Firenze, il Duomo di Santa Maria del Fiore © Luca Ferrari |
Viaggio in cima alla 'ulla del Rinascimento. Sulla cupola Brunelleschiana del Duomo di Santa Maria del Fiore, a Firenze, la cui costruzione iniziò il 7 agosto 1420.
di Luca Ferrari
Vertigini rinascimentali. Si dice che in ogni orizzonte ci sia un limite prefissato da raggiungere. Da quassù sono andato oltre. Un attimo fa ero al piano terra dove una simpatica locandiera mi teneva aggiornato su terre colorate e lamponi bruciacchiati. Adesso è il mio turno di fare la parte della pergamena. Qui. A Firenze. Appena qualche centimetro sotto di me c'è la cupolona rinascimentale progettata da Filippo Brunelleschi (1377-1446). Per il resto, vortici di stelle si contendono tutta la poesia impaziente di sgorgare.
di Luca Ferrari
Vertigini rinascimentali. Si dice che in ogni orizzonte ci sia un limite prefissato da raggiungere. Da quassù sono andato oltre. Un attimo fa ero al piano terra dove una simpatica locandiera mi teneva aggiornato su terre colorate e lamponi bruciacchiati. Adesso è il mio turno di fare la parte della pergamena. Qui. A Firenze. Appena qualche centimetro sotto di me c'è la cupolona rinascimentale progettata da Filippo Brunelleschi (1377-1446). Per il resto, vortici di stelle si contendono tutta la poesia impaziente di sgorgare.
Fino a qualche giorno fa il Duomo di Firenze non era che uno stuolo d'immagini sontuosamente riprodotte su uno dei tanti libri di storia dell'arte. Questa mattina invece sono riuscito a salire su uno dei primi treni per raggiungere il capoluogo toscano per uscire dal sogno e iniziare a conquistare la realtà. Al mio arrivo, la stazione di Santa Maria Novella è ancora un po' sonnolenta. Il sole invece sembra avere intenzioni ben più serie di una semplice sgranchita di raggi.
Davanti a me c'è un mondo che devo ancora scoprire. Sono dentro un dipinto. Un affresco che si rinnova ogni giorno. Mi sono immaginato e poi raffigurato. Adesso sto vivendo. Voglio entrare a Santa Maria del Fiore. Alzare lentamente gli occhi gradino dopo gradino. E salire. Salire in cima. E da lassù sentirmi in competizione con le aquile mostrando loro il miglior ghigno spiritato delle mie orme.
Prima d'iniziare la scalata, circumnavigo per bene dall'esterno la pianta a croce latina. La presenza dell’edificio è maestosa. È la quarta chiesa più grande d’Europa dopo la Basilica di San Pietro in Vaticano, Saint Paul a Londra e il Duomo di Milano. La sua estensione (153 metri di lunghezza e 90 di larghezza alla crociera) non incute timore. Incuriosisce. Affascina. Avvolge. A fianco della chiesa svetta la torre campanaria, meglio conosciuta come il Campanile di Giotto, un’opera di altissimo rilievo. Impreziosita dai marmi bianchi delle cave di Campiglia e Pietrasanta, il verde serpentino di Prato e i rossi di Monsummano.
Poi finalmente è il momento di uscire. E salire. Qualche scalinata e inizio il tour delle terrazze. Così, mentre la vita fiorentina scorre a parecchi metri di altitudine da me, inizia il mio corteggiamento visivo della cupola. Inizialmente il progetto venne affidato a Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti. Il 7 agosto 1420 ebbe inizio la sua costruzione, ma dopo un diverbio fra i due architetti, nel 1425 Ghiberti venne estromesso dai lavori che passarono interamente in mano al collega.
Superata qualche linea di smarrimento da altitudine, poso rapace i miei occhi sul Battistero fronte Duomo. Un'opera questa dedicata a San Giovanni Battista, patrono della città di Firenze. Pianta ottagonale con file di marmo bianco e verde. Le tre porte portano la firma di Andrea Pisano (sud) e Lorenzo Ghiberti (nord ed est, meglio conosciuta quest'ultima come porta del Paradiso).
Rientrato sotto coperta, gli spazi si fanno sempre più stretti per salire in cima. Si cammina in fila indiana. Se uno sale, un altro non può scendere. È così fino a vetta conquistata. Poi una volta ritornati a respirare il cielo, inizio a cercare ogni strada conosciuta. I monumenti. I colli come Fiesole, la terrazza di Firenze.
Il tempo passa. Non sono ancora pronto per scendere da quassù. Guardo Firenze. Sempre più stupito e per niente annoiato. Cerco d'intavolare conversazioni con gli artisti del passato. Non v'è traccia di dichiarazioni solitarie. L'ingegnoso cuore antico batte ancora qui. Tra giornate impetuose e agende allergiche alle delimitazioni. Continua così. Con la voce di Firenze che risponde. Continua così, con una strana sensazione di non essere lontano da nessuno.
Firenze, il Duomo di Santa Maria del Fiore © Luca Ferrari |
Firenze, il Duomo di Santa Maria del Fiore © Luca Ferrari |
Firenze, passeggiando sul Duomo di Santa Maria del Fiore © Luca Ferrari |
Firenze, il Campanile di Giotto © L. Ferrari |
Firenze, vista sulla Basilica di Santa Croce dal Duomo © Luca Ferrari |
Firenze, vista sulla Basilica di San Lorenzo dal Duomo © Luca Ferrari |
Firenze vista dal Duomo © Luca Ferrari |
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