Le nuove pietre d'inciampo in laguna © Iveser Venezia |
di Luca Ferrari
“Quello che è accaduto non può essere cancellato ma si può impedire che succeda di nuovo. È proprio da qui che dobbiamo ripartire. È proprio con questo spirito che il mondo può far memoria del Male senza lasciare che esso ci travolga. Il ricordo non deve essere solo un doveroso tributo alle vittime innocenti ma anche una testimonianza dell'impegno ad agire perché quanto è accaduto non possa ripetersi”. A parlare così, sul palco del Teatro Goldoni di Venezia, il sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro.
Venerdì 20 gennaio 2017, in occasione della cerimonia cittadina del prossimo Giorno della Memoria, è partita da Calle dei Sbianchesin la deposizione di 24 nuove pietre d'inciampo (Stolpersteine), tutte realizzate in in ottone dall’artista tedesco Guenter Demnig. Per la prima volta una di esse è stata dedicata a un internato militare, Romano Brussato, mentre in Calle del Ghetto Vecchio due pietre sono state posate in memoria di Amalia e Lina Navarro, entrambe sopravvissute ad Auschwitz.
Nuovi percorsi della Memoria in città dunque, voluti dalla collaborazione tra la Comunità Ebraica, il Comune di Venezia, il Centro tedesco di Studi Veneziani e l'Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Iveser). Tra le pietre deposte fisicamente da Demnig nei sestieri di San Polo, San Marco e Cannaregio, c'erano anche quelle dedicate alle famiglie Dina e Levi, entrambe duramente colpite dalle deportazioni naziste.
"Questa non è una semplice cerimonia commemorativa", ha sottolineato la presidente della Municipalità di Venezia, Ermelinda Damiano, "Siamo qui oggi per restituire identità e dignità ai bambini, alle donne e agli uomini che furono strappati alla vita e consegnati all'orrore. Nell'atto di inciampare su queste pietre, veniamo posti di fronte a persone reali con un nome, un volto, una voce e una storia. Le pietre ci permettono di dialogare con chi ha vissuto qui realmente".
A oggi, in Europa sono circa sessantamila gli Stolpersteine depositati. Come ha ricordato il presidente ad interim del Centro tedesco di Studi veneziani, Michael Matheus, "Le pietre d'inciampo formano il più grande museo decentralizzato della memoria del vecchio continente". Parole alle quali si è aggiunto Luca Volpato, rappresentante del Consiglio D'Europa – Ufficio di Venezia: "Le pietre d'inciampo sono rappresentazione concreta di quella lotta all'ideologia totalitaria che il Consiglio d'Europa ha posto come obiettivo fondamentale nel Trattato di Londra del 1949".
Chissà se quei gran mattacchioni del settimanale francese Charlie Hedbo, dopo l'offensiva vignetta sulla tragedia dell'hotel Rigopiano, in occasione del Giorno della Memoria si divertiranno con qualche nuova vignetta, magari una bella grigliata di carne sionista nel rinomato camping di Auschwitz? Tutto può essere, tanto la loro (stupida) risposta è sempre quella: è satira, voi non capite! Beh, preferisco continuare ad andare per la mia strada e dimostrare un minimo di rispetto per chi è morto e ha sofferto, invece di trincerarmi dietro un intellettualismo superficiale e grottesco.
Ebrei, ma non solo. Nella mattanza nazista finirono anche Rom, Armeni e omosessuali. “Alla responsabilità di chi compie il male si somma quella di chi non fa nulla per impedirlo" ha aggiunto il primo cittadino della Repubblica Marinara. Il panorama del terzo millennio non è troppo invitante. Politiche protezioniste e divisorie scaldano il cuore ignorante dentro e fuori l'Europa. Non basta un libro di storia e una celebrazione per impedire che il mostro torni a brutalizzare l'umanità. "La storia è scritta da ciascuno di noi, con piccoli gesti quotidiani, che uniti a quelli di altri uomini e donne, possono alimentare l'odio o l'indifferenza oppure contribuire a costruire un presente e un futuro di pace" ha infine concluso Luigi Brugnaro.
Venezia, cerimonia di deposizione pietre d'inciampo - (da sx), Ermelinda Damiano e l'assessore Paola Mar |
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