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Timbri americano-canadesi sul passaporto © Luca Ferrari |
Da Seattle alle isole Azzorre, passando per Cuba, Canada, Finlandia e innumerevoli altre sortite oltre confine. Quante storie potrebbe raccontavi il mio passaporto in questi 10 anni di viaggi.
di Luca Ferrari
Sono già passati dieci anni. Dieci anni di viaggi vissuti intensamente e sempre insieme. Sto parlando del mio passaporto. Dopo un lungo periodo di inattività e la naturale conclusione del mio primo esemplare, lo rinnovai nel giugno 2012, quando in un vicinissimo orizzonte c'era un viaggio atteso da una vita intera: a Seattle. Un viaggio di cui a beve racconterò qualcosa di amichevolmente speciale. Un viaggio che non si limitò al cambiare continente gironzolando per l'immenso stato di Washington, ma mi avrebbe portato per la prima volta in Canada, a Vancouver, altro timbro al confine, e poi nell'Oregon, a tu per tu col mondo dei Goonies.
Per chi viaggia, un timbro sul passaporto è come una medaglia al merito, e anche se in tutti paesi dell'Unione Europea non ho potuto chiedere l'apposito timbro una volta atterrato, ogni volta che riuscivo a varcare i cieli, me lo portavo sempre con me. Anche per una sorta di sicurezza personale, nel caso andasse smarrita la carta d'identità. Un timbro violaceo invece, venne impresso sul mio fedele passaporto appena due anni dopo la trasferta usa-canadese, questa volta su un "isolotto" nel Mar dei Caraibi, che negli anni '50 fu al centro del mondo: Cuba, in quello che fu un viaggio a dir poco surreale.
Altra meta europea e poi fu la volta nuovamente del Canada. Questa volta però, interamente dedicato al gigante del nord. Un viaggio che iniziò atterrando all'aeroporto Pierre Elliot Trudeau di Montreal, e che fece acquisire al mio passaporto un bollino rosso, incollato sull'ultima pagina. Un viaggio che poi si spostò su strada, facendomi attraversare posti meravigliosi lungo le province del Quebec, New Brunswick, Nuova Scozia, raggiungendo infine l'incantevole isola del Principe Edoardo (Prince Edward Island).
E veniamo infine a quello che è stato di fatto l'ultimo timbro impresso. Appena un anno dopo l'esperienza canadese, la bussola guardò ancora verso nord, questa volta però restando nel continente europeo. Un nuovo viaggio mi stava chiamando, e questa volta fu ancora più speciale, poiché vi prese parte per la prima volta anche una minuscola creaturina di pochi mesi. Atterrato all'aeroporto di Helsinki-Vantaa, eccomi partire alla scoperta della Finlandia, spingendoci fino in Lapponia a trovare Babbo Natale e le sue tantissime (e placide) renne.
Viaggiare è una dimensione dell'anima. Non tutti sono predisposti a farlo. Non tutti hanno voglia di scoprire il mondo. C'è chi si accontenta di andare sempre negli stessi posti. Negli ultimi anni della sua vita mia nonna diceva sempre che era felice di aver viaggiato molto, e si sentiva fortunata ad averlo potuto fare. Poi per ragioni di età e salute poi, non lo poté più fare ma riusciva comunque a consolarsi con i ricordi... e qualche dolce leccornia! Nel frattempo, quando l'andavo a trovare, le stampavo le cronache dei miei tanti reportage, regalandole ulteriori miglia nei pensieri e nell'anima.
Il 7 giugno 2012 si è chiuso questo decennale capitolo. Non rifarò subito il passaporto. Ne riparliamo nel 2023, destinazione il mondo intero.
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Il passaporto con il bollino rosso del Canada © Luca Ferrari |
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Il confine USA-Canada © Luca Ferrari
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On the road sulla Capre Breton Island (Canada) © Luca Ferrari
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Il timbro sul passaporto a Cuba © Luca Ferrari |
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La spiaggia di Cayo Guillermo (Cuba) © Luca Ferrari |
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Il timbro del Circolo Polare Artico (Finlandia) © Luca Ferrari |
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Rovaniemi (Finlandia), a casa di Babbo Natale © Luca Ferrari |
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