mercoledì 21 novembre 2018

Guglielmo Botter, l'arte urbana della china

Pittsburgh, Fort Pitt Bridge Pitt – disegno a china di © Guglielmo Botter
L'arte a china dell'artista trevigiano Guglielmo Botter, specializzato nei paesaggi urbani degli Stati Uniti. Un viaggio iniziato nella sua amata Pittsburgh... "verso la fine del XIX secolo".

di Luca Ferrari

Un tocco. Uno schizzo. Un appostamento. Una prospettiva ancora inedita. L’uomo è lì. L’artista è dentro. La mutazione è già avvenuta. Adesso è un tutt’uno costante e sempre proiettato verso nuovi orizzonti urbani. L’umanità è intrisa di memoria. I ricordi echeggiano nel nuovo tratto. Oggi le strade, i parcheggi. Domani i canyon, i canali, le piastrelle dei ponti. Oggi è domani. Fari, gallerie, archi di trionfo. Un tratteggio instancabile. Un artista che ha voglia di raccontare ciò che fa. Lui disegna a china. Guglielmo Botter (Treviso ’66), raffigura paesaggi urbani con una semplice matita a china.

L’arte chiama l’arte. L’arte ispira l’arte. È successo esattamente questo, e nel modo più semplice possibile. Da un articolo sul mondo dell’Università Internazionale dell’Arte di Venezia a un viaggio umano a tu per tu con la propria chiave di espressione. Lì nel mezzo, un disegnatore a china. Ogni anno fa fagotto e abbandona la culla del Tiramisù destinazione Pittsburgh (Pennsylvania). Il suo nome è Guglielmo Botter. Non è un artista nel senso più banale e bohémien del termine. Oltreoceano ci sono metà delle sue radici. Accanto a lui, nei suoi costanti viaggi negli States, c’è sempre la sua dolce famiglia.

Mail dopo email, Guglielmo mi racconta il suo mondo e la sua avvincente storia. Da adolescente vince un concorso nazionale sbaragliando la concorrenza oltre 350mila concorrenti. Era il 30 novembre 1980. Alla XXII giornata Nazionale del Francobollo la sua opera che raffigura piazza Pola a Treviso sale sul gradino più alto del podio, facendo inoltre riprodurre da Poste Italiane  la città veneta su di un francobollo per la prima volta. Di lì in poi, tante esperienze, inclusa laurea in architettura e anche l’insegnamento al già citato Istituto dove ha luogo un corso triennale di Tecnico del Restauro di Beni Culturali.

Impossibile parlare di Guglielmo senza aprire una parentesi sulla sua famiglia. Nelle sue vene c’è molta arte. Le tre generazioni paterne prima di lui hanno lasciato il segno nel campo del restauro e del mantenimento degli affreschi nella città di Treviso, e non solo. Pittrice anche la mamma, nata e cresciuta negli Stati Uniti, a Pittsburgh, figlia di immigrati arrivati decenni prima, e poi tornata nel Bel paese, a Venezia, dove andò a studiare all’Accademia delle Belle Arti dove incontrò Guglielmo detto “Memi”. E fu amore. E fu matrimonio. E fu… Guglielmo.

Ogni artista ha qualche opera nel cuore. Tra le proprie creazioni, anche Guglielmo ha le sue preferenze, o meglio un sincero attaccamento. “Tutti i ponti di Pittsburgh offrono un differente approccio alla città. Di questi, quello del Fort Pitt Bridge Pitt è fantastico” analizza, “Provo a immaginare l'emozione di mia madre, allora ventitreenne, quando attraversò questo ponte, appena terminato nel giugno del 1959 a bordo della sua amata Dodge. Un disegno che ho rifiutato di cedere più volte perché mi lega profondamente al ricordo di mia madre che a Pittsburgh visse la sua gioventù fino al 1964, anno in cui venne in Italia a sposare papà”.

Si dice spesso che gli artisti non siano profeti in patria. Non è il caso di Guglielmo Botter. Oltre al già citato francobollo che gli ha reso un riconoscimento ufficiale nella piazza stessa della città veneta, un altro lavoro molto importante per la carriera, e la vita stessa dell’artista è la pianta prospettica della sua città natale. “Era dal primo decennio del 1800 che nessuno aveva più affrontato questo complesso tema a Treviso” racconta, “Quell'anno (1997), io e la mia fidanzata Paola avevamo deciso di sposarci.

Tra lavoro, preparativi per il grande giorno, trovai anche il tempo per iniziare un progetto che per troppo tempo avevo tenuto nel cassetto. Iniziai a disegnare la mia città dall'alto al modo delle antiche viste a volo d'uccello. L'impresa non fu facile perché in quegli anni il web era ancora agli albori e Google non esisteva. Ci vollero quasi quattro mesi per terminare l'opera basata su ricognizioni in loco, schizzi e foto (non digitali) scattate dall'alto della torre di piazza e dei campanili delle numerose chiese cittadine. Un’opera che nel tempo troverà sicuramente una giusta collocazione nell'iconografia della città di Treviso”.

Concludo col principio. Concludo questo excursus “microfonato” dell’artista con quello che a detta dello stesso protagonista, fu “Il primo disegno di una lunga serie ormai arrivata a superare il centinaio di viste della città. Quello che per me è e rimarrà il simbolo della mia esperienza americana”. Trattasi dell’opera “Downtown Pittsburgh: view from Heinz Lofts parking lot”, pubblicato nella prima pagina del Pittsburgh Post Gazette nonché  pluripremiato negli anni a seguire ottenendo premi e riconoscimenti in vari concorsi internazionali. Torno al principio. L'arte chiamava l'arte, scrissi. Adesso è tempo che l'arte ispiri altra arte...


C’È CHI TRAMANDA UN ROMBO TERRENO

Ho raffigurato un’affermazione
e ne sono stato risucchiato
dentro… La scarsa familiarità
con i messaggi di ricambio
mi ha sempre impedito
di restare sotto i grattacieli
troppo a lungo e le strade, quelle poi,
non mi hanno mai convinto
senza una fine dichiarata… Ci
vogliamo fermare
un momento e assecondare
questa monumentale
energia? Nel tuo immaginare
un passaggio
dai connotati materni
hai innescato
barchette di carte e bauli
pieni di scarpe… Qualcuno presto
arriverà per non farvi
più ritorno ma questo è solo
un pensiero ingigantito dalle vertigini
che ancora non mi trascurano
quando un nuovo istante
si rasserena dentro l'abbraccio cordiale
di una nuova città
C’è chi nasce, chi naviga… e chi narra
Sedersi a prendere appunti
al centro
di una strada non pedonale
sarebbe troppo facile
per attirare su di sé
la benevolenza delle stelle turchine
… dimenticavo,
oggi non ho voglia
di spiegarvi l’arcobaleno, oggi
sono impaziente
all’idea di restare muto
mentre una pioggia
di segni monocromatici
si spartiscono
il risultato della sua ispirazione.
Ancora un momento
e il colore sarà dannatamente 
ribollito… Adesso si, ci siamo presentati 
a dovere
(Venezia, 21 Novembre ’18)

Riding with the King by Eric Clapton & B.B. King


Pianta prospettica di Treviso – disegno a china di © Guglielmo Botter
Downtown Pittsburgh: view from Heinz Lofts parking lot -  – disegno a china di © Guglielmo Botter
Guglielmo Botter posa insieme ad alcune delle sue opere
Harrisburg (PA), South 2nd Street – disegno a china di © Guglielmo Botter

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