Croazia - isola di Bol, Corno d'Oro © Antonietta Salvatore |
di Luca Ferrari
Isola di Brac (Croazia). Dopo aver goduto della placida quiete marina di Povlja, mi dirigo verso l’antico insediamento romano di Bol, un tempo luogo di contadini (soprattutto viticoltori) e pescatori, oggi meta turistica con un piccolo aeroporto ad appena dieci chilometri dalle spiagge. La strada prima sale e poi scende con continui tornanti, fino al piccolo centro abitato, per altro il luogo più antico sulla costa.
Quasi come un ingresso per il paradiso, un’ampia pineta nasconde il Corno d’Oro. Attraversata la “selva oscura”, il sole mi attacca senza esclusione di colpi. E lì, davanti a me e a molti bagnanti giunti da ogni dove, si presenta la spiaggia ciottolosa terminante con un delicato triangolo rivolto verso l’orizzonte del Mare Adriatico, solcato da surfisti e qualche yacht un po’ troppo esagerato.
Provo entrambi lati. L’acqua è fresca. In molti si sono equipaggiati per vedere al meglio i fondali. Altri si danno al divertimento e relax più totale. Aldilà del Corno d’Oro, la maggior parte del lungomare è preda di chiunque si voglia godere il mare. Basta uno scoglio. Un angoletto, e un tuffo ridà forza e linfa vitale, specie nelle giornate di gran caldo, secco a ogni modo e mai umido.
Salire sulla Krojeve skaline, la scalinata dedicata all’Imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria, quando il 23 aprile del 1875 venne in visita a Bol. Fatto gli scalini, nella piazzetta dedicata a Jozo Bodlovic
(1910-1943), patriota croato antifascista ucciso dall’esercito
invasore, mi appare un piccolo mercato di frutta e verdura. È un trionfo
di colori e soprattutto sapori. Impossibile resistere e in un attimo
una pesca grande quasi quanto un melone passa dalle mie mani alla mia
bocca. Quasi come un ingresso per il paradiso, un’ampia pineta nasconde il Corno d’Oro. Attraversata la “selva oscura”, il sole mi attacca senza esclusione di colpi. E lì, davanti a me e a molti bagnanti giunti da ogni dove, si presenta la spiaggia ciottolosa terminante con un delicato triangolo rivolto verso l’orizzonte del Mare Adriatico, solcato da surfisti e qualche yacht un po’ troppo esagerato.
Provo entrambi lati. L’acqua è fresca. In molti si sono equipaggiati per vedere al meglio i fondali. Altri si danno al divertimento e relax più totale. Aldilà del Corno d’Oro, la maggior parte del lungomare è preda di chiunque si voglia godere il mare. Basta uno scoglio. Un angoletto, e un tuffo ridà forza e linfa vitale, specie nelle giornate di gran caldo, secco a ogni modo e mai umido.
Una
comoda strada pedonale attraversa la pineta con bancarelle ai lati che
vendono tutto il necessario per la vita da mare senza trascurare molta
oggettistica calcarea, tipica dell’isola. Lasciata l’abbondante
vegetazione si apre la strada nel centro, per più della metà chiusa al
passaggio delle automobili.
Faccio presto la conoscenza della chiesa parrocchiale della Madonna del Carmelo,
con caratteristiche decorazioni barocche e rococò e sul cui lato destro
è stata collocata un’antica meridiana, che precisa segna perfettamente
l’ora. Qualche passo e un improvviso odore di frutta avvinghia tutto il
mio sudato camminare. Per scoprirne la fonte mi resta un’ultima fatica.
Fatto il pieno di energie, proseguo sul lungomare in un vero tour artistico tra palazzi e sculture. Superato anche un piccolo faro e attraversato “letteralmente” un ristorantino a picco sul mare, arrivo fino al Monastero Domenicano, fondato nel 1475, dove si trova anche il cimitero marino. Rispetto al Corno d’Oro, qui la natura è più selvaggia. Il mare meno limpido e di un blu d’oltreoceano.
Sono di nuovo in acqua. Ma da lassù, qualcosa mi sta chiamando. È il Vidova Gora,
il monte a 787 metri di altitudine da cui si può godere di
un’incredibile vista non solo del Corno d’Oro ma dell’intera Dalmazia.
Lo si può raggiungere anche a piedi ma le guide consigliano tutte ampie
scorte d’acqua e giornate non troppo calde. In alternativa, si può
arrivare in cima anche in macchina.
Con il costume ancora mezzo bagnato, mi rimetto al volante. Esco da Bol, passo da Praznica e Nerezisca,
e poi inizia la deviazione nel cuore della natura. Immerso in una
foresta di pini d’Aleppo, lecci, ginepri e salvia, arrivo sul picco più
alto di tutte le isole adriatiche. Con il cuore che tambureggia. In un
attimo vengo inghiottito dal panorama. Un secondo dopo sono lì che volo.
Quassù davvero, le ali non sono necessarie.
Bol, isola di Brac © Luca Ferrari |
Bol, mercato di frutta © Luca Ferrari |
Bol, la spiaggia del Corno d'Oro © Luca Ferrari |
Bol, il mare cristallino del Corno d'Oro © Antonietta Salvatore |
Bol, lungomare © Luca Ferrari |
Bol, lungomare © Luca Ferrari |
Bol, lungomare © Luca Ferrari |
Bol, Corno d'Oro © Antonietta Salvatore |
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