(da sx) Luca Ferrari, il vice-sindaco di San Miniato Chiara Rossi e Don Backy |
di Luca Ferrari
Dal lontano panorama del Comelico bellunese alla recente campagna toscana. Lì nel mezzo, un’ampia e sbilenca porzione di vita. Lì nel mezzo, l'espressione artistica senza confini. Lì, agli antipodi (...), le parole musicali di Don Backy e Kurt Cobain. Un lungo e impensabile viaggio tra i cerchi dell’esistenza dove a emergere è sempre e solo lei, l'immensità della poesia umana.
Estate 1989. Senza il benché minimo straccio di cultura musicale, assisto in televisione al programma Una rotonda sul mare, sfida canora dove gli storici protagonisti della musica leggera italiana duellano con i loro epici cavalli di battaglia. Nella puntata finale si presentano in 11 e all’ultimissima sfida ci sono il modenese Maurizio Vandelli (leader dell’Equipe 84), in gara con la canzone 29 settembre e il toscano Don Backy con Poesia. Allora non potevo certo immaginare che quest'ultimo si sarebbe ripresentato lungo il mio cammino.
Passano cinque anni e la mia penna per la prima volta trafigge la carta. Aldilà delle mie personali emozioni, è la musica il grande motore. Non quella italiana ma il rock contemporaneo e arrabbiato di Nirvana e Pearl Jam, in particolare. Con queste due band e i rispettivi cantanti-compositori dei testi, Kurt Cobain ed Eddie Vedder, si crea un legame fortissimo. Ancora oggi, oltre ad ascoltarli, la mera forma di ciò che scrivo spesso si richiama a quel primo imprinting.
Ottobre 2015. Sono già 21 anni che scrivo poesie. Non sono mai riuscito a cambiare genere. Non mi è mai interessato. Ho sempre voluto rimanere lì. A sputare fuori parole senza metrica. Senza alcun ordine se non quello del mio istinto. Magari senza neppure un senso logico. Non importa, va bene così.
A livello artistico però il 2015 è stato un anno complesso. Inaspettato. Per la prima volta in vita mia non ho sentito l'urgenza di scrivere. Avrei potuto farlo (l'ispirazione non è mai stata in discussione) ma non l'ho fatto, se non in sporadiche occasioni. In questi primi 10 mesi del 2015 ho scritto appena 91 poesie. Una miseria. Per farvi capire, nel 2009 ne buttai giù 776, nel 2002 addirittura 1154 mentre il massimo lo raggiunsi dieci anni esatti fa, nel 2005 con 1847 (una media di più di cinque al giorno).
Nella scrittura sono sempre stato spartano: o lo sento o mi dedico ad altro. Un giuramento di sangue a prova di menzogne. Mi fa male prendere atto di come stiano andando le cose quest’anno ma lo devo accettare. D’estate però mi è un po' tornata la voglia e pure quella di mettermi in gioco, così ho raccolto cinque poesie e le ho mandate alla L.A.P.S. - Libera Associazione Poeti e Scrittori per partecipare alla XXIII edizione del Concorso Internazionale La Rocca – Città di San Miniato (Pi).
Il risultato è stato il 1° premio nella sezione silloge. C'è di più. A pochi giorni dalla premiazione mi viene comunicato che alla premiazione interverrà una mia “vecchia conoscenza”. Proprio lui, quel Don Backy che in un lontano passato vidi alla tv, ancora ignaro di quanto la musica avrebbe influenzato la mia vita. Così, anche se non mi è stato possibile dirglielo, lo faccio ora. Lo voglio ringraziare come esponente di tutti quei cantautori per quello che l’arte musicale ha saputo regalarmi.
San Miniato, 24 ottobre '15. Nel corso della premiazione, per omaggiare il prestigioso ospite, vengono cantate due sue canzoni: Poesia e Immensità. Già, proprio Poesia. La canzone con la quale Don Backy si presentò alla finalissima di "Una rotonda sul mare" nel 1989. Già, proprio Poesia. Quel genere cui sarò sempre legato e per il quale ancora molta gente si ricorda di me chiedendomi come prima cosa se le scriva ancora.
Dagli artisti si pretende troppo: cambiare il mondo. No, loro non possono farlo. Possono ispirarlo però (e dunque cambiarlo? ndr). A me è successo, proprio con la musica. Anche su questioni in apparenza lontane anni luce. Fino ai 17 anni ero un convinto sostenitore della pena di morte. Fu l'incontro/scontro con il rock dei Nirvana che mi portò a pormi tante domande. Rivedere molte cose, iniziare a camminare per sentieri meno battuti.
Tutto questo mi è di recente tornato in mente proprio mentre mi trovavo nella sala municipale del comune di San Miniato, in attesa della premiazione. Un caso? Non esattamente. Nel 1786 il Granducato di Toscana fu il primo regno europeo ad abolire la pena capitale in seguito all'emanazione del Codice Leopoldino.
Musica. Poesia. Musica. Poesia. Un altro cerchio (personale) di vita che mi ha fatto ulteriormente riflettere e continuare a scrivere.
“… sarebbe fin troppo facile passare
il resto della giornata ad aspettare che i germogli
diventino farfalle, credo
pertanto che non potrò rimanere in disparte
dalle colline… alleggerirò il peso specifico
della mia prudenza, poi andrò avanti…” l.f
A bordo del ferry boat al Lido d Venezia verso la Toscana © Luca Ferrari |
I riconoscimenti/premi conseguiti al Concorso La Rocca - Città di San Miniato |
Il trofeo del 1° premio nel cuore del Chianti senese © Luca Ferrari |
L'ispirazione poetica live in Toscana © Luca Ferrari |