sabato 25 gennaio 2014

Treviso, le Magie dell’India

Rama Sita e Lakshmana in esilio (1810-15), miniatura stile kangra - Rajasthan, India settentrionale
Treviso porta d’Oriente. A Casa dei Carraresi fino al 31 maggio è di scena la mostra Magie dell’India. Dal Tempio alla Corte, capolavori d’arte indiana.

di Luca Ferrari

Pennellate e bassorilievi. Sacro e profano. Scuole e contaminazioni. Divinità hindu e religioni importate. L’arte amatoria del Kamasutra e l’opulenza dei sovrani. Dal Kahsmir al Rajasthan, passando per il Punjab e le mille latitudini del subcontinente, l’India si racconta nelle opere dei suoi artisti. A Treviso è di scena la mostra Magie dell’India. Dal Tempio alla Corte, capolavori d’arte indiana (26 ottobre 2013 – 31 maggio 2014).

Inizia il viaggio. Un percorso millennario. Scultura. Pittura. Sartoria. Artigianato, fino alle più moderne stampa e fotografia. Testimonianze provenienti da importanti collezioni museali e private. L’India si racconta. L’India si rivela tra divino e carnale. A Treviso, presso Casa dei Carraresi, è sbarcata la mostra Magie dell’India. Dal Tempio alla Corte, capolavori d’arte indiana.

C’è l’India che parla attraverso lo sfarzo dei suoi reali. C’è quell’India che si mescola alla Grecia. C’è l’India attraversata dagli esploratori veneziani. Per la prima volta in Italia una rassegna di opere d’arte indiana dal II millennio a.C. fino all’epoca dei Maharaja. L’esposizione, visitabile fino a sabato 31 maggio 2014, è stata da curata dal giornalista-scrittore Adriano Madaro, l’esperta indologa Marilia Albanese, l’esperto d’arte indiana Renzo Freschi e gli architetti Marco Sala e Giovanna Colombo.

“Non erano certo mancate dal dopoguerra a oggi mostre di grande spessore e fascino su diversi aspetti della cultura dell’India” scrive Marilia Albanese, “ma non era ancora stata allestita un’esibizione che spaziasse dalle origini ai giorni nostri, raccogliendo reperti di diversa provenienza e osando accostare sacro e profano”.

Il percorso della prima parte della mostra (India Classica, II millennio a.C – XVII sec.) comincia con opere di natura religiosa autoctona (Hinduismo, Buddhismo, Jainismo e Sikhismo), per poi passare a quelle importate dei Parsi, Cristianesimo e Islam. Ulteriore e fondamentale step, la sala che tramanda il legame tra la cultura indiana e quella ellenica, sfociata nella corrente artistica del Gandhara.

Il divino ha sempre avuto (e ha tutt’ora) un’importanza fondamentale nella cultura indiana. Doveroso dunque dedicare sale specifiche alle divinità hindu. Tra queste: Devi (la dea nelle sue varie forme ma anche come principio supremo femminile di potenza), Shiva e Vishnu, compresi i suoi dieci avatara, o incarnazioni provvidenziali sulla Terra, tra cui Rama e Krishna.

Spazio poi al lato umano. Carnale, sarebbe meglio dire. L’arte erotico-amatoria. Miniature e dipinti narrano il Kamasutra, testo redatto da Vatsyayana nel III sec. d.C. Sono sette invece le sale dedicate allo sfarzo dei Maharaja. In perfetta sintonia con l’opulenza dei sovrani indiani, si trovano tutti quegli elementi che narrano di vite sfarzose, in particolar modo tendaggi e tappeti. Non mancano ovviamente colorate miniature e dipinti, quindi testi sacri e profani, armi varie, armature e gioielli. 

Questi ultimi rappresentano un autentico valore aggiunto. Creazioni dei migliori artigiani con esposti pezzi pregiati della dinastia moghul, casata musulmana regnante in India tra il XVI e il XIX secolo. A chiudere il percorso, sgargianti sete, statue delle divinità più sinuose e gli arazzi più pregiati, quindi le fotografie di fine XIX secolo/ inizio XX sono un’ulteriore testimonianza in cui immergersi.

Tappa finale della mostra, i rapporti tra Italia e India. Dai primi contatti in epoca Romana ai celebri veneziani, l’esploratore Marco Polo e il medico Nicolò Manucci.

“Ricordo ancora l'emozione del mio primo viaggio in India nel 1971" scrive il cuatore Renzo Freschi, "l’India con le sue mille chiavi di lettura, con le sue mille porte che si aprono a seconda del viaggiatore. Del turista che si inebria di profumi e colori, del mercante che si confronta con colleghi di millenaria abilità. Di chi cerca il cammino della Conoscenza e trova innumerevoli maestri”.

Oggi, nel 2014, nuove porte sono pronte per essere aperte. Ognuno vedrà qualcosa di differente. Toccherà l’ispirazione e la storia che ha contrassegnato i molteplici e diversificati passi pell’arte indiana. Treviso, avamposto occidentale per scoprire l’Oriente d’India. L’opera dell’uomo prende per mano, e in un attimo le distanze scompaiono. La terra si fa ponte. La preghiera amplifica lo spazio. Il viaggio è appena agli inizi.

la mostra Magie dell’India. Dal Tempio alla Corte, capolavori d’arte indiana
Il maharana Amar Singh II e una concubina,
tempera su carta (Rajasthan meridionale, scuola Mewar, 1698-1710)
Il maharana Ari Singh spara a due cinghiali, tempera su carta (Rajasthan meridionale, scuola Mewar, 1762)
I 635 fogli di al Qur’an, Il Corano (Kashmir, XVIII sec.)
da sx: Ganesha (X/XI sec., arenaria, India centrale), Parvati (XV sec., stile di Vijayanagara, bronzo, India meridionale) e Maitreya (I/III sec. d.C., scisto, regione del Gandhara)
Il sultano Ala-ud-din Khilji leva l’accampamento (1815/1820, miniatura, colline del Panjab)

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