venerdì 27 settembre 2013

Puget Sound, la costa di Seattle

Seattle (USA), Alki Beach e lo Space Needle di sfondo© Antonietta Salvatore
X-File d’America. Tra quartieri che salgono e scendono, è la città di Seattle, immersa nel suo delicato isolamento continentale. 

di Luca Ferrari

Un po’ Stoccolma. Un po’ Parigi. Un po’ San Francisco. La città di Seattle. Riparto da Capitol Hill, area popolosa dal romantico sapore retrò. E proprio lì, in una piccola libreria, finisce la mia ricerca di una guida della città. In lingua inglese s’intende. In italiano non c’è ancora nulla di specifico, semmai una guida cumulativa sul nordovest americano. Qui invece c’è la molto gettonata Seattle day by day.

Pur acquistando una copia, lo confesso, mi affido più all’istinto e così arrivo a Pioneer Square, dove la vecchia Europa formato stile Romanico (vedi The Pioneer Building) trova posto insieme a uno dei simboli indiscussi dei nativi americani, i totem. Non faccio tempo a fare qualche passo ed eccomi al Waterfall Garden. Una piccola oasi verde con tanto di cascata e tavolini in ferro battuto dove i viandanti o chiunque altro si possono sedere e godersi un momento di relax. Magari leggendosi il giornale.

Seguendo un certo trend statunitense, anche a Seattle ci sono limitazioni per i fumatori. Non solo come nella maggioranza dei paesi europei nei luoghi e mezzi pubblici, ma anche a ridosso di molti edifici privati e non come banche e supermercati.

Tornato nel cuore di Downtown, proprio a ridosso della celebre Benaroya Hall, all’incrocio tra University Street e la 2nd Avenue, trova posto la memoria per i caduti di guerra. Vietnam. Corea. Afghanistan. Iraq. Nomi e cognomi di tutti i militari uccisi, e con frasi stampate che rimandano anche a pensieri profondi. Su tutte, “This is too nice a time of year to be fighting a war – Questo è un periodo dell’anno troppo bello per combattere una guerra”.

La mia strada poi si allunga e finisco all’Olympic Sculpture Park. Oltre trentamila acri suddivisi tra parco pubblico, sculture all’aperto e un tratto di spiaggia, il tutto inaugurato il gennaio 2007. Il gorgoglio incessante di una fontana appare più fragoroso delle onde che in modo garbato si spengono sui primi lembi di terra. Cambio zona, ma restando incollato al mare. Nel punto più estremo della zona ovest di Seattle, ad Alki Point, nell’omonima spiaggia di Alki Beach, terrazza marina perfetta per godersi la vista delle Olympic Mountains.

Nonostante si pensi che le acque quassù siano gelide, il vedere una ragazza con i piedi in acqua m’infonde coraggio e curiosità nell’imitarla. Con sorpresa scopro che vicino alla riva non è per nulla impossibile, tutt’altro. Avanzo con lo sguardo oltre il Puget Sound.

Lì davanti, dopo parecchie miglia marine c’è il Giappone. Il pensare mi fa accelerare il passo portandomi a ridosso della mia inconsapevole guida, che con grande sorpresa scopro parlare un italiano impeccabile. Lasciata la nuova amica, mi divido tra il camminare in Alki Avenue e la sabbia. C’è chi passeggia. Chi pedala su due, tre e quattro ruote; bizzarri ma divertenti modello go-kart che vanno su e giù nelle apposite corsie. Insieme a loro c’è chi scorrazza anche su skateboard, ma mica con a bordo quattordicenni scapestrati ma anche uomini belli che cresciuti. Sulla sabbia, quattro amazzoni si sfidano in una partita di pallavolo senza esclusione di colpi. Poco prima, altro match e altra rete con squadre miste.

Alki Beach è una delle spiagge più gettonate, specialmente nei fine settimana quando spunta il sole e le famiglie vi si riversano per trascorrere l’intera giornata. L’ampio spazio è dotato di panchine e perfino una griglia per cuocere al barbecue. Sulla strada intanto fanno la loro comparsa anche le classiche macchine con le sospensioni molleggiate appartenenti a cittadini di origine messicana, stabilmente a Seattle da tempo ormai.

Quando credo di avere visto proprio (…) tutto, inclusa una miniatura della celebre Statua della Libertà newyorkese le cui piastrelle circostanti riportano i nomi di chi ha contribuito con donazioni a realizzarla, il mio viaggio sul litorale si ferma su una casetta i cui schizzi del Puget Sound sono in grado di arrivare direttamente alle finestre. Mi sembra già di vedermi stretto nell’abbraccio di una coperta sulle spalle la mattina, con un boccale di caffè in mano, prima di cominciare la mia nuova giornata a Seattle.

Provo a distinguere i ruscelli nascosti nell’oceano. Un’espressione di traccia credo di averla appena inventata e ho intenzione di ricordarmela e conservarla per la prima volta che vi farò ritorno. Sulla sabbia ci sono delle scritte ed è appena salpata una barchetta di carta. La fertilità di questa identificazione istintiva mi ha colto splendidamente preparato di persona. È esattamente quello che stavamo, stiamo dicendo.

Altre immagini nella versione inglesePuget Sound, Seattle’s shore

Seattle (USA), Downtown © Luca Ferrari 
Seattle (USA), Waterfall Garden © Luca Ferrari
Seattle (USA), Olympic Sculpture Park © Luca Ferrari 
Seattle (USA), Alki Avenue © Luca Ferrari
Seattle (USA), Alki Avenue © Luca Ferrari
Seattle (USA), Alki Beach © Luca Ferrari
Seattle (USA), Alki Beach © Luca Ferrari
Seattle (USA), Alki Beach © Luca Ferrari
Seattle (USA), la Statua della Libertà presso Alki Beach © Luca Ferrari

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