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...in volo da un continente all'altro © Luca Ferrari |
Da Venezia a Bangalore, il primo reportage non si scorda mai. Ancor di più se sui “cieli del ritorno” c'è qualcuno con un gentile occhio di riguardo per te.
di
Luca Ferrari
Dalle
calli dell'antica
Repubblica Marinara alle camminate senza fine dento e fuori la capitale dell'high tech indiano,
Bangalore. Lì nel mezzo, uno scalo a
Parigi e
più di mezza giornata passata nel cielo all'andata così come al ritorno. Lassù, sfrecciando dentro una scatola d’acciaio sopra le nuvole, scoprendo secondo dopo secondo una valanga di scintillanti pepite in quella sconfinata miniera fatta di sensazioni.
10 marzo 2006, l'alba dei miei reportage internazionali. Dopo mesi di preparazione fra contatti, ricerca voli, pianificazione programma, etc. il gran giorno è arrivato, destinazione
India meridionale,
Bangalore, la capitale dello stato federato del
Karnataka. Con alle spalle un solo e vacanziero volo intercontinentale negli Stati Uniti, questa volta è lo spirito dell'avventura al servizio dell'informazione a chiamare.
Niente
Lufthansa come accadde per lo sbarco negli USA al
New York Newark ma
Air France. E niente incursione solitaria ma in compagnia. Al mio fianco c'è un amico nonché valente fotografo, il veneziano
Federico Roiter, con cui negli anni a venire divideremo ancora molte esperienze reportagistiche tra cui un'epica incursione a
Brescello (
Re), il paese Guareschiano di
Don Camillo e
Peppone, e non di meno innumerevoli edizioni della
Regata Storica, del
Carnevale e della
Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Pur andando verso un caldo pesante (non calcolato alla partenza così soffocante), partiamo in una giornata davvero lupina. Il pezzo di strada che separa l’approdo dell’
Alilaguna (battello che collega direttamente il
Lido di Venezia con l’
aeroporto Marco Polo di Tessera) dall'ingresso delle
Departures, lo facciamo sotto una fredda pioggia autunnale.
Smaltite le pratiche da check-in, cinture allacciate e via. Per esperienza personale so bene che i voli di poche ore sono quelli più “ballerini”. Il
tratto Venezia-Parigi non è da meno. Dopo aver interpretato un po’ di “ballo di San Vito” in fase di salita, qualche vuoto d’aria mi offre gratuitamente una lezione di samba post-moderna. Un vero spasso per le mie coronarie mal tolleranti verso simili esercizi.
Atterrato in terra transalpina nell'imponente
aeroporto Charles de Gaulle, nel prendere la navetta che ci conduce al “coperto”, mi accorgo di quanto la parentela tra noi e i cuginetti francesi sia ben meritata. Anche oltralpe il clima non è in vena di tiepide carezze, ma punta deciso verso un gelido schiaffo. Ha inizio così il momento più stressante per il sottoscritto.
L’attesa prima d'imbarcarsi in nove e più ore di volo. Mangio qualcosa. Penso veloce. Dalla sala d’aspetto osservo decine e decine di aerei alzarsi in volo e atterrare.
Arriva il momento. Medito tra me e me che la prossima volta che toccherò terra sarò
in un altro continente.
Poco lontano dall’equatore. Mi sembra incredibile. Il tempo di elucubrare e sono di nuovo in cielo. Saluto le creste innevate delle
Alpi. Attraverso l’
Europa e gran parte dell’
Asia. Seguo il tragitto sullo schermo davanti al mio sedile, poi finalmente arrivo nel cuore della notte in
India.
Rimaniamo nel subcontinente tre settimane, alternandoci fra la città di
Bangalore e i villaggi di
Kundapur e
Balkur (a nove ore di macchina dalla prima), riuscendo a vivere anch il
colorato festival di Holi. Siamo arrivati per documentare l'azione dell'associazione umanitaria
Concerned for Working Children, dove ai bambini più poveri viene insegnato un mestiere in modo che non rimangano ai margini della società e possano contribuire al precario sostentamento familiare.
Nei piani ci sarebbe stata anche un’altra tappa (
Chennai –
Madras) per andare a scoprire il
Teatro degli Oppressi ma il clima umido mescolato a un fisico (il mio) molto poco resistente all'epoca, mi lasciano a pezzi con febbri costanti e addio a 5 kg. abbondanti (se qualcuno/a fosse interessato, spiego volentieri come si fa). Di
materiale reportagistico comunque ce n'è in abbondanza.
Il volo del ritorno parte all'una di notte. Una volta salito a bordo, dall'innocua t-shirt indossata in taxi, mi ritrovo ad aggiungere in rapida sequenza una camicia a maniche lunghe, felpa, foulard e giacca jeans.
Sono almeno due giorni che mi sazio a base di succo di limone caldo e un club sandwich di verdura. Sono abbastanza debilitato. Così, quando prendiamo quota e ci viene offerto uno
yogurt, lo ammetto, sono quasi imbarazzato. Essendomi cibato in
India di
pietanze esclusivamente locali, quel sapore occidentale che scivola nel mio organismo un po' alterato mi fa quasi il solletico.
Il
volo sulla compagnia francese prosegue tranquillo. Dopo più di qualche ora ci viene servita la
colazione. Boccone dopo boccone sento salire sempre di più una fame a dir poco atavica. Così, con tutto il mio sguardo più innocente (e al naturale spossato), chiedo se fosse possibile averne un'altra.
La hostess mi guarda quasi con tenerezza e leggendo nei miei occhi un notevole bisogno alimentare, me ne porta altre due, chiedendomi a più riprese se stia bene. Lo ammetto. Senza volerlo, mi vengono le lacrime agli occhi. Forse il gesto gentile. Forse la sensazione di avercela fatta nonostante le tante ammaccature prese.
Saziato il “pancino” riesco perfino a rilassarmi fra le nuvole, giocando con le forme degli ammassi nebulosi e lasciando (s)correre lungo le praterie celesti ogni possibile emozione. Lo stress d'aria mi è ormai definitivamente passato.
Questo viaggio è stato una sorta di iniziazione. Una tappa obbligata. In quelle ore di volo ho cominciato a pensare alla
mete future. Ce ne sono state parecchie da allora a oggi tra cui
reportage in Svezia,
Lituania,
Grecia,
Croazia,
Stati Uniti, etc. Ce ne saranno ancora molte in futuro.
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In volo da Venezia a Parigi © Luca Ferrari |
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Parigi, l'aeroporto Charles de Gaulle © Luca Ferrari |
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In volo da Parigi a Bangalore © Luca Ferrari |
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Bangalore (India), il giornalista Luca Ferrari davanti alla sede del Concerned for Working Children © Federico Roiter |
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Bangalore (India), il fotografo Federico Roiter © Luca Ferrari |
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India, l'alba a Kundapur © Luca Ferrari |
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Da qualche parte nel cielo tra Asia ed Europa © Luca Ferrari |
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di ritorno dalla Francia verso l'Italia © Luca Ferrari |
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Venezia vista dall'aereo © Luca Ferrari |