la giornalista siciliana Maria Grazia Cutuli |
di Luca Ferrari
"Tu, corri nella notte…non
ricordo bene del perché
avessi scelto la tua storia,
forse perché avrebbe potuto
somigliarmi" … Iniziava così TU…LUCI…CULTI, poesia che partorii a cavallo del 22 e 23 novembre 2001, qualche giorno dopo aver appreso la tragica notizia dell'uccisione della giornalista siciliana Maria Grazia Cutuli.
Approdata al Corriere della Sera a metà anni Novanta, prima di partire alla volta dell'Afghanistan, aveva già maturato esperienze internazionali in Liberia, Angola, Costa d’Avorio, Bosnia, Cambogia e Pakistan. La sua storia professionale raccontava anche di alcuni mesi vissuti nella martoriata Ruanda come osservatrice della Commissione ONU per i Diritti Umani. Arrivò infine l’11 settembre 2001. Due aerei di linea dirottati si schiantano sulle Torri Gemelle di New York. La risposta del presidente George W. Bush è immediata. Stati Uniti & alleati partono per rovesciare il regime talebano in Afghanistan.
Maria Grazia Cutuli viene inviata come reporter. Non passano neanche due mesi e la sua vita si ferma per sempre. Il 19 novembre 2001, nei pressi di Sarobi, sulla strada che collega Jalalabad, capoluogo della provincia afgana di Nangarhar, alla capitale irachena Kabul, cade vittima di un agguato. Insieme a lei vengono assassinati l'inviato del quotidiano El Mundo, il giornalista spagnolo Julio Fuentes, i colleghi Harry Burton, australiano, e Azizullah Haidari, afgano, entrambi corrispondenti dell’agenzia di stampa Reuters.
Approdata al Corriere della Sera a metà anni Novanta, prima di partire alla volta dell'Afghanistan, aveva già maturato esperienze internazionali in Liberia, Angola, Costa d’Avorio, Bosnia, Cambogia e Pakistan. La sua storia professionale raccontava anche di alcuni mesi vissuti nella martoriata Ruanda come osservatrice della Commissione ONU per i Diritti Umani. Arrivò infine l’11 settembre 2001. Due aerei di linea dirottati si schiantano sulle Torri Gemelle di New York. La risposta del presidente George W. Bush è immediata. Stati Uniti & alleati partono per rovesciare il regime talebano in Afghanistan.
Maria Grazia Cutuli viene inviata come reporter. Non passano neanche due mesi e la sua vita si ferma per sempre. Il 19 novembre 2001, nei pressi di Sarobi, sulla strada che collega Jalalabad, capoluogo della provincia afgana di Nangarhar, alla capitale irachena Kabul, cade vittima di un agguato. Insieme a lei vengono assassinati l'inviato del quotidiano El Mundo, il giornalista spagnolo Julio Fuentes, i colleghi Harry Burton, australiano, e Azizullah Haidari, afgano, entrambi corrispondenti dell’agenzia di stampa Reuters.
Mestiere duro quello degli inviati al fronte, in particolar modo per coloro che non si nascondono dietro i comunicati stampa degli eserciti e governi. Maria Grazia Cutuli era una giornalista capace e determinata, come la sua collega Monica Maggioni ebbe modo di accennarmi durante un'intervista per la presentazione del suo documentario Out of Tehran alla 68° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia .
Chissà se la mattina si concedeva qualche minuto in più per mimetizzare i timori prima di cominciare a raccontare le guerre. Poi però finì tutto in una qualche nuvola di spietata polvere da sparo. Ciao Maria Grazia Cutuli (1962-2001), oggi è uno di quei giorni da illusioni ridotte in miniatura dove libertà e fede non sono che termometri dell’austerità della terra. Ciao Maria Grazia, nella libreria dei massacri dovrò accettare anche la fine del tuo coraggioso cuore. Una creatura donata in maniera ingiusta e troppo precoce alle tende dell’orizzonte.
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