cyberuly/ Wikipedia |
Anni '70, le stragi neofasciste insanguinano l'Italia. Che cosa diranno i "fascistelli" di oggi? Lo sapremo per il 50° anniversario degli attentati di piazza Loggia e del treno Italicus.
di Luca Ferrari
La strage. La commemorazione. Le parole di cordoglio più o meno sentite, con l'ordine tassativo di non screditare la fazione di turno. Mentre sempre più esponenti politici affermano con incredibile fierezza e tranquillità di essere fascisti, due tragici anniversari per l'Italia si avvicinano e sarà, consentitemi il termine poco giornalistico, "davvero interessante" assistere come alcune delle più alte cariche dello Stato e tanti altri personaggetti della politica locale, si arrampicheranno sugli specchi pur di non associare mai i termini fascismo e neo fascismo a due delle peggiori stragi di stato: la bomba di piazza Fontana a Brescia, il 28 maggio 1974, e l'esplosione sul treno Italicus la notte del 4 agosto 1974, di entrambi dei quali quest'anno ricorre il 50° anniversario. Due aggressioni omicide al popolo italiano che costarono rispettivamente la vita a 8 e 12 persone, ferendone 102 e 48.
Stragi di stato. Stragi contro lo Stato. Stragi contro l'Italia e contro gl'italiani. Ma cos'è lo Stato? Ma perché dovremmo credere ancora allo Stato? Possiamo davvero protetti dallo Stato? Governo dopo governo, ognuno si è sempre prodigato di tutelare la propria parte (ideologia?), e noi popolo a ingoiare una menzogna dopo l'altra. E come rispondiamo? Negli agli Settanta scendere in piazza significava sfidare il Sistema, oggi non funziona più ma lo facciamo lo stesso. Scandiamo slogan perché non sappiamo cos'altro fare. Lo facciamo per sentirci a posto con la nostra coscienza anche se il mondo va a rotoli. Scarichiamo sul web le nostre peggiori frustrazioni travestite da candidi ideali perché abbiamo il tempo e la non-urgenza di farlo. Ci sentiamo degli eroi a distanza mentre chi soffre non ha tempo di parlare. Chi soffre davvero, può solo agire nella speranza che non venga scoperto prima che qualcosa cambi... o esploda, nel più atroce dei finali.
Anni di piombo. Eversione. Lotta armata. Dove c'è interesse, c'è violenza e non c'è colore che tenga. Sono tutti uguali. La storia d'Italia come di qualunque altro Paese dimostra che si sarebbero comportati allo stesso modo se fossero stati gli altri sul banco degli imputati. Una su tutte? Le foibe. Sì, quelle stesse foibe che i "rossi" non ebbero il coraggio di denunciare poiché alleati dei partigiani jugoslavi che ripagarono gl'italiani con la stessa moneta di crudeltà e violenza con cui le camice nere insieme ai sodali nazisti, avevano riversato senza pietà contro la popolazione slava (non a caso, oltre confine, il 27 aprile si celebra la Giornata contro l'Occupatore). Grazie al loro silenzio oggi le foibe sono un vanto ideologico della Destra. Una questione che se non fosse tragica, sarebbe quasi ridicola. Una questione, quella delle foibe, emblema della "bontà fascista", che solo tra il liquame cerebrale più ignorante può pensare di attecchire.
Nel 1974, l'anno in cui innocenti morirono per le bombe di piazza Fontana e a bordo del treno Italicus, io dovevo ancora nascere. Non ho vissuto gli anni di piombo. Nella mia storia personale ho visto cadere il muro di Berlino, ho assistito all'esecuzione del dittatore rumeno Ceaușescu e all'indifferenza verso la guerra dei Balcani. Ho visto gli aerei schiantarsi sulle Torri Gemelle e poi l'orrore di tutto quel pan-americanismo belligerante in Afghanistan e Iraq, mente nel frattempo Cina e Russia facevano lo stesso, meritandosi però un'attenzione diversa da parte dei moralisti sinistrorsi. Le vite umane? Quelle non contano. I morti di Brescia, dell'Italicus e della stazione di Bologna sono gli stessi del World Trade Center e di Sarajevo. Gente inerme che ha pagato con la vita l'inesistenza dello Stato. Innocenti strappati per sempre all'amore dei propri cari mentre il mondo degli Stati ha continuato imperterrito il suo percorso di opportunismo, annientamento e morte.
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Vittima soccorsa dopo l'esplosione in piazza della Loggia (Brescia) |