martedì 26 marzo 2024

Basket ergo Croazia

Campo da basket a Seline (Croazia© Luca Ferrari
A canestro dall'isola di Ugljan fino a Cres, passando per la Riviera Paklenica e il lungomare delle stelle di Opatja. Viaggio in Croazia tra mare e (tanti) campi da basket

di Luca Ferrari

Mare (spesso) cristallino, fondali profondi e spiagge variegate tra costa rocciosa e distese sabbiose. La Croazia marina è un autentica perla di Madre Natura. A dispetto del recente passaggio dalla kuna all'euro, è ancora una meta economica e più vantaggiosa rispetto al Bel paese. Ma non è solo la voglia di mare, di natura selvaggia e dei servizi gratuiti che si trovano davanti all'acqua, a spronare a varcare gli ex-confini slavi. A dispetto di una viscerale passione per il calcio come per tanti altri Paesi europei, in Croazia così come in gran parte delle Repubbliche slave, Slovenia e Serbia su tutte, a dettare legge è la pallacanestro. Ovunque ci sono campetti, molti dei quali proprio davanti al mare. Una vera manna per gli appassionati di questa disciplina a cui suggerisco, nel momento di fare le valigie per la Repubblica balcanica, di portarsi dietro anche un pallone da basket. Trovare di che allenarsi non sarà per nulla un problema, anzi. E sarà anche l'occasione per giocare in compagnia in qualche rilassante match internazionale.  

Quasi come se fosse un presagio ciò che mi aspetta, nel mio viaggio verso all'isola di Ugljan, faccio una breve tappa in Istria, giusto per un tuffo in acqua e uno spuntino. Parcheggiata la macchina a Opatija, senza saperlo mi ritrovo a passeggiare sul lungomare delle stelle croate, dedicato ad alcuni dei più celebri personaggi sportivi. Tra i presenti, due monumenti della pallacanestro: Kremisir Cosic (1948-1995) e Drazen Petrovic, quest'ultimo capace di tenere testa al leggendario Dream Team alle Olimpiadi di Barcellona '92, e in forza ai New Jersey Nets nel campionato NBA statunitense, prima del tragico incidente che gli costò la vita in Baviera nel 1993. Raggiunta la mia meta insulare, dopo una bucolica passeggiatina tra alberi, fragole/more selvatiche da cogliere e fiori, faccio una prima tappa nel centro abitato di Kukljica. Il tempo di prendere confidenza con il piccolo Studena Market e il pekarna per fare acquisti per la successiva colazione, ed ecco che a ridosso della chiesetta parrocchiale di San Paolo (XVII sec.), un piccolo campo da basket.

Giorno dopo giorno, Ugljan si rivela davvero una piacevolissima scoperta. Spiagge di ogni tipologia e natura selvaggia. Guidando la statale 110, girando verso Dobropoljana, mi appare un gigantesco murale dedicato al già citato Cosic. Una presenza non esattamente casuale. Originario di Zagabria, legò la prima parte della sua carriera al K.K. Zadar (Zara), squadra dell'omonima città, situata proprio davanti all'isola di Ugljan. Con i colori bianco-blu, vinse la YUBA Liga (il campionato di pallacanestro jugoslavo) cinque volte, tre dei quali juniores. Prima di chiudere la carriera a casa, con la Cibona Zagabria, vincendo un campionato, tre coppe di Jugoslavia e la Coppa delle Coppe, il gigante croato (2,09 m.) disputò anche due campionati italiani con la casacca della Virtus Bologna, conquistando in entrambe le annate il campionato nazionale.

Fermatomi a Tkon per una pausa mangereccia a un pekarna locale, trovo delle succulente pite agli spinaci e formaggio, appena sfornate. Senza neanche uno sforzo, il tempo di fare due passi ed ecco un immenso campo da pallacanestro. Complice forse l'orario mattutino da spiaggia e/o lavorativo, non c'è nessuno. Una tentazione davvero irresistibile che si merita il giusto riconoscimento sul campo. E dopo innumerevoli nuotate, non c'è nulla come una buona lettura per concludere una giornata al mare. Trovo il mio piccolo angolo di paradiso in una baia riparata, a Mrljane, con fichi tutt'intorno da cogliere per una merenda open air. Pochissimi turisti, tutti al contrario concentrati dalla parte opposta dove sono presenti bar davanti al mare e l'ennesimo campo da basket. Questa volta però, la pallacanestro non la vivo col sudore, ma tra le placide pagine di uno dei più bei volumi letti fino a ora, L'uomo che raccontava il basket, del giornalista Sergio Tavcar.

Un volume che racconta la Jugoslavia in parallelo all'evoluzione della Nazionale di basket, arrivando alla epica conquista di Europei, Mondiali e Olimpiadi, per poi assistere al disfacimento e alla nascita delle singole Nazioni. Pagina dopo pagina, è difficile non immaginare/fantasticare su cosa sarebbe potuta essere oggi la squadra con tutti questi formidabili giocatori sotto la stessa bandiera: Jokic (serbo, Denver Nuggets), Bogdanovic (croato, New York Knicks), Vucevic (Montenegro, Chicago Bulls), Doncic (sloveno, Dallas Mavericks), giusto per citarne alcuni. Abbandono l'isola di Ugljan con non poca nostalgia, non solo per i luoghi ma anche per la piacevolissima compagnia incontrata. Prima di prendere il traghetto e tornare in terraferma, trovo il tempo di fare un bagno in mezzo alla natura più fresca e incontaminata dalle parti di Jadransko, regalando un omaggio a una delle più mitiche squadre di tutti i tempi: i Detroit Piston all'epoca dei Bad Boys (di cui vi siggerisco vedere l'omonimo documentario disponibile su Disney+).

Premesso che una volta indentificata la mia destinazione, non mi perdo mai in troppe annotazioni pre-partenza, al contrario lasciando il piacere della scoperta direttamente in situ, sulla strada che mi porta sulla riviera di Paklenjca, passo anche per Rovanjska, meta del mio primo viaggio in terra croata. Il tempo di mettere giù le valigie in un appartamento a Seline e attraversare la strada (letteralmente), sono già davanti al mare. Costeggiando il Kamp Jaz e superato l'acquapark Starigrad Paklenica, ho solo l'imbarazzo della scelta di dove piazzarmi. Nell'ampia area di Beach Seline, oltre a tanti attrezzi esercizi ginnici, c'è un ampio campo da basket proprio davanti al mare. E come tirarsi indietro? Raramente l'ho visto libero, divertendomi anche ad assistere ad accese partite con generazioni miste a sfidarsi con non poca destrezza sotto canestro.

I giorni scorrono lungo la costa nella contea di Zara, ma prima di tornare a "calciolandia" (consentitemi questa steccata all'Italia, ndr), mi attende un'ultima meravigliosa esperienza croata, sull'isola di Cres (Cherso), la più grande realtà insulare dell'Adriatico. Mare stupendo, poco affollata e una perla arroccata, il borgo di Lubenjce, che tutti dovrebbero visitare almeno una volta nella vita. Alloggiato nel centro abitato di Cherso, non faccio neanche tempo ad arrivare davanti all'acqua ed ecco sulla destra, l'ennesimo campo da pallacanestro. Così, prima di iniziare una giornata (e finirla), ci scappano sempre due tiri. Passano gli ultimi giorni così, tra gite in barca a vela in un mare degno dei Caraibi, facendo tappe nell'appartata Raka Beach e successivamente un'interessantissima visita al Beli Visitor Centre and Rescue Centre for Griffon Vultures, dove si curano la specie autoctona dei grifoni. Arrivata l'ora del saluto, guardo il tramonto sul mare di Cres. Vedo un bambino spensierato lanciare la palla a canestro. What a wonderful world...

Campo da basket nel centro abitato di Chersoisola di Cres (Croazia) © Luca Ferrari
Lungomare di Opatija (Croazia© Luca Ferrari
Isola di Ugljan (Croazia), centro di Kukljica - campo da basket © Luca Ferrari
Isola di Ugljan (Croazia), il mare cristallino della spiaggia Plaza Luka © Luca Ferrari
Isola di Ugljan (Croazia), si gioca a basket nelle acque di Plaza Luka © Luca Ferrari
Croazia, isola di Ugljan - murales in memoria di Kresimir Cosic © Luca Ferrari
Croazia, isola di Ugljan - murales in memoria di Kresimir Cosic © Luca Ferrari
Isola di Ugljan (Croazia), Tkon - campo da basket © Luca Ferrari
Isola di Ugljan (Croazia), relax sulla baia di Mrljane © Luca Ferrari
Jadransko (Croazia) © Luca Ferrari
Appassionati di basket a Jadransko (Croazia) © Luca Ferrari
Riviera di Paklenjca (Croazia) - campo da basket a Beach Seline © Luca Ferrari
Il mare sull'isola di Cres (Croazia) © Luca Ferrari
Veleggiando sulle acque di Cres (Croazia) © Luca Ferrari
Panoramica sull'isola di Cres (Croazia) © Luca Ferrari
Tramonto sull'isola di Cres (Croazia) © Luca Ferrari

venerdì 9 febbraio 2024

Kranjska Gora, dolce Slovenia alpina

Kranjska Gora, il lago Jasna © Luca Ferrari

Il cuore alpino della Slovenia più autentica è a Kranjska Gora. Neve, natura e tanta dolcezza. E pensare che tutto iniziò con un rocambolesco incontro con la polizia slovena...

di Luca Ferrari

Kranjska Gora, una meta che immaginavo come la classica cittadina di montagna votata al turismo di massa. Kranjska Gora, un nome sentito e per certi versi ritenuto, a torto, quasi irraggiungibile. Tutto l'esatto contrario! Da qualche anno i miei spostamenti invernali gravitano attorno a Kransjka Gora (Alta Carniola), in Slovenia, tappa fissa della Coppa del Mondo di sci alpino maschile e femminile. Un piccolo centro abitato a ridosso di incredibili piste adatte a tutte le età, e livelli. Poco distante, il placido insediamento di Podkoren e la vicina Mojstrana, dove se le temperature lo consentono, si può visitare il Regno di Ghiaccio, e dotata anch'essa di comprensorio sciistico. Quando penso al natale e alla neve, i miei pensieri e ricordi più dolci scivolano subito verso la Slovenia, a Kranjska Gora (806 m s.l.m.), nell'alta valle della Sava, alla quasi estremità nord-occidentale della Repubblica slava, a ridosso del Parco Nazionale del Tricorno (Triglav).

L'autostrada (finalmente) abbandonata al Tarvisio. I pochi tornanti superati. Il rettilineo "aperto" prima del confine italo-sloveno ed eccoci, manca davvero poco. Giusto il tempo di superare Rateče, passare davanti al trampolino di Planica, nell'omonima vallata, salutare il placido caseggiato di Podkoren (dove si possono trovare sistemazioni davvero incantevoli) ed eccoci a Kranjska Gora, rinomata meta sciistica che ha conservato tutta la sua naturale dolcezza, senza snaturarsi per il turismo, anzi obbligando il turismo ad adattarsi ai propri ritmi. Una meta che ho scoperto di recente, per curiosità. Assiduo frequentatore delle terme di Bled e i suoi placidi dintorni, su tutti il lago montano di Bohinj e il Dino Park per bambini a Lesce, un inverno decisi di abbandonare la classica via del ritorno per Lubiana (imperdibili i suoi mercatini natalizi, ndr) e farmi un giretto nella celebre Kranjska Gora, poco distante e raggiungibile sia in autostrada, sia sulla statale. Indimenticabile la prima volta che la visitai, quando ebbi un epico contatto con la polizia slovena lungo il cammino.

Solitamente poco avvezzo a guidare in autostrada, per un malaugurato intoppo fui io ad entrarci all'altezza di Lesce. Complice il battistrada un po' ghiacciato e l'ora non così calda (10 del mattino circa), tenevo la macchina attorno ai 70-80 km/h. Affiancato da una pattuglia per intimarmi di accelerare, questa è poi dovuta ricorrere "a un piccolo inseguimento" visto che oltre a non aver fatto ciò che mi dicevano, ho dedotto che i lampeggianti non fossero per il sottoscritto. Fermato e fatto registrare un valore di tasso alcolemico pari a 0.00 (alla faccia dei luoghi comuni sui veneti, ndr), ho spiegato con la massima e ingenua trasparenza il perché di quell'andatura, con l'ufficiale sempre molto gentile e paziente. Infine, dopo il suggerimento di lasciar guidare mia moglie in autostrada come io stesso avevo detto che solitamente facciamo, una volta rientrato verso la macchina, per la tensione mi sono tirato lo sportello sul naso e giù sangue, con le forze dell'ordine a sincerarsi che stessi bene. Le comiche! 

Quale che sia il periodo, a Kranjska Gora la domenica e nei festivi i supermercati sono chiusi, incluso il buonissimo panificio nella via principale. Riposarsi è un diritto di tutti. Turisti e locali dunque, devono organizzarsi come si faceva una volta anche in Italia. A disposizione, un supermercato della catena Mercator centrale e un altro poco distante. A pochi minuti di macchina, ma raggiungibile anche a piedi, c'è l'imponente lago Jasna (Jezero Jasna), formato da due laghi artificiali collegati tra loro alla confluenza dei torrenti Velika e Mala Pišnica. Se in estate è una rinomata meta pescosa, d'inverno richiama placide passeggiate, sorseggiando una cioccolata calda proprio davanti alle sponde lacustri e godendosi l'antico percolare di un piccolo mulino. Le montagne (Alpi Giulie) sono un'autentica meraviglia, riflettendosi sulle acque. Uno stambecco in bronzo guarda fiero il panorama. Opera dello scultore Stojan Batič, fu realizzato tra il 1986 e il 1988, collocato su di una roccia naturale.

Dalla parte opposta rispetto al lago Jasna, tra Podkoren e Ratece, non può mancare una visita alla Riserva Naturale di Zelenci, diventata area protetta dal 1992. Situata sul bordo settentrionale del Parco nazionale del Triglav, è circondata dai boschi del monte Vitranc e da quelli della catena montuosa delle Caravanche. Si può raggiungere il lago dopo una breve passeggiata a piedi, anche d'inverno. Occhio però, che non vi salti in mente di andarci in scarpe da ginnastica o simili. Il sentiero nasconde ghiaccio e la neve può essere molto soffice. Come potete notare direttamente nella gallery, a dispetto del panorama tutt'intorno, le acque del lago non sono gelate, e questo grazie a una temperatura costante attorno ai 6° (per dire, il lago Jasna nel medesimo periodo è tutto ghiacciato). Le acque del lago sono di colore verde, in sloveno: zelena. Da qui il nome Zelenci.

Per gli amanti del relax termale poi, a Kranjska Gora è possibile beneficiare di piscine nelle strutture di alcuni hotel, anche senza esserne clienti. Anche la cucina vuole la sua parte. Sul sito di promozione turistica di Kranjska gora c'è un'ampia sezione dedicata alla Gastronomia, a sua volta suddivisa per tipologia. Prediligendo la cucina tradizionale, vi consiglio di provare il ristorante Pri Martinu, al centro del paese. Non fatevi ingannare dall'esterno. I coperti sono tantissimi (ma veramente tanti). La cucina è ottima e i prezzi più che onesti. Proprio alla luce dell'ampia disponibilità, non è necessaria la prenotazione e ve lo dice uno che ci ha pranzato il giorno di natale! Qui, dopo le specialità locali, ho potuto chiudere tuffandomi nella sconfinata bontà del dolce tipico della Slovenia, la kremna rezina. A Mojstrana invece, merita una visita il Gostilna Psnak, più appartato. 

Al di là dell'indubbia bellezza naturale, urbana e culinaria, la gente viene a Kranjska Gora soprattutto per sciare. Un sistema di 18 piste, di cui 6 seggiovie e 13 ski-lift. Per i bambini alle prime armi, ampie possibilità anche di noleggiare slittini e utilizzare porzioni di piste (non esposte agli sciatori). Personalmente ho trovato ideale dedicarmi a questa pratica poco lontano da Podkoren. A fianco della pista da sci-slittino c'è un ampio parcheggio da cui si può comodamente raggiungere il centro abitato principale, camminando. Kranjska Gora è uno di quei luoghi che ho scoperto quasi per caso. Durante un natale un po' particolare, ha accolto mia moglie, nostro figlio e il sottoscritto, regalandoci dolcezza e relax. Oggi, quando vediamo i nomi di Kranjska Gora e Podkoren su di un cartello stradale, ci sentiamo a casa. Sereni, in discesa sparata verso i ricordi più dolci e pronti per un nuovo domani nel cammino più "familiarmente" nostro.

L'ingresso in Slovenia vicino a Ratece, a poca distanza da Kranjska Gora © Luca Ferrari
Kranjska Gora by night © Luca Ferrari
Kranjska Gora by night © Luca Ferrari
Kranjska Gora by night - i mercatini di Natale © Luca Ferrari
Kranjska Gora by night - i mercatini di Natale © Luca Ferrari
Kranjska Gora, pista da sci/slittino © Luca Ferrari
Kranjska Gora, comprensorio sciistico © Luca Ferrari
Kranjska Gora, comprensorio sciistico © Luca Ferrari
Kranjska Gora, comprensorio sciistico © Luca Ferrari
Kranjska Gora, una deliziosa porzione di kremna rezina © Luca Ferrari
Kranjska Gora, riserva naturale di Zelenci © Luca Ferrari
Kranjska Gora, i colori lacustri nella riserva naturale di Zelenci © Luca Ferrari
Kranjska Gora, l'ingresso a ridosso del lago Jasna © Luca Ferrari
Kranjska Gora, lago Jasna © Luca Ferrari
Kranjska Gora, lago Jasna © Luca Ferrari
Kranjska Gora, lago Jasna © Luca Ferrari
Kranjska Gora, lago Jasna © Luca Ferrari
Le luci serali a Podkoren© Luca Ferrari

venerdì 12 gennaio 2024

Tarvisio, sciare... nel bianco sempre più bianco

Tarvisio © Luca Ferrari

Tra Slovenia e Austria, le piste da sci del Tarvisio (Ud) sono una meta rinomata per appassionati da tutta Italia e adatte a ogni livello. Andiamo a sciare allora!

di Luca Ferrari

Nel... bianco, e sempre più bianco... Felice di sciare quaggiù (e lassù)... In terra friulana, lassù, all'incrocio tra Austria, Italia e Slovenia, c'è il Tarvisio, rinomata meta sciistica, crocevia tra Kransjka Gora e Villach. Non fatevi ingannare dalla non considerevole altitudine (754 m s.l.m.), ci sono piste per tutti i gusti e livelli. Un'impeccabile batteria di cannoni sparaneve garantiscono sciate per tutta la stagione. Per dettagli più precisi, posizionare il gps verso la Val Canale, tra le Alpi Giulie, le Alpi Carniche e la catena delle Caravanche Occidentali. Qui giunti, non resta che calzare sci, snowboard o prendere lo slittino, immergendosi in una rilassante e candida dimensione di adrenalina e divertimento.

Ampi i parcheggi a ridosso delle piste, di cui uno proprio davanti all'ufficio della Scuola di Sci Tarvisio (via Priesnig, n. 58) dove si possono prenotare le lezioni di sci. Un consiglio dettato dall'esperienza: telefonate e/o inviate una email, se avete necessità di maestro/a, pensare di trovare qualcosa appena arrivati è, spesso mera utopia causa forte richiesta. Davanti al suddetto, un evocativo aereo delle Frecce Tricolori, sotto il quale, un primo comprensorio sciistico con seggiovia e l'ufficio dove acquistare gli skipass. Sbrigata la pratica e una volta percorso un largo vialetto, ecco l'accesso per tutte le piste. E lì, per chi non avesse attrezzatura, si può noleggiare di tutto: scarponi, sci/snowboard, casco, scarponi e racchette. Spaccio fornitissimo per tutte le taglie. Non solo. Per i più previdenti, c'è anche la possibilità di prenotare tutta l'attrezzatura nel vicinissimo Hotel Valleverde

23 km di piste in totale. Le opzioni di pista sono variegate: seggiovie, la sciovia (skilift) campo scuola e il tappeto campo Scuola, queste ultime ideali per chi fosse ancora agli inizi. Al di là dei gusti, trovo sempre molto amabile la possibilità di scendere con gli sci in mezzo alla natura. Provato in tempi passati nella più lontana Val Passiria, a ridosso del Monte Tavolino, riesco a godermi un'incursione dentro Madre Natura anche in terra friulana, qui, sul Tarvisio. Sciatori sempre molto disciplinati, e anche quando i weekend sono molto battuti, le code sono accettabili e ci si può godere il tempo sciando senza sbuffare. Presente l'immancabile punto di ristoro, Pit Stop. Un suggerimento. Nell'immediato ridosso delle piste è l'unico. 

Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Piste del Tarvisio © Luca Ferrari
Tarvisio, scuola di sci © Luca Ferrari
Tarvisio, un aereo delle Frecce Tricolori © Luca Ferrari

sabato 23 dicembre 2023

La cicca della vecchia

Autostrada Bologna-Firenze © Luca Ferrari

In ogni viaggio che si rispetti, c'è sempre un momento di tensione, a tratti anche esilarante. Per il sottoscritto, quello è il momento della "cicca della vecchia".

di Luca Ferrari

Ma quanto è bello viaggiare, in particolar modo quando lo facciamo per svago e in compagnia delle persone che amiamo. Quale che sia la destinazione e il mezzo prescelto, arriva sempre il momento dello "sclero", quando cioè succede qualcosa che ti fa drizzare i capelli. Qualcosa che per un brevissimo lasso di tempo, ti fa imprecare contro tutto e tutti. Un momento, dunque, vissuto il quale, desidererai ardentemente fermarti e rilassarti, magari sorseggiando una calda tisana, degustando una dolce brioche o più, "selvaggiamente", fumarti una sigaretta. Un episodio però, quasi sempre anche un po' comico, che si apprezzerà a tal punto da rendere quell'esperienza ancora più speciale. Per il sottoscritto, in procinto di nuovo viaggio in terra slovena, è arrivato il momento di raccontarvi la storia quasi "Ginzburghiana" (cit. Lessico familiare), della "cicca della vecchia".

C'era una volta un tempo molto lontano, dicasi anni '80, quando ci si stringeva in auto in più persone senza troppi problemi né leggi cui attenersi. Di ritorno dall'ennesima incursione montana in Alto Adige, in un atipico rettilineo, una macchina stava procedendo ad alta velocità nel senso opposto. Nulla di particolare, se non fosse che la suddetta urtò lo specchietto retrovisore del nostro mezzo, scatenando paura e soprattutto l'ira di mio padre che inchiodò, scese e inveì contro il malcapitato che manco si degnò di verificare se ci avesse procurato danni. Nei sedili posteriori c'era anche mia nonna. In apparenza rimase impassibile. Una volta arrivati a casa però, l'adrenalina per lo sfiorato incidente prese il sopravvento e così passò le ore successive ore fuori dalla porta, ancora tremante, a bere camomilla e fumando una "cicca" dopo l'altra per calmarsi. Tutto questo, un giorno, mi tornò in mente all'improvviso e nacque il mito della cicca della vecchia.

Un ricordo così non sapevo di possederlo ancora. Perché venisse fuori, ho dovuto rivivere qualcosa di simile all'originale. Accadde sull'autostrada Bologna-Firenze, non esattamente "un'arteria" poco frequentata, puntando a raggiungere il placido Chianti,  Dopo l'ennesimo impeccabile sorpasso della mia dolce metà, seguito però da irresponsabili guidatori che si buttarono in scia a velocità ben oltre il limite, per di più, abbagliando per avere strada, mi venne una tale ansia di vedermi "spalmato sul guardrail" per colpa di questi pericoli pubblici, che provai un fortissimo desiderio di fermarmi nella più vicina area di servizio (la mitica Roncobilaccio, ndr) per respirare un po' di "sano tabacco". Così, ecco riemergere il ricordo sopradescritto. Da allora, ogni situazione di potenziale pericolo in viaggio, ha sempre scaturito la frase: "cicca della vecchia!".

Premesso che col volo ho un rapporto molto particolare (...), in fase di atterraggio a l'Avana (Cuba), ad esempio, provai l'ebbrezza di più interminabili minuti di vuoti d'aria, facendomi desiderare addirittura "il pacchetto della vecchia". Sebbene il Canada sia stata un'esperienza su gomma più che rilassante, l'inizio non fu dei più promettenti: per chi non è abituato a guidare nelle metropoli infatti, uscire dalla città di Montreal, non è proprio uno scherzo viste le quattro corsie (e dico quattro!) per senso di marcia. Inevitabile che un gigantesco tir ci sparasse una potente clacsonata da far rabbrividire. In tempi recenti, spersi in un incrocio croato,letteralmente ci buttammo per uscire dall'impasse, con due macchine che quasi ci rifilarono. E anche lì, che cosa mai avrei potuto dire? Cicca della vecchia!

Ma questi non sono che pochi esempi delle innumerevoli e tragicomiche esperienze vissute. D'ora in avanti in questo articolo, aggiungerò un paragrafo ogni "cicca della vecchia" provata, passata e presente, tra cui n indimenticabile e recente face to face con la polizia slovena. Prima di ciò però, partiamo subito con l'immediato. Avete mai guidato di sera nel centro di Vienna? Nemmeno io, per fortuna! Il mio ruolo da navigator però, non è stato meno scevro di adrenalina. Il 30 dicembre scorso, ho provato l'ebbrezza di ritrovarmi su quattro corsie (e dico quattro) per senso di marcia, con Google Maps a dettarci ogni singola immissione. Siamo stati miracolosamente bravi, a parte una pericolosa sosta all'inizio di un guardrail/sparto traffico non sapendo più dove andare. Poi appena arrivati a destinazione, cicca della vecchia.

... continua

Traffico a Vienna (Austria) © Luca Ferrari