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Venezia, la Vogalonga sotto il ponte dei Tre Archi © Luca Ferrari |
Remi, voga,
Venezia e il mondo. Sotto un sole fin troppo estivo si è svolta lungo il classico percorso di 30 km la 40° edizione della
Vogalonga.
di
Luca Ferrari
Passione e amore. Tanto di entrambe. Ci vuole questo e altro per vivere e affrontare la
Vogalonga. Una vogata non competitiva nata a metà anni Settanta e capace di rilanciare la voga alla veneta e annesso artigianato dicendo a chiare lettere che Venezia non è solo turismo e modernità. Ci sono anche le tradizioni tramandate dai maestri d'ascia e di remo. Da allora e per sempre a Venezia c'è la Vogalonga.
L'attesa è palpabile in città. A distanza di una settimana dallo
spettacolo della Sensa, ora tocca alla Vogalonga, “l'evento cittadino più amato dai veneziani” mi specifica una simpatica signora dell'isola di Burano. Il giorno prima della manifestazione, a ridosso del celeberrimo
mercato ittico di Ri' Alto il, il viavai delle registrazioni è incessante. Un melting pot unito dalla passione per l'acqua e il remo. Intanto si provano le barche. Vengono ormeggiate nei canali fino al risveglio l'indomani quando avrà inizio lo spettacolo.
Domenica 8 giugno. È ancora una Venezia poco battuta quando alle 8 del mattino esco di casa per dirigermi verso il
Bacino San Marco e godermi lo spettacolo della partenza della
40° edizione della Vogalonga. Il caldo in compenso è piuttosto invasivo e dopo neanche mezz'ora la prudente bottiglia d'acqua portatasi dietro ricambia la fatica elargendo freschezza. Arrivato in zona, i pontili sono già preda di turisti e veneziani. Poi arriva il colpo di cannone. Partita.
“La Vogalonga è una manifestazione genuina e azzeccata per la valorizzazione delle tradizioni, delle imbarcazioni veneziane e del relativo artigianato. Nata come lotta e protesta contro il moto ondoso, ha richiamato l'attenzione ai vecchi mestieri, alle barche tradizionali, ai remi, alle forcole”
Agostino Amadi, Maestro d'ascia di Burano (cit. volume
Quarant'anni di Vogalonga).
A celebrare il quarantennale della manifestazione sono arrivati da tutta Europa, sbarcando perfino da
Hawaii e
Nuova Zelanda. In laguna si è visto davvero di tutto:
gondole,
kayak,
pupparini,
dragon boat,
mascarete,
sandoli,
catamarani,
caorline e altre ancora. La tradizione della voga alla veneta unita insieme alle barche di altre culture. E tutte hanno spinto per 30 km passando per le isole delle
Vignole, di
Sant’Erasmo e di
San Francesco del Deserto,
Burano,
Mazzorbo,
Madonna del Monte e
San Giacomo in Paludo, fino al primo ingresso trionfale, per i meritatissimi applausi, nel canal grande di
Murano.
A quel punto non resta che tornare a
Venezia, e ad attendere gli
instancabili vogatori nel
Canale di Cannaregio un'intera città in festa.
Gli applausi iniziano fin da quando si comincia a vedere la prua. I
protagonisti allentano l'impeto e si godono una passeggiata fino a
riprendere la via maestra del
Canal Grande e chiudere alla grande davanti alla
Punta della Dogana. Stanchi e felici, con un pensiero già rivolto alla
41° edizione della
Vogalonga di Venezia.
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Venezia, bacino San Marco – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, bacino San Marco – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, bacino San Marco – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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Venezia, canale di Cannaregio – Vogalonga © Luca Ferrari |
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