lunedì 7 gennaio 2013

Sappada, stalattiti alpine

Sappada (Bl), stalattiti © Luca Ferrari
Viaggio nella placida località montana di Sappada. Dove il passeggiare d’inverno può regalare emozioni che nessun’altra stagione è in grado di far sgorgare. 

di Luca Ferrari

Basta che la temperatura scenda sotto lo zero ed ecco come il banalissimo tetto di un’abitazione si può trasformare in una sfilata di  piccoli miracoli d’acqua dolce. Le stalattiti. Eccole. Mutano la luce. La rimandano al mittente con i complimenti di Madre Natura. Raccolgono lo splendore del sole. Tubicini di ghiaccio che partono dall’alto tentando di raggiungere il suolo. Stalattiti. Un esercito di gocce si unisce per dare vita a questa nuove creature.

Incursione nel bellunese. Sappada (1.255 m s.l.m.), all’estremità nord-orientale delle Dolomiti tra Cadore e Carnia. A ridosso del Rio Mühlbach (rio dei Mulini). Alcuni fiotti delle gelide acque si sono solidificati. Vien voglia d’afferrarli e lanciarsi in scherzosi duelli spadaccini. Ritratto di creazione michelangiolesca proiettata nell’anarchia più magicamente realistica.

Affondando delicatamente l’estremità dei polpastrelli, busso a questi fusti appuntito-arrotondati. Ne vorrei sentire il sapore, conscio di cosa accadde al giovane puledro Spirit (2002, DreamWorks Animation). Escludo ogni attore esterno. Percepisco il battito del ghiaccio. Stalattiti, merletti glaciali capaci di definire nuovi confini affondando obsolete colonne d’Ercole. Stalattiti, rinnovabili piante di fagioli magici su cui immaginare di arrampicarsi e scoprire cosa c’è sopra le nuvole.

Sappada (Bl), Rio Mühlbach © Luca Ferrari
Sappada (Bl), Rio Mühlbach © Luca Ferrari

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