martedì 11 dicembre 2018

Italia-Austria, fascino da confine

Versciaco (BZ), a ridosso del confine con l’Austria © Luca Ferrari
Assenza di confini significa in primis maggiore libertà, ma anche un po' meno fascino.

di Luca Ferrari

Iniziava il viaggio. Si salutava l’Italia, pronti per oltrepassare la frontiera. Emozionati, sì.  Con la carta d’identità pronta in mano. Si sarebbe raccontato un viaggio all’estero. Un’antica emozione il cui fascino è stato cancellato dall’unione degli stati europei. Forse più praticità. Di sicuro, meno stupore per chi è alle prime armi.

Superata la placida San Candido (BZ), svolto a destra, direzione Austria. Mi resta ancora un paese prima di cambiare nazione, Versciaco. Forse a molti questo nome non dirà nulla, ma per chi conosce la storia, o ha ricordi della II Guerra Mondiale, magari tramandati dai nonni, presso questo paese c’è un aneddoto molto particolare.

Fra il 1939 e 1942 venne qui costruito il cosiddetto Sbarramento di Versciaco (ted. Vierschach) è uno degli sbarramenti del XV Settore Pusteria, e che andava a comporre il Vallo Alpino in Alto Adige (detto anche “linea non mi fido”), un complesso sistema di fortificazioni eretto per difendere i confini italiani da una possibile invasione da parte della Germania nazista

Mi guardo intorno mentre la macchina si lascia alle spalle prati verdi, montagne innevate (alcune) e gli ultimi metri italici. Tutt’intorno boschi (e dei locali davvero caratteristici della zona) e un binario su cui galoppa un treno di pochi vagoni. Manca sempre meno. Eccomi. Ma che succede? Ah già. L’Europa Unita. Niente più dogana.

Senza entrare in contesti geopolitici, mi ritrovo sul confine italo-austriaco parecchi anni dopo la mia ultima visita. Parecchi, dire. Un tempo era molto diverso. C’erano ancora le frontiere. C’era ancora la dogana. In Italia. Uno spazio di terra neutrale, e quindi nuovo controllo, ed ecco l’Austria.

Avuto l’ok dai funzionari stranieri, prima tappa: la banca, per  cambiare le lire. I soldini messi da parte venivano trasformati in queste nuove monete: gli scellini. Nuove banconote. Nuovo conio. Tutto differente. Tutto sorprendente. Già questa era un’avventura. Conservare ancora una moneta che adesso non esiste più.

Si girava l’Austria. Capendo poco la lingua, e quando si pagava, subito a fare i conti per capire se fosse più cara o meno dell’Italia. Ogni viaggio oltre confine, era sempre un nuovo dialogo con un’altra cultura. Arricchito dalle loro peculiarità più tangibili. Non c’era il satellitare. Si sbagliava strada. Si chiedeva informazioni sorridendo.

Adesso c’è solo un cartello che mi indica in quale stato sono. Gli edifici circostanti, per la maggior parte, sono dimessi. Molte macchine vengono qui a fare benzina (che costa meno rispetto ai nostri distributori). Compro qualche cartolina. Pago in euro, ma il francobollo è differente. Ritorno nella terra natia. C’è meno gusto, lo ammetto.

Versciaco (BZ), a ridosso del confine con l’Austria © Luca Ferrari

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