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mercoledì 16 febbraio 2022

Alla ricerca della Venezia Orientale

Venezia, campo dei Mori © Luca Ferrari

Alla scoperta delle testimonianze storico-artistiche che raccontano i secolari rapporti tra Venezia e l’Oriente, giovedì 17 febbraio all'Ateneo Veneto.

di Luca Ferrari

L'Oriente in laguna è ovunque. Basta cercarlo. Basta guardare Venezia per davvero. Dal celebre bassorilievo con il cammello sulla facciata di Palazzo Mastelli (casa dei ‘Mori’, i tre fratelli greci Rioba, Sandi e Alfani) alla magnificenza di Palazzo Zenobio, dove si formavano giovani provenienti da tutte le comunità armene, dall'India a Costantinopoli, da Cipro all'Egitto, senza trascurare la Cina e l’importantissima componente ebraica presente in città.

Giovedì 17 febbraio, all'Ateneo Veneto, la più antica istituzione culturale veneziana in attività, si parla di "Venezia Orientale" (Aula Magna, ore 15). Un incontro che è l’occasione per conoscere più a fondo il patrimonio culturale a cielo aperto dell'antica Repubblica Marinara, città che da sempre ha avuto rapporti con il mondo orientale e che è un simbolo di integrazione, multiculturalità e tolleranza religiosa.

"Questa città è un’enciclopedia aperta per ogni area disciplinare, che sia scientifica, umanistica, economica o linguistica" ha evidenziato Caterina Carpinato,  prorettrice dell'Università Ca’ Foscari (istituzione con cui è realizzato l'evento insieme all'Associazione Guide Turistiche Venezia nell’ambito delle iniziative per Venezia 1600). "Apriamo con questa iniziativa una riflessione seria e partecipata su quello che possiamo offrire, come Università, a uno dei comparti lavorativi più importanti per il tessuto cittadino: l’industria del turismo, serio, competente e di qualità”.

Un Oriente rintracciabile anche sulla Madonna Mesopanditissa della Chiesa della Salute, originaria dell’isola di Creta, o ancora tra le colonne istoriate su cui poggia il Palazzo più importante della città, Palazzo Ducale, che raccontano storie della dimensione multiculturale veneziana.

“Sono tutte testimonianze dei rapporti internazionali dei quali la città ancora vive, ma che rischiano di restare muti se nessuno, adeguatamente preparato, li racconta – spiega Aldo Ferrari - Da qui il senso della presenza a questo incontro delle guide turistiche veneziane, che sono le prime persone che raccontano Venezia ai viaggiatori. I nostri studi, le ricerche accademiche, possono incoraggiare una proposta di itinerari turistici alternativi, per far scoprire una caratteristica di Venezia determinante ma poco conosciuta, spesso anche ai veneziani stessi. Si pensi che non esiste ancora una pubblicazione che riunisce tutti gli elementi orientali presenti in città. Questi incontri sono un’iniziativa di ampio respiro che va anche in questa direzione”.

Venezia, facciata di Palazzo Mastelli

giovedì 6 settembre 2018

Venezia celebra la pittura del Tintoretto

Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection – Il doge Alvise Mocenigo e la sua famiglia davanti alla Madonna con il Bambino (1575 circa, di Jacopo Tintoretto). Olio su tela, 216x417 cm © Antonella Lacchin 
A cinquecento anni dalla sua nascita, Venezia celebra l’ars pittorica di Jacopo Tintoretto con la mostra Tintoretto 1519-1594 a Palazzo Ducale e Il giovane Tintoretto alle Gallerie dell’Accademia.

di Luca Ferrari

Il più veneziano tra gli artisti del Rinascimento. Colui che più ha “segnato” Venezia con il marchio inconfondibile del suo genio ed è stato chiamato da dogi e notabili ad abbellire palazzi e chiese della città. Ha stupito i suoi contemporanei, impressionato El Greco, Rubens e Velasquez, anticipato per molti versi la sensibilità di artisti contemporanei. Oggi, a 500 anni dalla sua nascita, Jacopo Robusti detto Tintoretto torna ad accendere la città lagunare con una mostra a lui dedicata: Tintoretto 1519-1594 (7 settembre 2018 - 6 gennaio 2019).

“Mai sono stato così totalmente schiacciato a terra dinanzi a un intelletto umano, quanto oggi davanti a Tintoretto” scrisse il critico inglese John Ruskin al padre dopo aver visitato la Scuola Grande di San Rocco. “Quanto alla pittura penso di non aver saputo che cosa significasse fino a oggi…quello (Tintoretto) ti delinea la tua figura con dieci tratti e la colora con altrettanti. Non credo che gli servissero più di dieci minuti per inventare e dipingere una figura intera. Prende il via e accumula schiere su schiere, moltitudini che nessuno riesce a contare – senza mai fermarsi, senza mai ripetersi – nuvole e vortici e fuoco e infinità di terra e mare, per lui niente fa differenza”.

A 80 anni dall’ultima mostra a lui dedicata a Venezia, Tintoretto torna protagonista nella Serenissima con una monografica suddivisa tra Palazzo Ducale e le Gallerie dell'Accademia. Nel primo, preso le sale dell'Appartamento del Doge, Tintoretto 1519-1594, è incentrata sul periodo più fecondo della sua arte, dalla piena affermazione verso metà degli anni '40 del Cinquecento, fino agli ultimi lavori. Spazio poi al Il giovane Tintoretto, dedicata ai capolavori del primo decennio di attività e al contesto fecondo in cui egli avviò il suo percorso artistico.  L'esposizione "Ducale" infine varcherà l'oceano per trasferirsi al museo di Washington DC dal 10 marzo 2019.

Particolarità della mostra, opere in arrivo  dai grandi musei internazionali, prestati unitamente ai famosi cicli realizzati per il palazzo dogale tra il 1564 e il 1592, visibili nell’originaria collocazione. L'esposizione dunque permetterà  di riscoprire la pittura visionaria, audace e per nulla convenzionale di Jacopo Robusti che, figlio di un tintore, “come un granello di pepe capace di sopraffare dieci mazzi di papaveri” a sentire l’amico commediografo Andrea Calmo, seppe sfidare la tradizione consolidata incarnata da Tiziano, sbalordendo e scegliendo di innovare: non solo con ardite soluzioni tecniche e stilistiche, ma anche con sperimentazioni iconografiche che segnarono un punto di svolta nella storia della pittura veneziana del Cinquecento.

Per tutte le informazioni sulla mostra, Tintoretto 1519-1594.

Venezia, Gallerie dell’Accademia – Deposizione dalla croce (1562 circa, di Jacopo Tintoretto). 
Olio su tela, 227×294 cm © Antonella Lacchin 
Madrid, Museo Nacional del Prado – Ratto di Elena (1576/1577 circa, di Jacopo Tintoretto).
Olio su tela, 186×307 cm © Antonella Lacchin 
(sx) The Art Institute of Chicago, Art Institute Purchase Fund – Tarquinio e Lucrezia (1578/1580 circa, di Jacopo Tintoretto). Olio su tela, 175×152 cm (dx) Patriarcato di Venezia, Ufficio Beni Culturali, Chiesa di San Silvestro, Venezia – Battesimo di Cristo (1580 circa, di Jacopo Tintoretto). Olio su tela, 283×162 cm © Antonella Lacchin 
New York, The Metropolitan Museum of Art, John Stewart Kennedy Fund, 1910 – Il doge Alvise Mocenigo presentato al Redentore (1571/1574, di Jacopo Tintoretto). Olio su tela, 97×198 cm © Antonella Lacchin 
Venezia, Palazzo Ducale, Sala dell’Anticollegio – Mercurio e le tre Grazie (1578, di Jacopo Tintoretto).
Olio su tela, 146x155 cm © Antonella Lacchin
Venezia, Palazzo Ducale, Sala dell’Anticollegio – Minerva protegge Pace e Abbondanza da Marte (1578 di Jacopo Tintoretto). Olio su tela, 148x168 cm © Antonella Lacchin

domenica 27 gennaio 2013

Carnevale, Venezia in costume

Venezia, Carnevale 2012 © Luca Ferrari
L’antica Repubblica Marinara di Venezia in festa mascherata, tra un ghigno plasticato di Guy Fawkes e il pesante trucco del Joker di Ledgeriana memoria.

di Luca Ferrari

In campi e campielli gli artisti di strada si esibiscono con performance nel loro costante inno alla vita. Lasciati i truccatori alla stazione S. Lucia, nell’ampia Piazza San Marco ogni flash viene ricambiato da un cordiale gesto di saluto mentre il cielo disegna i contorni degli eleganti costumi, e la laguna si fa custode di nuovi riflessi colorati.

Venezia, Carnevale 2012 © Luca Ferrari
Venezia, Carnevale 2012 © Luca Ferrari
Venezia, Carnevale 2012 © Luca Ferrari
Venezia, Carnevale 2012 © Luca Ferrari
Venezia, Carnevale 2012 © Luca Ferrari
Venezia, Carnevale 2012 © Luca Ferrari
Venezia, Carnevale 2012 - truccatrici al lavoro © Luca Ferrari
Venezia, Carnevale 2012 - la magia delle bolle di sapone © Luca Ferrari
Lido di Venezia, Carnevale 2012 - il bagno dei ibernisti in maschera © Luca Ferrari
Venezia, Carnevale 2012 - una simpatica gang di Guy Fawkes © Luca Ferrari