mercoledì 9 gennaio 2013

Venezia sensation

 Laguna al crepuscolo © Riccardo Roiter Rigoni 
Alfabeto di carta, pellicola e pixel. Osservato. Reinventato. Il puzzle ha già preso forma. Venezia sensation (2008, Granviale Editori), di Riccardo Roiter Rigoni
Diaframma feconda luce. Istanti mescolati all’intuizione variopinta del concepimento. Immagini come note sinfoniche. Inizio lento, ma subito in crescendo. Via via gli archi, contrabbassi e trombe. Si aggiungono impennate maestose. Le didascalie svelano la bussola, ma sono le immagini a parlare. Risuonare. Si parte dalle prime luci albeggianti di Piazza San Marco

Pare di vederlo l’autore. Nella penombra del porticato dirimpetto il maestoso edificio basilicale. A guardare. A trasmettere. E poi subito, come una furiosa cavalcata, l’imponenza del campanile. E allora torna la calma, con rilassanti vedute quasi aeree.“So di aver vissuto perché ho avuto delle sensazioni”, Giacomo Casanova.

Seduta per terra e circondata dai colombi, una bambina vestita di rosa strappa un ooooooh talmente echeggiante da arrivare fino alle non lontanissime vette dolomitiche. Quelle stesse che si vedono nella foto successiva, nel nitido sfondo mattutino di Venezia. Poi la musica si assottiglia in ombre e corse. In sguardi malinconici e divertiti dinnanzi l’acqua alta. 

Qualche rintocco di violino nel silenzio dei nostri pensieri. A rompere l’attimo, le zampe di un colombo che spaccano il riflesso dei monumenti nell’alta marea. Si rianima allora l’atmosfera. Si accende. Il cuore tonante delle gondole si mostrano per ciò che sono. Antichi e sempre attuali innamorati. Traghettatori cantanti. Creatori di miscele acqueo-cromatiche. Non potrebbe essere altrimenti. “Le menti più pure e pensose sono quelle che amano i colori”, John Ruskin.

Irrompono altri “elementi”. Fanno il loro ingresso Murano, Burano e Torcello. Satelliti naturali di Venezia qui presenti in esplorazioni soggettive. Una costante passerella dove le abitazioni e i panni stesi sono dipinto e cornice. Ci sono poi le maschere. Con i loro enigmi. I loro occhi nascosti. C’è il ghiaccio e c'è Pierrot. E il narratore Federico Roiter ci ricorda che chi non la usa durante la festa di Carnevale, rischia di utilizzarla tutto l’anno.

Prima del gran finale, un tuffo in alcuni dei più importanti eventi veneziani. La Regata Storica. Un mosaico di visi. Sforzi. Idiosincrasie nel cielo. Di tradizioni plasmate su uomini e donne. Il Canal Grande solcato da infaticabili remieri con la folla assiepata tutt’intorno. Uno scorcio del ponte votivo per la festa del Redentore nel Canal della Giudecca, e poi la dolcezza assorta di una ragazza nell’atto di accendere una candela votiva durante la festa della Madonna della Salute nell'omonima chiesa. 

E adesso tutti zitti. Arriva lei. La dama dagli umidi occhi di ghiaccio. La nebbia. Amata narcisa della Venezia che ti tempra. Instancabile amazzone dal fascino (talvolta) sinistro. Ti provoca per capire fino a che punto sei disposto a spingerti per lei. E lui, Riccardo, è ancora lì. Si aggira. Con lo sguardo dentro e fuori di lei.

Un ultimo avamposto. Sotto il ponte di S. Nicolò, al Lido di Venezia. Per gustarsi il tramonto. Per immaginare come mai avete fatto prima. Per aggiungere alle vostre emozioni una nuova sensazione. Venezia.

Piazza S. Marco durante una breve pioggia d'agosto © Riccardo Roiter Rigoni
L'attrazione dei colombi © Riccardo Roiter Rigoni
 Venezia, Carnevale – Ma tu chi sei? © Riccardo Roiter Rigoni
Ponte veneziano nella notte © Riccardo Roiter Rigoni

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