di Luca Ferrari, ferrariluca@hotmail.it
giornalista/fotoreporter – web writer
“Fonterutoli
è come una piccola città. Tutta ordinata attorno alla sua chiesa: sembra un
angolo particolare di pace, di solitudine, di speranza. E i suoi abitanti
portano nel volto e nel comportamento i segni vivi della fede cristiana, della
speranza cristiana”, Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, 1953.
Terrazza
naturale da cui sbirciare Siena e annessa Valdelsa, è il borgo di Fonterutoli, frazione
di Castellina in Chianti. Situato nel cuore della campagna senese. Noto
insediamento dell’Antichità conosciuto come Fons Rutolae e Fons Rutilant, ci si
arriva percorrendo la Strada Statale 222, meglio conosciuta come Chiantigiana.
Lasciata la
macchina, non trovo una colonna sonora adeguata. Ma se in quel piccolo “tempio
cromatico” della Cappella degli Scrovegni padovana rimasi ammutolito a guardare le
figure giottesche con nelle orecchie la tenero-malefica Sweet Dreams nella
versione dei Marilyn Manson, qui non riesco. Inizio a calcare il borgo come in punta di piedi. Avrò
scelto un’ora e un periodo particolare, ma in giro non vedo nessuno a parte un
gatto che fa la “guardia” a una porta aperta. Sotto un tiepido sole si lecca la
pelliccia. Poco più avanti mi fa pure compagnia un magnifico destriero nero.
Scopro anche
il piccolo cimitero. Ritorno un po’ più indietro e incontro quelle parole
incise sulla pietra. A pronunciarle, uno dei più noti e amati politici italiani, Giorgio la Pira (1904-1977) durante
il suo primo mandato (’51-55) come sindaco di Firenze (da sempre una delle persone di riferimento dell'attuale primo cittadino del capoluigo toscano, Matteo Renzi).
Lasciò ai
posteri quelle toccanti parole inerenti alla sua permanenza nel borgo, a cui
fanno seguito: “Io non lo dimenticherò mai: nel 1943, in casa Mazzei, per tre
mesi vi trascorsi un periodo ricco di preghiera e fecondo di attesa. Sono grato
al Signore per avermi fato conoscere questa piccola città, che è una fonte vera
di pace di bene”. Firenze, S. Marco, 1953.