25 marzo 2022. I bambini sono il futuro di una città e del mondo intero. E chi meglio di "loro" per augurare buon compleanno a Venezia, fresca di 1601 candeline?
Più di 1600 anni di storia, vita e cultura. Davvero un gran bel traguardo, cara la mia Venezia. Ispirato dal laboratorio di giardinaggio della Scuola Materna Comparetti in campo del Ghetto Novo (Cannaregio), il mio augurio lo intingo di speranza nel vedere questa meravigliosa città sempre più ricca di famiglie, perché quando i campi si riempiono di corse spensierate, giochi e voglia di condividere, una città è davvero viva e può guardare al futuro con gioia e ottimismo.
Negli anni '80 l'orrore del terrorismo brigatista colpì anche in laguna. All'Ateneo Veneto si raccontano - Gli "anni di piombo" a Venezia -, con le voci dei parenti delle vittime.
Ero un bambino quando tra un giocattolo e un esercizio elementare, iniziarono a entrare parole come terrorismo, brigate rosse, etc. Ricordo ancora gli sguardi sgomenti dei miei genitori dinnanzi alle notizie dei telegiornali. Erano gli anni Ottanta, e a quel tempo nuove scie di terrore insanguinavano l'Italia. Lunedì 28 marzo all'Ateneo Veneto, la più antica istituzione culturale veneziana in attività, si ricorda quella drammatica stagione con un incontro pubblico sul terrorismo brigatista nel veneziano, Gli anni di piombo a Venezia, con testimonianze dei parenti delle vittime.
Conosciamo troppo poco la nostra storia. Studiamo troppo le antiche civiltà a discapito del presente, arrivando a stento alla II Guerra Mondiale, la cui lettura è quasi sempre superficiale, tralasciando l'orrore che il fascismo italiano disseminò tra Africa, ex Jugoslavia e Grecia, in particolare. C'è poi quella immensa storia del Dopoguerra, raramente analizzata, ma le cui implicazioni sono ancora fortissime nel contemporaneo: dal Medioriente alla recente invasione ucraina, senza dimenticarsi di casa (cosa?) nostra, con il terrorismo che segnò il Bel paese tra gli anni '70 e '80.
Da quell'epoca non si salvò nemmeno Venezia, che tra il gennaio 1980 e il luglio 1981, vide cadere il vicequestore della Digos, Alfredo Albanese e due dirigenti industriali Sergio Gori e Giuseppe Taliercio, quest'ultimo rapito e poi barbaramente ucciso. All'incontro pubblico all'Ateneo Veneto (Aula Magna, ore 17.30), il giornalista Adriano Favaro, autore del libro “Cronache di piombo. Il terrorismo nel Veneto raccontato dai testimoni di oggi” (ed. Nuova Dimensione 2021), dialoga con l'ex magistrato Carlo Nordio, con Cesare Taliercio, figlio dell’ingegnere Giuseppe Taliercio: Barbara Gori, (da remoto), figlia di Sergio Gori e Teresa Friggione (da remoto), moglie del vicequestore Alfredo Albanese.