martedì 19 novembre 2013

Remiera Cannaregio, regata in mascareta

Laguna veneziana, regata in mascareta © Luca Ferrari
Dalla Bucintoro alla sfida in famiglia tra le vogatrici della Remiera Canottieri Cannaregio. Oggi le eredi di Casanova spingono su mascareta.

di Luca Ferrari, luca.goestowest@gmail.com
giornalista/fotoreporter – content writer

La tradizione si lega al mare. Il remo affonda nello spazio lagunare. Anche una semplice regata fra i soci di una remiera fa salire l’adrenalina e lo fa diventare evento. Alcune di loro si lanciano messaggi (scherzosi) di sfida. Di sicuro trionfo. Giovani e più mature sono lì. Pronte e in posizione. A coppie. Sulla loro mascareta.

Sono le donne della Remiera Canottieri Cannaregio, storica società sportiva nata nell’estate del 1978 e situata poco distante dalla chiesa di S. Alvise e il Teatro Groggia. Loro sono già entrate nella storia di Venezia. In occasione della Regata Storica 2008, sono state il primo equipaggio tutto al femminile a guidare la celeberrima Bucintoro.

Si “corre” in una delle zone più belle e meno trafficate della laguna. Nello specchio d’acqua fra Venezia e l’isola di San Michele (poco lotre si vede l’isola di Murano). Pochi battelli di linea. Neanche un confronto con il sempre più intasato Canal Grande. Le protagoniste  vogano su mascareta.

Questa barca è un sandolo (tipica imbarcazione veneziana) leggero, con una lunghezza che può variare tra i sei e gli otto metri. Si narra che in tempi lontani la mascareta fosse usata soprattutto dalle donne, in versione amanti, quando si recavano dal proprio bello di turno. Nel salire in barca, per non farsi riconoscere dal gondoliere, portavano una maschera. Da qui il nome.

Ed eccole dunque. Le gagliarde eredi di Giacomo Casanova, l’imitabile latin-lover veneziano. Sono pronte a darsi battaglia. Tutte vestite di nero/verde (i colori della Remiera Cannaregio). A viso scoperto. Su mascareta. I loro mariti, ragazzi o amanti che siano, le seguono incitandole.

L’aria è frizzante. Il sole si sposa sulle sirene d’acqua salata. I remi sono ben piantati nella forcola. Prima di partire, qualche colpo di martello per non rischiare che si stacchino. Le vogatrici sono come frecce di un arco, pronte a far pattinare la mascareta sul tessuto acqueo. Pronti. Partenza. Via.

C’è chi passa subito al comando. Chi prosegue più lentamente. Chi perde terreno. Il gruppo di undici barche inizia a scomporsi. Si arriva al momento fatidico del giro di boa. La provina (quella che voga davanti) deve fare il lavoro maggiore. Poi, insieme alla spinta della poppiere, inizia il ritorno. Bisogna dare il massimo.

Sudore e salso vanno incontro alla brezza. La sfidano. Festeggiano le prime con la classica alzata di remo. Via via arrivano le altre. Donne su mascareta. Ecco il loro biglietto da visita. La laguna si fa specchio di sorrisi, smorfie, stanchezza e abbracci. In pieno giorno. Il tempo si plasma nella nuova leggenda.

Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio al giro di boa © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le vincitrici della Remiera Canottieri Cannaregio © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari

Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio tornano a casa © Luca Ferrari
Venezia, le vincitrici della Remiera Canottieri Cannaregio © Luca Ferrari
Venezia, la Remiera Canottieri Cannaregio © Luca Ferrari
...alla prossima! © Luca Ferrari

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